Antonio Fabbri – L’informazione: Re nero, partito il processo

Antonio Fabbri – L’informazione: Re nero, partito il processo

L’informazione di San Marino

Re nero, partito il processo. L’agenzia delle entrate chiede di costituirsi parte civile

Rigettate tre eccezioni che contestavano difetti di notifica

Fissato serrato calendario di udienze Davanti al tribunale di Forlì 19 persone a giudizio più due soggetti giuridici Asset e Smam 

Antonio Fabbri

SAN MARINO. Si è aperto ieri mattina, nell’aula della Corte d’Assise del palazzo di giustizia di Forlì, il processo sul caso Re Nero, che otto anni fa, con l’inchiesta dei procuratori Fabio Di Vizio e Marco Forte, ha dato il via al terremoto giudiziario che ha poi coinvolto la Repubblica e l’intero sistema bancario e finanziario sammarinese. I rinvii a giudizio sono arrivati lo scorso 5 maggio. Su richiesta dell’attuale pubblico ministero, Filippo Santangelo, il Gup Camillo Poillucci ha rinviato a giudizio 19 persone. Sotto processo anche due soggetti giuridici: Asset Banca e Smam, San Marino Asset Management, per gli illeciti amministrativi derivanti da reato.Le accuse a carico degli imputati vanno, a vario titolo, dall’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, all’appropriazione indebita, all’ostacolo alla funzione di vigilanza, oltre a un’altra serie di illeciti contestati. A dover rispondere delle varie accuse mosse sono: Stefano Ercolani, presidente Asset; Barbara Tabarrini, direttore Asset; Vincenzo Dell’Aquila, presidente di Banca di Credito e Risparmio di Romagna (Bcrr) ed ex presidente del Coni regionale. Imputati anche Arnaldo Corbara, vice presidente è socio fondatore di Bcrr e socio di Mareco Plastic; Stefano Venturini, all’epoca dei fatti nel Cda di Bcrr e membro del consiglio di amministrazione di Asset; Valerio Abbondanza, socio fondatore di Bcrr e socio Asset; Stefano Galvani, socio ; Libero Montesi, commercialista e membro del collegio sindacale di Bcrr; Tonino Castellani, vicepresidente di Asset; Maria Pia Tura vice direttore di Asset; Andrea Ercolani, dipendente di Asset; Morris Celli, direttore di filiale di Asset; Silvana Amadori, Alessandra ed Elena Lombardini, la vedova e le due figlie di Athos, imprenditore della moda di Savignano. Imputati anche Corrado Albini, consigliere di Asset; Cristian Cicchetti, Daniele Santarossa e Alessandro Cervesato, dipendenti di Asset.
La corte e gli avvocati Il giudizio – nell’ambito di un processo che si preannuncia lungo per il numero degli imputati e dei loro legali, per i numerosi testimoni che verranno chiamati a deporre e per la complessità dei fatti che dovranno essere dibattuti – è affidato alla Corte presieduta da Massimo De Paoli con giudici a latere Antonella Zatini e Floriana Lisena. L’accusa è sostenuta dal sostituto procuratore Filippo Santangelo. Tra i difensori gli avvocati Gaetano Pecorella, Francesco Foschi, Marco Martines, Francesco Farolfi, Roberto Roccari, Nicola Mazzacuva, Filippo Sgubbi, Alessandro Petrillo, Carlo Nannini, Moreno Maresi.
Questioni sulle notifiche Nella prima udienza si è proceduto con la verifica delle notifiche. Sono stati sollevati tre difetti di notifica sui quali la Corte si è ritirata per circa tre ore per le verifiche sulla regolarità delle comunicazioni. La Corte ha rigettato tutte e tre le eccezioni valutandole infondate. Rigettata anche l’istanza fatta dall’avvocato di uno degli imputati, Arnaldo
Corbara, che ne aveva chiesto lo stralcio della posizione per motivi di salute. La Corte ha valutato non sufficiente la documentazione prodotta, concedendo comunque al legale di integrare le carte per poter effettuare ulteriori eventuali valutazioni sullo stralcio della posizione anche nelle prossime udienze.
Le parti civili La novità del processo di ieri è stata la richiesta, inaspettata per gli avvocati difensori, di costituzione di parte civile di tre nuovi soggetti. Già, infatti, si erano costituite a suo tempo la Banca d’Italia e la Bcrr. Ieri mattina ha presentato richiesta di costituzione di parte civile anche l’Agenzia delle Entrate, relativamente ad una serie di capi di imputazione per i quali l’ente ritiene di avere subito un danno dalle condotte contestate agli imputati, tra cui l’ostacolo alla funzione di vigilanza. A fare istanza per chiedere i danni derivanti dai reati contestati, anche altre due persone, Stefano Sghinolfi e Riccardo Lombardi. I due sono citati nel Capo “W” del decreto che dispone il giudizio. Risultano “parti offese” per degli assegni, provenienti dal reato di usura, per i quali viene contestato il riciclaggio agli imputati. Tre nuove corpose richieste di costituzione di parte civile, dunque, per esaminare le quali le difese hanno chiesto tempo. La Corte ha così accordato il rinvio dell’udienza al 16 febbraio. Il giudice De Paoli ha tuttavia manifestato la volontà di portare avanti il processo con determinazione ed ha fissato due udienze al mese, il primo e il terzo martedì, per tutto il 2016, salvo rinvii e ferie giudiziarie.

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