Antonio Fabbri – L’Informazione di San Marino: FinProject, riciclati 330 milioni di euro della mafia cinese e della ‘ndrangheta

Antonio Fabbri – L’Informazione di San Marino: FinProject, riciclati 330 milioni di euro della mafia cinese e della ‘ndrangheta

L’informazione di San Marino

La
contestata associazione a delinquere catalizzava attraverso FinProject l’immensa
liquidità delle organizzazioni malavitose

 Riciclati 330 milioni di euro
della mafia cinese e della ‘ndrangheta

 Erano proprio alcuni politici
sammarinesi a cercare i denari della criminalità

Antonio Fabbri – 

SAN MARINO. Sulla attività della contestata associazione a delinquere che
ha portato lunedì all’arresto
di Fiorenzo Stolfi
ed ha ampliato l’indagine anche a Gianluca Bruscoli e
Nicola Tortorella, pesa in maniera inquietante il riciclaggio del denaro della
criminalità organizzata. Secondo gli inquirenti, addirittura, era l’associazione
a delinquere nostrana che andava a cercare i denari di illecita provenienza. Una
liquidità in quantità impressionante che poteva essere fornita dalle mafie e
finiva gestita dall’associazione. Soldi di mafia cinese, camorra, ‘ndrangheta  e
criminalità organizzata italiana che passavano attraverso FinProject ritenuto il
collettore principale delle attività dell’associazione a delinquere.

Il gruppo alla ricerca
del denaro della criminalità
Particolarmente allarmante è il fatto che i fondi che arrivavano
all’associazione a delinquere attraverso FinProject, derivassero in buona parte
dal riciclaggio di immense somme fornite dalle mafie.Non solo. I magistrati
sottolineano anche come ci fosse
una particolare predilezione
di politici sammarinesi verso
esponenti della criminalità,
come emerso, ad esempio, anche
nelle indagini sulla vicenda
Fincapital. In questo contesto
viene evidenziato come era stato
proprio chi deteneva cariche
politiche a farsi promotore di
relazioni d’affari con esponenti
della criminalità organizzata.
Viene citato un passaggio nel
quale Stolfi si era incontrato con
Franco Vallefuoco e l’avvocato
Massimiliano Annetta per
parlare di una attività a Firenze.L’attività doveva coinvolgere
un progetto economico nel capoluogo
toscano. I tre si videro
negli uffici dell’Ises, la società
di recupero crediti di Vallefuoco
e Roberto Zavoli, in un incontro patrocinato da romano Zanotti,
massone e tra i fondatori
della Fincapital di Livio Bacciocchi,
finanziaria che ebbe
tra i primi soci, fra l’altro, pureStolfi con un versamento di
100milioni di lire su un libretto
al portatore denominato “stella”
per l’acquisto del 10% delle
quote. Nell’ambito dei rapporti con Vallefuoco rientra anche
l’intercettazione nella quale
l’avvocato Massimiliano Annetta,
difensore di Stolfi e di diversi
altri indagati della tangentopoli
sammarinese, parlando
con Vallefuoco che lo chiama
Massimo e gli chiede se segue
ancora la politica sammarinese,
pronuncia la famosa frase: “…il
mio amico è inguaiato… Quello
che faceva il ministro”. Il ministro
“Fiore”, specificherà poi la
Direzione investigativa antima-
fia di Napoli.
Anche Podeschi, ricostruiscono
gli inquirenti sammarinesi, si
rivolse a Vallefuoco per il recupero
di alcuni ingenti crediti in
Grecia riconducibili a Biljana
Baruca.

La mafia cinese, la
‘ndrangheta e i mandati
Maiale, Cinghiale e Muflone
Tre mandati fiduciari presenti
in FinProject, la cui attività era
funzionale all’approvvigionamento
di denaro per i membri della contestata associazione
a delinquere, erano i collettori
del transito, evidentemente non
disinteressato, delle imponenti
somme di denaro della mafia
cinese e della ‘ndrangheta.
La magistratura calcola che
a partire dal 2003 e fino agli
inizi del 2010 siano transitati
oltre 330milioni di euro, con
passaggi attraverso società le
più disparate e situate in varie
parti del mondo. In particolare
gli inquirenti rilevano come
attraverso i mandati fiduciari
Maiale e Muflone la FinProject
abbia agito come il referente
della mafia cinese e delle organizzazioni
criminali italiane.
Viene citato il caso di Giuseppe
vinciguerra che nell’ambito
dell’operazione “Tibet” del
marzo scorso, è stato indicato
dagli inquirenti dell’Antimafia
milanese come colui che faceva
da ponte per approvvigionare la
banca clandestina del boss della
‘ndrangheta Giuseppe Pensabene. Vinciguerra a marzo è fi-
nito sotto custodia cautelare, per
ordine della procura di Milano,
con le accuse di associazione
mafiosa, estorsione, riciclaggio
ed esercizio abusivo del credito.
Per i magistrati sammarinesi
FinProject praticamente “smistava”
il denaro sporco e si
serviva della enorme liquidità
della mafia cinese per mettere a
disposizione della ‘ndrangheta
il denaro per svolgere l’attività
bancaria clandestina (vedi L’informazione
del 6 marzo 2014).
Di chi erano Bcs e finproject
Dalle ricostruzioni degli inquirenti
risulta dunque che
FinProject era catalizzatore di
questa immensa mole di denaro
riciclato.

Ma di chi era la finanziaria?
Finproject risulta al 20%
di Gianluca Bruscoli e all’80%
di Mohamed Mohamed Kankun,
indicato come un funzionario
libico vicino a uno dei figli
di Gheddafi. Kankun secondo
le ricostruzioni movimentava
tangenti, destinate all’apparato
libico, attraverso la finanziaria.
In realtà il sospetto è che fosse
un prestanome che nascondeva
i veri soci. Bruscoli, nonostante
fosse azionista di minoranza,
gestiva la finanziaria e ne
era amministratore facendo
da elemento di raccordo con
Bcs. Bruscoli infatti attraverso
FinProject deteneva la maggioranza
delle quote di Banca
Commerciale Sammarinese, per
conto proprio e per terzi. Tra
questi terzi c’era un 3% riconducibile
a Fiorenzo Stolfi, socio
innominato, un 3% a Giuseppe
Roberti e un 10% di Luigi
Moretti-Roberto Ragini. Dati,
questi, ricavati da appunti dello
stesso Bruscoli. Gli inquirenti
ritengono che proprio il sistema
FinProject-Bcs fosse funzionale
al riciclaggio e all’approvvigionamento
della contestata associazione
a delinquere.

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