Corriere della Sera, Fabrizio Massaro: Mps, il banchiere di Vanuatu svela i conti della banda del 5%

Corriere della Sera, Fabrizio Massaro: Mps, il banchiere di Vanuatu svela i conti della banda del 5%

Corriere della Sera

Mps, il banchiere di Vanuatu svela i conti della banda del 5%

L’inchiesta L’istituto offshore Uib e i legami con la Smi di San Marino

Fabrizio Massaro

 

Sull’isola di Vanuatu,
paradiso fiscale nell’Oceano
Pacifico, ha sede la United
investment bank (Uib), piccolo
istituto monosportello che offre
«sicurezza e riservatezza» a
poche centinaia di clienti selezionati,
«il 90% dei quali italiani
», come specificato in un annuncio
di ricerca di una segretaria.
Ora la banca offshore è finita
al centro dell’inchiesta Mps.
E un supertestimone ne sta svelando
i segreti: è Andrea Pavoncelli,
direttore generale di Uib,
che ha cominciato a collaborare
con gli inquirenti.
È in questa banca
che i pm Aldo
Natalini, Antonino
Nastasi e Giuseppe
Grosso e il
nucleo valutario
della Guardia di
Finanza hanno
rintracciato un
passaggio degli
1,4 milioni di euro
di Alessandro
Toccafondi, l’ex
manager del Montepaschi
vice di
Gianluca Baldassarri
(già capo dell’area finanza
di Mps) considerato il capo della
presunta «banda del 5%»,
cioè di quel gruppo di manager
che avrebbe preso tangenti dalle
operazioni finanziarie realizzate
per Mps. A fine 2009 quegli
1,4 milioni sono stati scudati da
Toccafondi attraverso la Smi di
San Marino e la sua controllata
italiana, la fiduciaria romana
Amphora. La Smi è una società
finanziaria, da un anno in liquidazione
coatta amministrativa,
controllata dal conte Enrico Maria
Pasquini, già ambasciatore
di San Marino in Spagna e presidente
della Ferrotramviaria (le
ferrovie di Bari).
Ai magistrati di San Marino
che lo indagano per riciclaggio,
Toccafondi ha dichiarato che i
soldi sono arrivati sui conti di
Vanuatu «direttamente da parte
di clienti che hanno beneficiato
della mia attività di consulenza
finanziaria», e che fu Pavoncelli
a suggerirgli di gestire il conto a
Vanuatu attraverso un mandato
fiduciario alla Smi. I pm senesi
sospettano invece che si tratti
delle «creste» sulle operazioni
finanziarie di Mps, realizzate talvolta
anche se del tutto squilibrate
ai danni della banca.
I pm di Siena, che per la prima
volta con una rogatoria a
inizio maggio hanno fisicamente
varcato i confini della Repubblica
del Titano, hanno ascoltato
tra le varie persone informate
sui fatti sia il conte Pasquini
(indagato a San Marino per violazione
delle norme bancarie e
a Roma per un’inchiesta sulla
Smi) sia Pavoncelli. Ma la caccia
ai soldi avrebbe potuto arrestarsi
ai conti di Vanuatu se quest’ultimo
non avesse deciso di
rispondere ai pm italiani.
Il banchiere della Uib avrebbe
chiarito diversi aspetti della
gestione dell’istituto offshore,
a cominciare d a l l a sua
«sovrapponibilità» con la Smi.
In entrambi i consigli di amministrazione
sedevano sia il Pasquini
sia Pavoncelli (che peraltro
è cognato del conte). Inoltre
Pasquini sarebbe stato socio indiretto
della Uib attraverso la Intersmi
di Madeira fino al 2010,
quando cedette le quote a Pavoncelli.
Ma il banchiere ha anche
messo a disposizione dei pm senesi
diversi documenti della
banca che non si sarebbero altrimenti
potuti ottenere se non
dopo una rogatoria internazionale
a Vanuatu. E dalle prime
carte è emerso che anche altri
presunti membri della «banda
del 5 per cento», come Antonio
Pantalena (ex funzionario Mps)
e David Ionni, broker della società
di intermediazione Enigma,
avevano conti alla Uib.
Come emerso ieri all’udienza
del Riesame di Siena sul dissequestro
dei 908 mila euro di
Pantalena congelati lo scorso
marzo, dalle carte di Pavoncelli
risulta che i conti di Pantalena e
Ionni alla Uib siano stati alimentati
da una stessa società offshore,
che per i pm potrebbe dunque
essere una centrale (o una
delle centrali) che veicolava le
«stecche» per l’intera «banda
del 5 per cento». San Marino e
Vanuatu non sarebbero comunque
gli unici Paesi-scudo. Il presunto
capo della «banda», Baldassarri,
in carcere a Siena, è ricorso
alla più tradizionale Svizzera,
dove avrebbe ancora circa
14 milioni di euro

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