Antonio Fabbri, L’informazione di San Marino: Podeschi e Baruca restano dentro. Rigettata l’istanza di scarcerazione

Antonio Fabbri, L’informazione di San Marino: Podeschi e Baruca restano dentro. Rigettata l’istanza di scarcerazione

L’informazione di San Marino

 La difesa ricorre ancora, mentre sono state rigettate anche le istanze di revoca del sequestro di un immobile della figlia

Podeschi e Baruca restano dentroRigettata l’istanza di scarcerazione

Antonio Fabbri 

Il giudice delle appellazioni Lanfranco Ferroni ha rigettato la nuova richiesta di scarcerazione avanzata dai legali di Podeschi e Baruca, Stefano Pagliai e Massimiliano Annetta, presentata dopo gli interrogatori sostenuti dal commissario del legge Alberto Buriani il 10 e 11 luglio scorsi. Interrogatori che, secondo i legali, dovevano aver chiarito la vicenda dei passaggi di denaro. Evidentemente, però, per la magistratura non è così.

Ma i provvedimenti emessi dal giudice di secondo grado sono ancor più pesanti perché, oltre ad avallare di nuovo l’impianto accusatorio, rigettano anche le correlate istanze di dissequestro di beni sottoposti a misura preventiva. Tra questi beni l’immobile intestato alla figlia di Podeschi che, tramite l’avvocato Achille Campagna, aveva presentato richiesta di revoca del sequestro giudiziario.

Il rigetto dell’istanza
di scarcerazione
L’ordinanza del professor Ferroni
è pesantissima e conferma
l’impianto accusatorio che, anzi,
vede gli indizi di colpevolezza
addirittura aggravarsi, secondo
il giudice.
Addirittura in un passaggio il
giudice parla di frasi, contenute
nella richiesta di scarcerazione
degli avvocati, offensive per la
magistratura e per la Repubblica
di San Marino. In sostanza Ferroni
afferma che nessuno degli
argomenti portati dalla difesa ai
fini della revoca della custodia
cautelare, può essere condiviso.

La posizione a difesa
La posizione della difesa, riportata
negli atti con i quali è stata
chiesta la scarcerazione, è quella
emersa nei giorni scorsi, secondo
la quale l’attività della Clabi
Ltd riconducibile a Podeschi e
Baruca, sarebbe stata di consulenza,
o ancora di progettazione,
di sponsorizzazione, di mediazione
per investimenti immobiliari.
A supporto di questo è
stato depositato ieri un contratto
e i legali fanno leva sulle visite
più o meno istituzionali di esponenti
politici sammarinesi nelle
location degli alberghi della
catena Aman Resort.
Il giudice delle appellazioni,
tuttavia, come aveva già fatto
l’inquirente in prima battuta,
sostiene che si tratti di giusti-
ficazioni contraddittorie, con
consulenze affidate a soggetti
che non avrebbero le adeguate
professionalità, con pagamenti a
delle società e non direttamente
a persone fisiche, come sarebbe
logico trattandosi di consulenze.
Continuano ad essere anomali
per il giudice anche i noti
passaggi di denaro tra Clabi e
Black Sea Pearl, situate entrambe
in paradisi fiscali al di fuori
di San Marino. Il giudice delle
appellazioni parla addirittura di
scarsa credibilità relativamente
al contratto di consulenza che
dovrebbe sostenere la posizione
difensiva.

L’attività di lobbing
La difesa qualifica quella di
Podeschi, Baruca e altri indagati
o soggetti che compaiono nelle
indagini, come attività di lobbing.
Attività di persone, cioè,
che avendo comuni interessi e
scopi si mettono insieme per
esercitare influenza su chi possa
prendere decisioni politiche. Ma
questo, se per la difesa sarebbe
un elemento a discarico, non è
così per il giudice di secondo
grado che, al contrario, rileva
come, quanto meno per Podeschi,
questa qualificazione
sarebbe un indizio ulteriore di
colpevolezza. Ciò considerato
il fatto che l’attività di lobbing,
diffusa nei paesi anglosassoni
che l’ammettono, è legittima se
chi la esercita non appartiene al
parlamento o al governo… e non
è il caso di Podeschi.

