Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Denaro cinese passato per Fininternational. Commercialista indagato per riciclaggio

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Denaro cinese passato per Fininternational. Commercialista indagato per riciclaggio

L’informazione di San Marino

In Italia l’avviso di fine indagini è
arrivato a luglio dello scorso anno. Sul Titano la comunicazione giudiziaria è
di questi giorni

Denaro cinese passato per Fininternational . Commercialista indagato per riciclaggio

Luciano Cardelli: “Al Pm italiano
abbiamo chiesto l’archiviazione. Nostro operato corretto. Bcsm e Aif non avevano
fatto contestazioni”

Antonio Fabbri

SAN
MARINO. Soldi della mafia cinese attraverso la Fininternational, indagine
per riciclaggio a carico del
commercialista Luciano Cardelli
, che dal canto suo ha sempre rigettato le
accuse affermando di avere agito nel rispetto delle norme sammarinesi e
internazionali in vigore all’epoca.
La comunicazione giudiziaria – così si
chiama l’avviso di garanzia a San Marino – è stata notificata a Cardelli un paio
di settimane fa, ma l’indagine era stata aperta a suo tempo, quando cioè,
nell’ambito dell’inchiesta Money2Money dell’Antimafia di Firenze, emerse che
circa 500mila erano passati per la finanziaria sammarinese e finiti in Cina.
L’inchiesta sammarinese riguarda gli anni tra il 2009 e il 2011, anno
quest’ultimo in cui la finanziaria è andata in liquidazione volontaria. Più
ampia, invece, l’indagine italiana della quale, quella che ha riguardato
Fininternational denominata Cian Lu, ha visto le fiamme gialle fiorentine
concentrarsi su una parte della imponente massa di denaro nero cinese trasferito
dall’Italia verso al Repubblica popolare.

Money2Money
A luglio 2013 è arrivato in Italia
agli indagati l’avviso di fine
indagini (il cosiddetto 415 bis,
dall’articolo del codice di procedura
penale d’oltre confine che
prevede proprio la comunicazione
di fine indagini) della mega inchiesta che ha scandagliato i
trasferimenti dei denari della ma-
fia cinese dall’Italia alla Cina. Un
ammontare complessivo imponente
calcolato dagli inquirenti
in 4 miliardi 501 milioni 189mila
e 227,58 euro trasferiti fra l’ottobre
del 2006 ed il giugno 2010 in
maniera illegale attraverso decine
di sportelli money transfer tutti
collegati alla società Money2Money
– da cui il nome dell’inchiesta
– con sede a Bologna e facente
riferimento a due famiglie, una
cinese ed una italiana. E’ questo
il contenuto della comunicazione
di fine indagine firmata dal sostituto
procuratore della Repubblica
della Direzione distrettuale
antimafia presso il Tribunale di
Firenze, Pietro Suchan, che ha
indagato 287 persone e, a suo
tempo, chiesto ed ottenuto la misura
della custodia cautelare per
diciassette cinesi e sette italiani.
Ventidue finirono in carcere, due
ai domiciliari. Furono sequestrate
anche 73 aziende e 181 immobili,
300 conti correnti in 50 banche e
166 auto di lusso. In questa indagine
finì anche Luciano Cardelli,
raggiunto pure lui nel luglio dello
scorso anno dall’avviso di fine
indagini. Cardelli ha già fatto
istanza di archiviazione della sua
posizione al pubblico ministero,
“dimostrando che il nostro modo
di operare è stato corretto” , ha
affermato.

L’operazione Cian Lu
L’operazione della Gdf di Firenze
che ha riguardato la finanziaria di
Luciano Cardelli era stata denominata
Cian Lu. Evidente, letto a
rovescio, il riferimento al nome
di battesimo del commercialista
sammarinese. Le Fiamme gialle
avevano infatti accertato contatti
tra un cittadino cinese e la finanziaria
Fininternational spa, registrata
nel 2006 e attiva dal 2007,
con sede a San Marino. La società
di Cardelli era stata utilizzata,
secondo le accuse, per spedire
in Cina il denaro raccolto nella
comunità cinese della zona di
Sesto Fiorentino. Il cinese-cliente
trasportava in macchina, di notte
per ridurre i rischi di controlli
delle Forze dell’ordine, il denaro
presso la sede della società di San
Marino. Ogni viaggio prevedeva
il trasporto di capitali non inferiori
a 50mila euro. Il compenso
spettante al cinese era di 40 euro
per ogni 10mila euro trasportati.
Per un solo viaggio la Gdf ha
accertato il trasporto di 200mila
euro in contanti, chiusi all’interno
di una busta. Cardelli non ha
smentito il rapporto coi cinesi,
ma ha sempre sottolineato la regolarità
del suo comportamento e
della finanziaria. “Ci siamo messi
subito a disposizione della finanza
e del Pm italiano – disse allora
e ribadisce oggi Cardelli – abbiamo
consegnato la documentazione
e chiesto l’archiviazione. Le
carte presentate agli inquirenti
chiariscono bene che non abbiamo
nascosto nulla”.

L’indagine sul Titano
E’ di questi giorni, però, la noti-
fica a Cardelli che nei suoi confronti
si sta indagando per quei
fatti anche da parte del tribunale
sammarinese. La contestazione
mossa è di riciclaggio. “L’indagine
venne aperta allora – dice
il commercialista – ma fino a un
paio di settimane fa non sapevo
che ci fosse l’inchiesta a San Marino
nei miei confronti. Comunque
– riferisce – già all’epoca
vennero a fare le loro verifiche
banca Centrale e Aif e non ci
segnalarono nessuna irregolarità
nelle operazioni con la Cina”.
Quello che viene contestato è,
quindi, il trasferimento di denaro
cinese di provenienza illecita attraverso
la Fininternational, per
occultarne la provenienza. Cardelli
dovrà probabilmente essere
sentito nei prossimi giorni dagli
inquirenti sammarinesi.

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