Cittadinanza attiva sul lavoro di cittadinanza presentato dal Psd

Cittadinanza attiva sul lavoro di cittadinanza presentato dal Psd

Si è svolta il 25 marzo l’Assemblea Congressuale del PSD durante la quale è stato presentato un documento con alcune proposte per rilanciare il Paese.

Premesso che Cittadinanza Attiva è sempre favorevole a confrontarsi su obiettivi precisi e non, come purtroppo avviene sempre più spesso nella politica sammarinese, su slogan privi di contenuto, non possiamo che sottolineare positivamente alcuni dei temi elencati dall’Assemblea, tra i quali la necessità di rapportarsi in modo crescente con l’Europa, l’internazionalizzazione, la realizzazione di nuovi investimenti, ecc.

In particolare però, quello del lavoro di cittadinanza è un progetto che Sinistra Unita e Civico10 hanno portato in Aula già nella scorsa legge finanziaria, ma che ha riscosso solo una tiepida accoglienza da parte della maggioranza, di cui fa parte anche il PSD.

L’emendamento proposto è stato respinto dopo che si era stata prospettata una generica condivisione dell’obiettivo ma che, nell’immediato, non poteva essere realizzato. Se dunque il Partito dei Socialisti e dei Democratici ha ora maturato la convinzione che questo strumento possa finalmente diventare realtà, nell’ottica di fornire un concreto sostegno alla crisi occupazionale, seppure in maniera parziale e temporanea ma pur sempre efficace, allora Cittadinanza Attiva non mancherà di partecipare agli incontri a cui verrà chiamata per illustrare tutti i dettagli dell’intervento proposto.

Così come non mancheremmo di portare il nostro contributo per la realizzazione delle misure proposte negli ultimi mesi e sulle quali il Consiglio Grande e Generale si è espresso favorevolmente, accogliendo specifici emendamenti alla Finanziaria dello scorso dicembre e traducendoli quindi in legge a tutti gli effetti.

A questo proposito ricordiamo due misure importantissime come la normativa sulla trasparenza, per la quale il Governo si è impegnato a emanare un regolamento entro il 31 marzo p.v. così come si era impegnato a legiferare entro giugno 2015 per le regole di accesso ai dati, e quell’ancora più strategica come la separazione bancaria, che porterà cioè a distinguere e differenziare anche in termini giuridici tra banche di raccolta e banche di affari, garantendo maggiormente i risparmi dei cittadini e restringendo il campo di intervento dello Stato in caso di bisogno.

Finora non abbiamo visto alcun provvedimento, neppure abbozzato, che vada a rispettare il dettato di legge, mentre non manca da parte del governo il moltiplicarsi di annunci volti a rassicurare circa la ripresa, il varo di nuovi mirabolanti provvedimenti, la ripresa della fiducia nel nostro Paese, di cui, purtroppo, nessuno ha visto dei riscontri concreti.

L’invito che ci sentiamo di rivolgere al PSD è dunque a passare dalle parole ai fatti, anche semplicemente andando a rivedere tutti gli impegni che governo e maggioranza si sono già assunti e magari da lì partire per iniziare a realizzare anche solo una parte degli interventi di cui si parla tanto. Per alcuni di questi non occorrono nemmeno tempi particolarmente lunghi.

Occorre solo la volontà di agire.

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