La parte offensiva del ricorso
Il Giudice di secondo grado
rileva come il ricorso in una sua
parte sia addirittura offensivo
per l’autorità giudiziaria sammarinese
e per la Repubblica. Si
tratta di un passaggio nel quale
i difensori esprimono stupore
sul fatto che una contestazione
come quella mossa a Podeschi
e Baruca, venga fatta proprio
dal tribunale di San Marino,
che fino a poco tempo fa era in
black list ed annoverato tra i
paradisi fiscali.
Il giudice delle appellazioni
oltre a rilevare come una tale
affermazione in un atto giudiziario
sia offensiva e del tutto
fuori luogo, sottolinea come sia
allo stesso tempo in palese contraddizione
con le tesi difensive,
che da un lato sostengono che
La difesa ricorre ancora, mentre sono state rigettate anche le istanze di revoca del sequestro di un immobile della figlia
la Clabi Ltd sia stata costituita
alle Marshall per beneficiare di
un regime fiscale privilegiato, e
allo stesso tempo si contraddicono
sostenendo che anche San
Marino era paradiso fiscale e,
per definizione, aveva quindi
un regime d’imposte leggero.
In tal modo, per il giudice, si
rende inconsistente la stessa
giustificazione con la quale la
difesa intendeva motivare la
costituzione della Clabi Ltd in
uno stato off-shore. Come dire:
se si sostiene che San Marino
era paradiso fiscale, che bisogno
c’era di andare alle Marshall?

Il reato presupposto
Il giudice delle appellazioni
Lanfranco Ferroni smonta
anche la contestazione della
difesa secondo cui mancherebbe
l’identificazione del reato
presupposto, l’illecito, cioè, che
sta alla base della provenienza
del denaro sporco. Ebbene,
citando recenti sentenze del
giudice delle appellazioni David
Brunelli, il professor Ferroni
sottolinea che chi indaga per
riciclaggio, provata l’anomalia
delle movimentazioni finalizzate
all’occultamento del denaro, non
è tenuto a dimostrare l’esatta tipologia
del reato da cui derivano
i soldi illeciti, essendo sufficiente
una interpretazione logica che
rispecchi gli elementi acquisiti.
Ecco, secondo il giudice Ferroni
la dimostrazione nel caso speci-
fico c’è, vista la polverizzazione
delle somme ingenti trasferite e i
passaggi su innumerevoli società
off-shore.

La persistenza
delle esigenze cautelari
Secondo Ferroni permangono,
così, le esigenze cautelari alla
base dell’ordinanza di custodia.
Il giudice, ritenendo che, contrariamente
a quanto sostenuto
dalla difesa, non siano state da
questa fornite ricostruzioni dettagliate,
rileva come sussistano
ancora i rischi di inquinamento
delle prove. Particolare peso, in
questa esigenza cautelare, ha il
fatto che Podeschi sia stato un
uomo politico influente e, ancora
oggi, con non poche entrature.
Per il giudice gli indizi di colpevolezza,
che ritiene univoci,
non sono venuti meno dopo gli
interrogatori, ma addirittura si
sarebbero rafforzati.

La difesa ricorre ancora
Gli avvocati lo avevano preannunciato
che avrebbero fatto
ancora ricorso, già prima del deposito
della decisione di secondo
grado. Così, proprio ieri mattina,
i legali Annetta e Pagliai hanno
presentato una nuova istanza di
scarcerazione facendo leva sul
contratto che secondo la posizione
difensiva giustificherebbe i
versamenti fatti dalla Black Sea
Pearl Ltd alla società Clabi Ltd.
Un documento che i legali contano
possa avere un peso ai fini
della revoca della misura cautelare,
anche se va considerato,
come rileva tra l’altro il giudice
delle appellazioni Ferroni, che
quella legata alla Clabi Ltd non
è l’unica contestazione alla base
dell’ordinanza di custodia in
carcere.

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