Discorso del Segretario di Stato Pasquale Valentini alle Milizie

Discorso del Segretario di Stato Pasquale Valentini alle Milizie

Ecc. mi Capitani Reggenti

Colleghi di Governo

Signor Comandante Superiore delle
Milizie

Signori Comandanti ed appartenenti ai
Corpi Militari

Graditi Ospiti

Come consuetudine mi
accingo a portare, nella qualità di Deputato alla Milizie il saluto
del Governo alle Istituzioni Militari della Repubblica in occasione
di questa importante ricorrenza che per tutti i sammarinesi è
l’Arengo del 1906.

L’anno che è trascorso
è stato particolare e mentre siamo qui a celebrare e a premiare il
servizio e la fedeltà ai rispettivi corpi , non possiamo non
lasciarci interrogare dagli eventi che hanno caratterizzato questo
anno, eventi che ci interpellano e chiedono un cambiamento anche
nelle modalità con cui concepiamo la nostra militanza nei rispettivi
corpi, volontari o professionali che siano.

C’è oggi nel Paese una
maggior domanda di sicurezza e di controllo del territorio. Sono
tanti i fattori che segnalano questa esigenza: l’aumento di
fenomeni di microcriminalità, furti soprattutto, conseguenza anche
di una crescita di casi di indigenza per l’aggravarsi della crisi
economica o per flussi di emigrazione difficilmente controllabili;
l’esplosione violenta del fondamentalismo islamico che ha travolto
anche i Paesi europei.

C’è una maggior
domanda di collaborazione con la Giustizia nella lotta alla
corruzione e alla illegalità. Le numerose indagini aperte dal
Tribunale stanno mettendo in luce situazioni di reato che possono
costituire una minaccia per la solidità del nostro sistema sotto
tutti gli aspetti: istituzionali, sociali ed economici.

E’ cresciuta la domanda
di tutela della persona, di salvaguardia dei propri diritti e della
propria libertà di espressione, contro ogni forma di violenza e di
discriminazione. Penso a tutta la normativa e agli organismi
introdotti nel nostro Paese per la tutela delle donne e dei minori.

Ci sono richieste
funzioni alle quali non eravamo preparati, non eravate preparati, e
che necessitano pertanto di nuova formazione. Ci sono funzioni che si
possono svolgere efficacemente solo con un elevato livello di
professionalità che, pertanto, è da acquisire. Ringrazio in questo
contesto tutti i militi e i loro comandi per la grande disponibilità
offerta ad affrontare emergenze e necessità ben oltre la normalità
dei loro impegni dovuti.

Dentro tutto questo,
tuttavia, e ancor prima di tutto questo, per svolgere adeguatamente
queste funzioni, oltre alla necessità di formazione appena citata,
occorre recuperare fino in fondo la consapevolezza di essere una
“milizia”, un corpo militare, una realtà aggregativa i cui
componenti sono chiamati ad essere prima di tutti gli altri, con il
loro comportamento, testimoni di quale debba essere il rispetto
reciproco, il rispetto dei gradi di responsabilità, il rispetto
delle istituzioni che sono chiamati a servire. Sono accaduti in
questo anno, all’interno dei corpi stessi, episodi di violazione di
questa integrità che devono suonare come un campanello d’allarme
per riprendere coscienza del proprio compito e di quale rigore
personale sia richiesto nel suo svolgimento. Sarà necessario
rivedere in tal senso anche i regolamenti, ma prima di tutto sarà
necessario recuperare la piena consapevolezza personale di tale
esigenza.

Proprio ieri il Consiglio
G. e G., dopo un lungo dibattito, ha accolto la richiesta del
Generale Gentili di essere prosciolto dall’incarico di Comandante
della Gendarmeria. Un “epilogo innaturale”, come lui stesso l’ha
definito, che mi addolora e mi preoccupa. Mi addolora perché non
posso non riconoscere che tale epilogo non corrisponde alla statura
umana e professionale di cui il Generale è portatore e nello stesso
tempo non posso non ringraziarlo per la collaborazione e la
disponibilità che in questo anno mi ha dimostrato. Mi preoccupa
perché se si è giunti a questo punto, sicuramente ci sono stati
errori o responsabilità nel modo in cui il Comandante si è
relazionato con alcuni settori della nostra realtà istituzionale, ma
appare altrettanto chiaro che si sono evidenziati segnali di
malessere nella vita interna dei corpi, nella loro organizzazione e
nel loro rapporto con altri organismi dello Stato.

Per questo sento il
dovere di lanciare un appello: è necessario uno scatto di
responsabilità personale per rinforzare l’appartenenza ai Corpi,
per rinforzare la dignità che deve avere tale appartenenza, per
pretendere da tutti il rispetto che le va attribuito. E’ uno scatto
di responsabilità che dobbiamo a noi stessi, alla dignità di cui
ognuno è portatore, prima ancora di pretenderlo dagli altri. Nessuna
norma, nessuna riforma potranno essere efficaci senza questo scatto
personale.

Infine nella
straordinaria solennità di questo momento, voglio rivolgere un
saluto al Presidente dell’Associazione Nazionale Combattenti e
Reduci – Federazione Rep. di San Marino Cav. Uff. De Mattia
Fulvio. Questo ente morale che testimonia l’impegno dei Volontari
di guerra che in 100 anni hanno preso parte a tutte le guerre
risorgimentali prima e poi a quelle del Regno d’Italia, ha deciso
di terminare la propria attività. Solo il tempo che è avanzato
inesorabile ma non la tenacia e lo spirito di attaccamento ai valori
più alti e nobili, ne ha decretato la fine.

Il Presidente De Mattia
invierà tutto il relativo materiale, Labaro e bandiere al Quartiere
delle Milizie per custodirlo in ricordo della condivisione di tanti
momenti solenni e tragici che hanno accomunato i cittadini delle due
Repubbliche. Ciò sia la testimonianza a futura memoria della
vicinanza tra i due popoli e di come, anche in tema di sicurezza e di
tutela del nostro territorio, tale collaborazione rimanga essenziale
.

Pasquale Valentini

San Marino, 25 marzo 2015

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