Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Scarcerati Mirella Frisoni e Mirco Mazzocchi

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Scarcerati Mirella Frisoni e Mirco Mazzocchi

 L’informazione di San Marino

Durante gli interrogatori
i due avrebbero fornito collaborazione ai magistrati. Il gendarme era in carcere
dall’8 agosto. Una notte per la donna
/ Scarcerati Mirella
Frisoni e Mirco Mazzocchi
/ Venute meno le esigenze cautelari
alla base dell’arresto
/ Ai Cappuccini rimangono Podeschi, Stolfi e
Baruca
/ Nell’ordinanza che riguarda l’imprenditrice si ricostruisce
come, secondo l’accusa dei magistrati, dietro le fatture e le consulenze
fittizie passasse il denaro illecito delle tangenti e del riciclaggio

Antonio Fabbri 

 Complessivamente 4 ore circa
di interrogatorio, tra giovedì
sera e ieri nella tarda mattinata.
Poi il provvedimento di scarcerazione
per Mirella Frisoni, uscita
dal carcere attorno alle 16 e 50. E’
durata una notte la sua detenzione
cautelare.
scarcerata Mirella

Scarcerata
Mirella Frisoni
.“Ha fornito subito ampia collaborazione. Dopo
l’audizione di giovedì sera, ieri mattina c’è stato un supplemento di
interrogatorio per chiarire alcuni aspetti. Cosa che è avvenuta. Dopo i
riscontri dell’autorità giudiziaria è stato emesso nel pomeriggio di ieri il
provvedimento di scarcerazione”. Così l’avvocato Antonio Masiello. Una notte ai
Cappuccini, quindi, è durata la detenzione della Frisoni
che ora torna libera, pur rimanendo indagata
per riciclaggio
. I giudici hanno infatti ravvisato il venir meno del
pericolo di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato che erano alla
base della carcerazione preventiva.
Nel primo caso, anche sulla base
dei i riscontri trovati alle parole
della donna e alla documentazione
indicata, i magistrati hanno
ritenuto evidentemente soddisfacente
la testimonianza acquisita,
nella quale sarebbero stati anche
indicati dei testimoni ulteriori.
Dall’altro lato è evidentemente
venuto meno il pericolo di reiterazione
del reato, essendoci stato
il sequestro dell’intera documentazione
della società della Frisoni,
attraverso la quale è accusata
di aver commesso il riciclaggio di
denaro che le viene contestato.

Scarcerato
Mirco Mazzocchi
. Anche per Mazzocchi,
al quale viene contestato il favoreggiamento per l’episodio
delle ricetrasmittenti
passate a Podeschi e Baruca consentendo la
comunicazione tra loro e con l’esterno, i magistrati hanno dunque ritenuto che
siano venute meno le esigenze cautelari del rischio di inquinamento delle prove
e reiterazione del reato. Anche i legali dell’uomo, Fabio Di Pasquale e Maria
Selva, sostenevano come, al di là del merito dell’accusa di favoreggiamento, i
motivi per il permanere della misura detentiva fossero venuti meno.

“Non
c’erano più i presupposti – spiega
l’avvocato Maria Selva – il mio
assistito è stato sospeso sine die
dal Congresso militare fino alla
definizione della sua situazione
processuale. Quindi non può più
prestare servizio. Allo stesso tempo
l’acquisizione di prove da parte
della magistratura è avvenuta,
per questo ritenevamo che non ci
fossero più ragioni perché restasse
in carcere”. L’interrogatorio di
giovedì è stato poi evidentemente
risolutivo e nel pomeriggio di ieri
Mazzocchi, che era stato arrestato
lo scorso 8 agosto, è uscito
dal carcere dopo due mesi e due
giorni. A questo punto i legali del
gendarme, che avevano presentato
reclamo in terza istanza per
contestare la legittimità del permanere
della misura cautelare,
hanno annunciato che rinunceranno
all’impugnazione. Restano
ad oggi detenuti in via preventiva
presso il carcere dei Cappuccini,
Claudio Podeschi e Biljana Baruca,
arrestati lo scorso 23 giugno,
e Fiorenzo Stolfi, arrestato l’8
settembre.
Per tutti gli indagati che si trovano
ancora in carcere le esigenze
cautelari sono quelle del pericolo
di inquinamento delle prove e reiterazione
del reato.

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Dall’indagine emerge che le
mazzette siano state mascherate
spesso dietro apparenti
operazioni commerciali, vendita
di licenze, o consulenze. Ed è
proprio questo che gli inquirenti
addebitano a Mirella Frisoni e
alla sua società. Una attività intermedia
mirata a fornire servizio
di riciclaggio così come altri
faccendieri e prestanome che
sono emersi, o presumibilmente
emergeranno, dalle carte delle
indagini. Questa l’accusa che
diventa anche problema economico
e sociale, dato che , vista
l’entità, gli importi, le masse
movimentate fino ad ora saltate
fuori, si tratta di una economia
distorta che si era fatta sistema,
in danno del fisco sammarinese
e nello sfruttamento delle sue
istituzioni che, secondo gli inquirenti,
erano state asservite,
come già emerso e contestato,
all’interesse della associazione a
delinquere.

