Sarà difficile smaltire la sbornia” di trent’anni di “gattismo”. Sarà difficile capire che è meglio essere tutti uniti per un paese sviluppato, sostenibile, solidale, equo, invece di coltivare ognuno il proprio orticello senza curarsi del vicino di casa.
La magistratura sta facendo il proprio lavoro, approfondendo gli intrecci tra politica e affari. Ma ai sammarinesi spetta un lavoro ancora più arduo, cioè quello di mettere un “punto” una volta per tutte a clientelismo, corruzione, voto di scambio e riconoscere queste prassi come reati che danneggiano tutto il paese.
È il punto di partenza per iniziare a porre fine ai problemi economici, alla distruzione dello stato sociale e poter immaginare un nuovo modo di vivere e fare politica.
Perciò è importante definire uno spartiacque tra il prima e il dopo, che non significa mettere un pietra sopra a quello che è successo, visto che il sistema clientelare e corrotto è ancora vivo e attivo. Significa aprire gli occhi e cominciare a darsi da fare.
Per questo RETE ha proposto cinque ordini del giorno (che dovranno passare al vaglio del Consiglio) con proposte concrete e simboliche per iniziare una nuova fase storica. Ad esempio si propone una commissione per valutare le figure dirigenziali nella PA, modifiche sui tempi di prescrizione dei reati, conflitti di interesse in Consiglio ecc.
Questi sono gli argomenti che approfondiremo durante la serata pubblica “Punto e a capo: ovvero come uscire dall’era Gatti e far rinascere il paese” che si terrà giovedì 11 febbraio alle ore 21:00 presso la sala Montelupo (Domagnano).
Ci confronteremo anche con il dott. Carlo Franciosi, il dott. Giovanni Giardi e il prof. Marino Cecchetti.
Queste proposte sono solo un primo passo. Perché non tutto è cambiato, ma nulla può essere come prima.
Movimento R.E.T.E.