L’Informazione di San Marino
Tangentopoli, non solo Bcs e FinProject
Antonio Fabbri
SAN MARINO. Il quadro dell’inchiesta portata avanti dal tribunale del Titano
legata al “conto Mazzini”, rivelatasi
una vera e propria tangentopoli sammarinese, è talmente vasto da tracciare
un panorama complessivo dell’attività dalla contestata associazione a
delinquere che è stato individuato, almeno per il momento, nell’arco degli
ultimi dieci anni, dal 2004 ad oggi. Lo scopo
dell’associazione a delinquere riscontrato dai magistrati era quello di
occultare e reinvestire, usando prestanome, soggetti affini agli
indagati e società di comodo, le mazzette pagate da imprenditori del settore
finanziario e immobiliare e non solo, per ottenere provvedimenti amministrativi
favorevoli come autorizzazioni,
licenze o altre agevolazioni, da parte di uffici preposti o , addirittura,
dal Congresso di Stato,
orientando, così, anche l’attività
politica.
I soldi delle mazzette, secondo i
magistrati, venivano poi occultati
tramite operazioni finanziarie,
immobiliari e il reimpiego
attraverso istituti finanziari
compiacenti. Tra questi istituti
finanziari i commissari della
legge firmatari del provvedimento
con il quale sono state
richieste le verifiche bancarie
e patrimoniali, indicano in
maniera palese e preponderante
la Banca Commerciale Sammarinese
e la collegata Finproject,
ma allo stesso tempo chiariscono
che non solo questa banca
e questa finanziaria erano
compiacenti e “in mano” all’organizzazione
criminale.
Torna proprio in questo contesto,
così, l’altro dato rilevante
sollevato dai magistrati: quello
delle partecipazioni occulte
di politici e non solo in istituti
finanzi.