Andrea Lattanzi – La Serenissima. Zafferani: “Senza sostegno e investimento nella cultura poche le motivazioni per tornare a San Marino”

Andrea Lattanzi – La Serenissima. Zafferani: “Senza sostegno e investimento nella cultura poche le motivazioni per tornare a San Marino”

Andrea Lattanzi di La Serenissima: Intervista alla studentessa sammarinese iscritta all’Albion College in Michigan / Zafferani: “Senza sostegno e investimento nella cultura poche le motivazioni per tornare a San Marino”

Sono tanti i giovani sammarinesi
che decidono di abbandonare
il proprio Paese d’origine
per andare a lavorare o a studiare
all’estero.
Tra questi c’è anche Martina
Zafferani che, sulle colonne
del nostro giornale, ha voluto
raccontarci i motivi che l’hanno
spinta a lasciare San Marino
per gli Stati Uniti d’America.
Martina, qual è la sua attività
attuale? In cosa consiste principalmente?
“Sono una studentessa iscritta
all’Albion College (università
del Michigan, ndr) a tempo
pieno e, da quest’anno, lavoro
la sera come tutor”.

Come è finita a studiare all’estero? “È stato un percorso difficile visto che ero la prima studentessa di San Marino ad essere interessata ad un percorso post-liceo negli Usa per Medicina. Avevo poche o nessuna informazione su come scrivermi negli atenei statunitensi ma mi sono data da fare cercando su siti internet sin dal terzo anno di Liceo. Ho sempre voluto andare nel ramo chiurgico o di ricerca e gli Stati Uniti sono il cuore pulsante di ricerca ed innovazione quindi la scelta era abbastanza ovvia, il problema era entrare. Ho dovuto dare diversi esami di lingua e generici per potermi iscrivere ma li ho passati tutti e sono entrata in tutte le università dove mi sono iscritta”.

Quando ha deciso di intraprendere
questa carriera, aveva
messo in conto di studiare
all’estero o c’erano anche
sbocchi qui a San Marino?

“Sicuramente all’estero, almeno
per quanto riguarda la
parte di ricerca. Non escludo
di tornare nel mio Paese, mi
piacerebbe portare qualcosa di
nuovo e altre prospettive. Tutto
può cambiare e il mio percorso
è lungo quindi non escludo
nulla categoricamente”.

Ha dovuto sostenere sacrifici
per studiare all’Albion College?

“Assolutamente sì, sia io che la
mia famiglia. Le borse di studio
assegnatemi dal mio college
e la partecipazione della Sums hanno reso possibile l’inizio
del mio percorso e la mia
partenza ma da quando ho
iniziato l’università ho sempre
lavorato, anche piu’ di un lavoro
contemporaneamente per
cercare di gravare meno sulle
spalle dei miei genitori e pagare
le spese quotidiane. Sicuramente
considero questi posti
di lavoro una parte importante
della mia formazione come
persona, in quanto mi hanno
insegnato l’uso efficiente del
tempo e a fare compromessi
tra lavoro e lo studio per mantenere
una media molto alta”.

Come è stato per lei lasciare
San Marino?

“Doloroso, molto doloroso.
San Marino è dove sono cresciuta
e dove c’era tutto quello
che conoscevo. Stavo lasciando
amici e famiglia per andare
in un posto sconosciuto in cui
non avevo mai messo piede.
Non avevo punti di riferimento
o persone con la mia stessa
esperienza che potessero guidarmi
quindi non sapevo nemmeno
se quella fosse la scelta
giusta. Ho la grande fortuna di
avere una famiglia e dei genitori
meravigliosi che mi hanno
sostenuta passo a passo e fatto
sentire il loro supporto e orgoglio,
questa è stata la mia forza
motrice”.

Nonostante si trovi molto distante
dal Titano, si tiene in
qualche modo informata su
tutto ciò che succede in Repubblica?

“Certo. Sono ancora in frequente
contatto con molti dei
miei professori del Liceo Scientifico
così come con i miei amici
e genitori che mi raccontano
come vanno le cose e le novità
che riguardano il Titano”.

Quali sono le differenze che
ha trovato tra San Marino e
gli Stati Uniti d’America?

“Ho incontrato moltissimi studenti
provenienti da più di 30
paesi, i quali studiavano negli
States grazie a programmi e
borse di studio universitarie e
governative dei propri Paesi,
in quanto studiare all’estero
è considerata una bellissima
esperienza che arricchisce i
giovani prima di tornare in
patria. Mi piacerebbe vedere programmi sponsorizzati dalla
Repubblica per dare ai giovani
la possibilità di esplorare
e sperimentare culture diverse.
Questo Paese ha tanto da offrire
e ho incontrato tantissimi
studenti e professori interessati
alla storia e la cultura sammarinese”.

Secondo lei, in base alla sue
esperienze, pensa che sia in
aumento il numero dei sammarinesi
che cercano fortuna
all’estero?

“Assolutamente sì. Io ero l’unica
del mio anno interessata
agli States e una delle prime
in generale. Dei miei ex compagni
di classe sono andati in
Svizzera ma eravamo pochi.
Di recente ho parlato con un
gruppo di circa 25 studenti,
di cui 20 hanno intenzione di
andare all’estero e, più della
metà di questi, hanno espresso
il desiderio di andare negli
Stati Uniti”.

Cosa dovrebbe migliorare
San Marino?

“Il sostegno e l’investimento
nella cultura. Io sono uscita
con un’eccellente preparazione
dal Liceo Scientifico. Ho avuto
professori che mi hanno insegnato
la materia con passione
così come lezioni di vita importanti
per me. Claudia Masini
e Gina Pancotti sono state
figure importanti per me e dei
modelli di donna e persona.
Spero di assomigliargli almeno
un po’ in futuro perchè la
passione che mettono nel loro
lavoro la trasmettono pienamente
agli studenti. Questo
è per dire che il nostro Paese
offre tantissimo già ora e che
non dovrebbe fermarsi al Liceo
ma aiutare chi come me decide
di volare oltreoceano per una
formazione universitaria. Dico
questo perchè io sono estremamente
grata a chi mi ha e mi
sta aiutando e più il mio Paese
mi aiuta, più ragioni e motivazione
ho per tornare e portare
quello che ho imparato al servizio
del Paese. Ne consegue
che se non c’è aiuto o riconoscimento
nei nostri confronti,
le motivazioni per tornare
sono poche ovviamente e San
Marino ne risentirebbe”.

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