Antonio Fabbri – L’informazione: FATCA, non possibile istituire un ‘aiuto’ amministrativo al Dipartimento Esteri

Antonio Fabbri – L’informazione: FATCA, non possibile istituire un ‘aiuto’ amministrativo al Dipartimento Esteri

L’informazione di San Marino

Strapotere degli Stati Uniti nel rintracciare e tassare dovunque i propri cittadini

FATCA, non possibile istituire un “aiuto” amministrativo al Dipartimento Esteri

Si tratterebbe di uno stato straniero che si frappone tra il cittadino statunitense e l’autorità degli Stati Uniti 

Antonio Fabbri

SAN MARINO. La situazione dei cittadini sammarinesi-americani sottoposti alle richieste del fisco Usa continua fare discutere tanto che recentemente è stato oggetto di una interrogazione presentata dai banchi di Alleanza popolare. Interrogazione alla quale il segretario agli esteri Pasquale Valentini, ha dato risposta nella seduta del Consiglio grande e e generale del 13 giugno scorso. Nella risposta all’interrogazione
i Segretario agli Esteri ha
ripercorso questioni note, come
il fatto che il fisco americano
chiede ai propri cittadini, ovunque
residenti, di dichiarare i loro
cespiti e di pagare le eventuali
imposte derivanti dai calcoli al
loro stato di origine. Sul tema si è sviluppato il cosiddetto Accordo Fatca. Su questo terreno il Segretario agli esteri ha chiarito che “Solo nel 2014,
dopo l’avvio della trattativa per
l’accordo FATCA e a seguito dei
numerosi incontri portati avanti
dalle Segreterie Esteri e Finanze
con il Consolato americano di
Firenze e l’Ambasciata americana
a Roma, è stato possibile
organizzare presso il Dipartimento
di Stato di Washington un
incontro ufficiale con il Segretario
di Stato Aggiunto per gli
Affari Europei Victoria Nuland
e avanzare direttamente al Governo
degli Stati Uniti la nostra
richiesta di accordi bilaterali
contro le doppie imposizioni”.  Fino a quella data le richieste dal Titano per un accordo contro le doppie imposizioni c’erano state, ma gli Usa non si erano mai mostrati interessati. Ora pare che un’apertura ci sia dunque stata, ma “non è stata definita ancora una tempistica per l’avvio di veri e propri negoziati, ma la Signora Nuland ha assicurato la propria assistenza e la disponibilità ad affiancare l’amministrazione sammarinese anche con la costituzione di specifici gruppi di lavoro. Al momento sono in corso reciproci scambi di informazioni e di dati per inquadrare una possibile impostazione dell’accordo”. L’accordo che c’è oggi con San
Marino è un accordo diretto “fra
gli istituti finanziari sammarinesi
e IRS, con un intervento da
parte dello Stato sammarinese,
teso ad alleggerire gli obblighi
e le procedure e ad individuare
una propria Autorità Competente
in relazione a tale accordo
intergovernativo. Tale autorità
svolge un ruolo solo in una fase
di eventuale “ritorno”, ossia
può essere attivata, a seguito
della trasmissione dei flussi da
parte delle istituzioni finanziarie
sammarinesi, qualora l’autorità
fiscale americana-IRS, nei
vagliare i flussi ricevuti dalle
singole Istituzioni Finanziarie,
ritenga di possedere elementi
per richiedere un approfondimento
di informazioni sui
propri contribuenti. In quel
caso tale richiesta dell’autorità
fiscale USA-IRS, dovrà essere
tramitata attraverso l’autorità
competente sammarinese che è
il Clo”.

Motivo di polemica in questa
vicenda era stato anche il fatto
che veniva lamentata scarsa
assistenza da parte dell’amministrazione
pubblica sammarinese.
Il perché di questo impedimento,
tuttavia, il segretario
agli esteri lo spiega così: “Va
sottolineato come il rapporto tra
uno Stato e i suoi cittadini, per
quanto concerne l’applicazione
ad essi delle proprie leggi, non
ammette il coinvolgimento di
altri Stati. Sono state comunque
sensibilizzate le autorità
statunitensi sulla particolarità
del caso sammarinese, sia per le
caratteristiche dei doppi cittadini
(che in gran parte risiedono
a San Marino da tanti anni), sia
per la loro presunta quantità in
termini percentuali. L’attivazione
di un punto di riferimento
amministrativo presso la Segreteria
di Stato (o il Dipartimento)
Esteri per ciò che riguarda le
pratiche consolari non è ovviamente
possibile, anche perché
sarebbe appunto il caso di uno
Stato straniero che si porrebbe
tra il cittadino statunitense e le
autorità degli Stati Uniti. Il consolato
comunica direttamente
con i propri cittadini o, nel caso,
con le associazioni dei cittadini
USA residenti a San Marino.
E’ stato però possibile organizzare,
in collaborazione con il
consolato a Firenze e l’IRS,
un incontro pubblico nel giugno
2015 nel quale sono state fornite
da funzionari dell’ufficio IRS di
Parigi tutte le informazioni sugli
adempimenti fiscali, incluse
le tempistiche, le modalità e le
fattispecie di redditi tassabili.
Inoltre si tengono periodicamente
a San Marino giornate di
incontri tra funzionari consolari
e i cittadini americani, con la
collaborazione degli Esteri e
delle associazioni di cittadini
americani residenti a San
Marino, in merito alle pratiche
consolari relative a passaporti,
numeri di sicurezza sociale
eccetera”.

A fronte del fatto che quello del
Fatca è un problema che riguarda
anche cittadini residenti in
altri stati, i firmatari dell’interrogazione,
i consiglieri di Ap
Nicola Renzi e Mario Venturini,
avevano chiesto se vi fossero
a livello europeo e mondiale
iniziative di stato contro “l’ingerenza
dagli Usa”.

No, è stata la risposta. “Vi
sono – ha spiegato il Segretario
Valentini – tentativi da parte di
singoli Stati, considerati paradisi
fiscali, di resistere alle richieste
statunitensi di informazioni bancarie
e fiscali e salvaguardare il
proprio regime di segreto bancario;
esistono inoltre iniziative di
protesta da parte di associazioni
di cittadini”, ma a quanto pare
con scarso successo.
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