Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Dissequestro conti di Marcucci il giudice si riserva di decidere

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Dissequestro conti di Marcucci il giudice si riserva di decidere

L’informazione di San Marino

Ribadite dai legali le eccezioni costituzionali sulla applicazione retroattiva e sulle prove. “Non ci è stato concesso di portarne a discolpa”

Dissequestro conti di Marcucci il giudice si riserva di decidere

Antonio Fabbri

Sia sulle eccezioni di legittimità costituzionale sia sul merito del reclamo, il Giudice Lamberto Emiliani si è riservato di decidere nei tempi previsti per legge. Venti giorni.

La requisitoria del Pf
L’udienza di ieri si è aperta
con la requisitoria del Pro fiscale,
Giovanni Belluzzi che
ha definito “del tutto legittimo
il sequestro di denaro a fini di
confisca da parte dell’inquirente.
Il commissario della legge
ha esercitato il potere riconosciutogli
dalle norme”.
Ritenute dal Pro fiscale non
fondate anche le eccezioni di
legittimità costituzionale sollevate
dai legali di Marcucci. “I
legali sostengono che impedendo
all’indagato di esercitare
la propria attività lavorativa
a causa della bloccata attività
bancaria, quanto disposto perderebbe
natura cautelare diventando
afflittiva e questo sarebbe
in contrasto con il principio di
non colpevolezza fino a condanna
definitiva. La procura
fiscale ritiene questa eccezione
non fondata. L’indagato non
è stato sospeso dall’Ordine
degli avvocati e quindi non gli
è impedito l’esercizio della professione”.
Anche per l’altra eccezione,
relativa alla irretroattività delle
norme sulla confisca essendo i
fatti avvenuti prima dell’entrata
in vigore delle nuove norme
in materia, il Pf ha chiesto il
rigetto citando sentenze precedenti.
Stessa posizione anche
per il terzo motivo di eccezione
costituzionale, che era relativo
proprio all’articolo 199 bis,
quello sul riciclaggio. La procura
fiscale ha quindi chiesto
la conferma dei provvedimenti
adottati.

Marcucci si proclama
totalmente innocente

“In apertura – ha detto l’avvocato
Gloria Giardi – assolviamo
a dovere professionale
e morale. Il nostro assistito si
proclama totalmente innocente.
Consci che questa sede non è
quella idonea per entrare nel
merito delle accuse, vogliamo
però assolvere a questo dovere
che ci è stato richiesto dal nostro assistito”.
Quindi le eccezioni. Sulla confisca
per equivalente l’avvocato
Giardi ha ribadito che quella
del sequestro ai fini di confisca
è una misura afflittiva, considerato
che Marcucci si trova
nella impossibilità sostanziale
di lavorare.

“Questa norma è
una forte novità per il nostro
ordinamento. Introdotta nel
2013, in epoca successiva agli
addebiti mossi a Marcucci. Non
è quindi suscettibile di applicabilità.
Il PF fa riferimento a
giurisprudenza datata e insiste
sul carattere non sanzionatorio
della confisca. Invece secondo
noi è autorevole giurisprudenza
recente e anche della Corte europea
dei diritti dell’uomo, che
indica la confisca proprio come
una sanzione. Su questo tema
si pronuncia anche la Convenzione
di Varsavia del 2015
recentemente ratificata.

La
confisca è una sanzione, quindi
il sequestro a tale fine vizia di
retroattività il provvedimento
preso”.
Contestata anche quella che i
legali ritengono una inversione
dell’onere della prova in ambito
di riciclaggio.