Le cartiere superano
le società serie

Un dato che viene rilevato dai
magistrati, ma che era già noto
anche dalle statistiche seguite
alla stretta tremontiana della
black list che ha inciso sull’economia
“fatturiera”, è quello del
numero delle società di importexport
di scritture false e fatture
per operazioni inesistenti. Un
numero che, rilevano gli inquirenti,
ha finito per superare
quello delle imprese realmente
produttive.
Questo di fatto soffocando, a
causa dell’esercizio discrezionale
del potere pubblico, chi
voleva veramente fare impresa
e investire nel paese. Così nel
proliferare delle cartiere spesso
molti politici, tramite i loro prestanome,
hanno partecipato alle
malefatte imprenditoriali di questo
sistema economico fittizio.
Questa la ricostruzione che i magistrati
specificano ulteriormente
dopo che, già nelle ordinanze
che hanno accompagnato i precedenti
arresti, avevano tracciato
il quadro di una situazione desolante.

La contestazione alla Frisoni

A Mirella Frisoni, arrestata
giovedì nel primo pomeriggio
dopo la perquisizione di martedì
scorso nel suo ufficio, viene contestato
il riciclaggio, l’avere cioè
l’avere ostacolato e nascosto la
provenienza, ritenuta illecita, del
denaro frutto di tangenti e altri
reati, movimentato dalla contestata
associazione a delinquere
della quale si sono occupati altri
filoni di indagine. In particolare,
nelle movimentazioni ricostruite
ci sono i libretti della famiglia
Mazzini, con il passaggio di quegli
ormai famosi 200mila euro,
che secondo le ricostruzioni sono
una parte dei denari partiti dalla
Fondazione per la promozione
economica e finanziaria riconducibile
a Podeschi e amministrata
da Pietro Silva, poi passati sul
libretto Brasile, di qui a Palme e
Pippo, e infine sul libretto Stelle
Durante gli interrogatori i due avrebbero fornito collaborazione ai magistrati. Il gendarme era in carcere dall’8 agosto. Una notte per la donna
in mano alla Frisoni. Ci sono
anche, però tutti i movimenti di
denaro che in una decina di anni
hanno interessato la N&B New
Business, la società della donna.
Nelle contestazioni, così, vengono
ricostruite le movimentazioni
di denaro che hanno avuto come
destinataria l’imprenditrice e la
sua società. Si parla di oltre 2
milioni di assegni la cui provvista
era tratta su banche italiane;
circa 920mila euro (non milioni
come erroneamente riportato
ieri, ndr.) di cheques da banche
sammarinesi; oltre 34mila euro
provenienti dall’accredito di assegni
bancari presso Bcs; più di
2,2 milioni provenienti da assegni
circolari; oltre 260mila euro
da versamenti in contanti e oltre
8 milioni e mezzo accreditati
con bonifici che avevano come
causali le fatture o le provvigioni
relative all’attività della sua società
di consulenze. Una attività
riferita all’arco di dieci anni,
insomma, che ha consentito di
accreditare sui conti della Frisoni
complessivamente circa 15milioni
di euro.

I nomi delle società

Dalla ricostruzione degli inquirenti
Mirella Frisoni risulta
essere stata socia o amministratrice
in dodici società. Cinque di
queste – la Planet Progetti, DTM
srl, Free Service International
srl, Shadow Service srl, Solution
Service srl – con sede nello stesso
ufficio all’Admiral Point di
Dogana. Poi ci sono la Pantarei
srl ed Europa Service srl, anche
queste con sede allo stesso numero
civico a Dogana in Via dei
Paceri. Poi ci sono la Fibernet
spa, Terzo Stadio srl, Eurostrada
srl, Valea srl, Rhinks TeleHouse-
Internet Excange s.a.

La Frisoni condotta
da Germano De Biagi
nell’abbraccio
mortale di Roberti

Le esigenze cautelari, vista la
scarcerazione e compiute le debite
valutazioni dei magistrati,
per la Frisoni sono venute meno.
Uno degli aspetti ravvisato come
elemento che ha aggravato il pericolo
di inquinamento delle prove,
era stato però l’incontro della
Frisoni con Giuseppe Roberti,
altro indagato al quale in diverse
circostanze viene contestata anche
l’associazione a delinquere.
Proprio quell’incontro del quale
è stata depositata dall’avvocato
di Roberti, Rossano Fabbri, la
registrazione in tribunale. A
quell’appuntamento la Frisoni
era stata condotta da Germano
De Biagi. Secondo gli inquirenti
in quella sede la donna era stata
indottrinata da Roberti su cosa
dire riversando le colpe su altri.
I giudici sostengono che quello
con Roberti fu per la Frisoni un
abbraccio mortale, che aveva lo
scopo di mettere in piedi dietrologie
per avvelenare il clima politico
e lanciare minacce all’indirizzo
di esponenti di governo,
attuali e passati.

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