Antonio Fabbri – L’Informazione di San Marino, Conto Mazzini: Le vicende contestate alla Frisoni sono riconducibili a Claudio Felici

Antonio Fabbri – L’Informazione di San Marino, Conto Mazzini: Le vicende contestate alla Frisoni sono riconducibili a Claudio Felici

L’Informazione di San Marino

Le vicende contestate alla Frisoni sono riconducibili a Claudio Felici

Antonio Fabbri 

“Il conto Mazzini rappresenta una percentuale millesimale rispetto a
quanto investito sulla politica negli ultimi 20-30 anni”

Roberti
accusa
: “Le vicende contestate alla Frisoni sono riconducibili a Claudio
Felici”

 “Il conto Mazzini rappresenta una percentuale millesimale rispetto a
quanto investito sulla politica negli ultimi 20-30 anni Mirella Frisoni è del
tutto estranea alle vicende che le vengono contestate, vicende che sono
riconducibili all’attuale Segretario delle Finanze”

SAN MARINO. L’esplosione della tangentopoli
sammarinese sta diventando un susseguirsi di colpi di scena. L’ultimo in
ordine temporale è quello di Giuseppe Roberti, ritenuto dai magistrati colui che
gestiva i libretti della famiglia Mazzini. Roberti con una lettera sostiene
esserci un collegamento tra Mirella Frisoni, una degli indagati della prima ora
nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto conto Mazzini, e l’attuale Segretario
di Stato alle Finanze, Claudio Felici. Affermazioni pesantissime, delle
quali 
si assume la responsabilità, e che dovranno passare
inevitabilmente al vaglio della magistratura.

Secondo
quanto già emerso fino ad
ora nel primo filone di indagine,
a Mirella Frisoni viene contestato
di aver movimentato il libretto
“Pippo”, nato con l’anagrafica
Mazzini, ed estinto nell’ottobre
2005 dalla stessa Frisoni, che con
quella provvista di circa 100mila
euro, più altri 100 mila derivanti
dal libretto “Palme”, aveva acceso
il libretto “Stelle”. Questo, in
sintesi, il quadro delle movimentazioni
fatte, secondo le prime
indagini, dalla Frisoni. Ecco di
seguito la missiva di Roberti:
“Egregio Direttore,
la gogna mediatica alla quale da anni viene sottoposta la mia
persona e quanto appare sulla
stampa anche in queste ultime
ore, non sono più compatibili
con il silenzio al quale mi sono
per troppo tempo attenuto e al
quale sono in qualche maniera
stato costretto. So con piena
consapevolezza e in coscienza
di non esser quel delinquente
che mi si vuol fare apparire.
Questo non significa che io non
possa aver fatto errori “ in buona
fede”, sottolineo “in buona
fede”. Sono anni che persone
che dovrebbero pensare al paese sono invece “occupate”, con
il sostegno di alcuni mercenari,
a screditare la mia persona ed
io so chi sono e perchè lo fanno,
sicuramente non per amore della
verità. E’ giunto quindi per
me il momento di dare adeguate
spiegazioni sui fatti che mi
vengono contestati. Per motivi
che in parte ho già spiegato e
che non solo rappresentano un
mio diritto alla difesa, ma anche
l’indispensabile occasione
per me di dare una reale visione
del sistema RSM, ho chiesto da
anni di essere interrogato per
rogatoria in Italia. Ora, però,
gli ultimi fatti mi obbligano
ad un approccio diverso. Sono
disposto ad essere ascoltato anche
da una Commissione Parlamentare.

Ho già dato questa
disponibilità in incontri informali
a persone, anche a politici,
politici che ritengo impegnati
nella ricerca della verità su
quanto accaduto in questi ultimi
trenta anni e che hanno come
obiettivo di dare una prospettiva
al “sistema paese”. Questo
non per sottrarmi alla giustizia
ordinaria, che farà comunque
il suo corso, ma per valutazioni
che anche su questo corso io
ritengo doveroso fare a una
Commissione Parlamentare. Il
“conto Mazzini” rappresenta
a mio avviso una percentuale
millesimale rispetto a quanto
investito sulla politica negli ultimi
20-30 anni. Il “conto Mazzini”
non può essere utilizzato
per coprire e nascondere tutto
il malaffare. Per dimostrare
la mia determinazione, come
“primo atto” dichiaro sotto la
mia assoluta responsabilità che
la signora Mirella Frisoni è del
tutto estranea alle vicende che
le vengono contestate, vicende
che sono riconducibili all’attuale
Segretario delle finanze ing.
Claudio Felici, che sono sicuro
saprà dare adeguate spiegazioni.
A quei politicanti che non
perdono occasione anche nei
ristoranti e nei bar di darmi del
delinquente, che devo andare in
galera, che mi devono portare
via la casa, rispondo che sono
qui, che non scappo e che i miei
beni e le mie sostanze sono alle
luce del sole, facilmente rintracciabili.
Mi auguro che anche
loro diano la mia stessa disponibilità.

Cordialmente
Prof. Giuseppe Roberti

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