“Nonostante
questo abbiamo fatto infinite
istanze probatorie. Nessuna
delle prove chieste da noi è stata
assunta. Abbiamo domandato
un confronto con i presunti
sodali, abbiamo chiesto come
testi Bruscoli e Kankun, ma non
ci è stato concesso. Abbiamo
chiesto anche il dissequestro
della cassetta di sicurezza, il
cui contenuto altro non erano
che i regali della Cresima e
della Comunione delle figlie.
Neanche questo è stato preso in
considerazione. Il nostro assistito
ha chiesto indagini patrimoniali
sul proprio conto e su
quelli dei famigliari. Addirittura
avremmo rilasciato procura
per andare a fare verifiche in
Italia o all’estero in modo che
non sarebbe stata necessaria
neppure la rogatoria. Abbiamo
chiesto indagini sulla Bruper di
cui Marcucci è stato presidente
per un mese poi si è dimesso.
Ma nulla. Non siamo stati messi
in grado di poter portare noi le prove. L’inquirente, voglio
ricordare, non è un pubblico
ministero, ma è terzo e deve garantire
la ricerca coscienziosa
e diligente della verità. Questo
avremmo preteso dagli inquirenti
e questo, quanto meno nel
caso di Marcucci, ci sembra
non ci sia stato”, ha detto Gloria
Giardi.

“La condotta di Marcucci – ha
aggiunto – è tutto il contrario
del riciclatore. Ci trovavamo
allora in un regime volutamente
opaco e non trasparente. Tutti
usavano i libretti al portatore
come mezzo di pagamento. Il
riciclatore nasconde. Marcucci
ha invece disvelato certe
somme, mettendo il suo nome
come intestatario del libretto e
dichiarandole sue e non di Giuseppe
Mazzini o Pinco Pallino.
La sua situazione patrimoniale
è di totale pulizia e trasparente
su quanto possiede”.

“Conti sbagliati”
L’avvocato Paolo Reffi, nel
ricalcare le eccezioni fatte dalla
collega, ha aggiunto un elemento
ulteriore per richiedere
al giudice di terza istanza la
revoca del sequestro ai fini di
confisca: i calcoli.
Il legale ha rilevato che i calcoli
degli importi sui quali pende
l’accusa di riciclaggio, riciclaggio
e sulla base dei quali
sono in atto i sequestri, sono
sbagliati.
“Lo stesso importo, in più di
un caso, è stato conteggiato
due volte attuando una sorta di
moltiplicazione dei pani e dei
pesci che non trova riscontro.

Cito un caso, ma ce ne sono altri.
I 130 mila euro del libretto
Linda, la cui provenienza non
è dimostrato sia illecita, hanno
visto sommata un’altra movimentazione
di 85mila euro, che
però erano una parte di quei
130. Dagli stessi proveniva
un’altra movimentazione da
25mila euro, sempre sommata.
A questi sono stati aggiunti
altri 50 mila euro che però erano
di provenienza di un conto
personale di Marcucci, e non di
chissà quale provenienza illecita”.

Secondo il calcolo dell’avvocato
Reffi, dunque, sarebbero
stati conteggiati in più 160mila
euro in questo specifico caso.
“Il risultato è che Marcucci si
vede disposto il sequestro di
somme per importi esorbitanti
che non ha mai nemmeno
visto”. Nei suoi confronti è
stato disposto un sequestro per
equivalente di circa 1,4 milioni
di euro.
Il giudice si riserva di decidere

Il Giudice di Terza Istanza Il Giudice di Terza Istanza Lamberto Emiliani ha voluto ascoltare nella medesima udienza le conclusioni delle parti sia sulle eccezioni di costituzionalità sollevate, sia sulle contestazioni relative al sequestro e alla richiesta di revoca dei provvedimenti che hanno congelato i beni di Marcucci. Quindi si è riservato di decidere. E’ molto probabile, quindi, che prima compirà una valutazione sulla “non manifesta infondatezza”, questa l’espressione giuridica, delle eccezioni di costituzionalità. Se le riterrà fondate trasmetterà gli atti al collegio garante. Diversamente, se cioè dovesse valutare infondata l’eccezione di costituzionalità, procederà con la valutazione dell’istanza di dissequestro decidendo su questa. Il giudice si è riservato di compiere queste valutazioni ed emettere la sentenza nei termini di legge, vale a dire entro venti giorni.

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