Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Riciclaggio di 1,5 milioni del narcotraffico / Caso in appello

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Riciclaggio di 1,5 milioni del narcotraffico / Caso in appello

L’informazione di San Marino

Riciclaggio di 1,5 milioni del narcotraffico  Caso in appello 

Davanti al giudice Brunelli la vicenda dei soldi, occultati attraverso mandati fiduciari in Smi, del trafficante arrestato in Spagna. Alla sbarra la compagna e un avvocato di Napoli, condannati in primo grado rispettivamente a 4 anni e 4 anni e mezzo

Antonio Fabbri

Riciclaggio dei soldi del narcotraffico, torna in aula per l’udienza di appello davanti al giudice David Brunelli il caso di “Lady Narcos”, così era stata etichettata dai giornali italiani, e dell’avvocato napoletano accusati di riciclaggio dei denari di provenienza illecita di Diego Gostisa, oggi 63enne, all’epoca dei fatti agli arresti in Spagna per traffico internazionale di stupefacenti, appunto.

I due imputati in primo grado, il 29 giugno del 2013, sono stati condannati dal giudice Alberto Buriani: 4 anni per Regina Celia Raselo Lima e 4 anni e mezzo per Alexandro Maria Tirelli, avvocato napoletano. I due sono accusati di avere movimentato denaro proveniente dall’attività di Diego Gostisa con il fine di occultarne l’origine illecita. Da un mandato fiduciario presso la Smi intestato a Gostisa i due, nel luglio del 2009, avevano fatto trasferire i denari, circa 1,5 milioni, su un altro mandato a loro intestato.

Oltre
a questa erano state
compiute una serie di
altre movimentazioni
che hanno configurato
secondo l’accusa il reato
di riciclaggio. Nel processo
del giungo 2013
il procuratore del fisco,
Roberto Cesarini, aveva
confermato i capi di
accusa. Accuse rigettate,
invece, dai difensori,
gli avvocati Pansini e
Cesarano, domiciliati
presso l’avvocato
Allegri, per Alexandro
Tirelli, e Rossano Fabbri
per Regina Lima.
Subito, appena emessa
la sentenza, l’avvocato
Fabbri aveva dichiarato
“Faremo appello perché
non riteniamo corretta
la decisione e anche
perché va tenuta alta
l’attenzione su questo
modus operandi che
lascia molto perplessi
soprattutto perché posto
in essere da organismi
che hanno poteri pesanti
verso gli operatori”.
Di fatto la difesa
riteneva che fosse stata
la Smi a consigliare le
movimentazioni del
denaro una volta sentita
l’Agenzia di informazione
finanziaria.
Una tesi che il giudice
di primo grado
non aveva ritenuto di
condividere disponendo,
oltre alla condanna
alla prigionia, anche
la confisca dei soldi
posti sotto sequestro e
per equivalente, per un
importo complessivo di
oltre 1,5 milioni.
Oggi il caso, il secondo
per riciclaggio che
arriva in appello per la
decisione definitiva (il
primo caso è stato quello
di Rosario Sofia e dei
68 libretti al portatore),
torna dunque in tribunale
davanti al giudice
David Brunelli.

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