Il Resto del Carlino: Per la Finanza il Titano è ancora nella black list

Il Resto del Carlino: Per la Finanza il Titano è ancora nella black list

Il Resto del Carlino

Indagine su migliaia di transazioni finanziarie fra Italia e San Marino avvenute fra il 2009 e il 2014

Per la Finanza il Titano è ancora nella black list

Conseguenze più gravi per i contribuenti coinvolti nell’operazione “Torre d’avorio”

LA GUARDIA di Finanza riporta il Titano nella black list. Almeno per quei contribuenti italiani e sammarinesi coinvolti nell’inchiesta ‘Torre d’avorio’. Le Fiamme gialle stanno passando al setaccio le posizioni 24mila persone che tra il 2009 e il 2014 avevano conti correnti nelle banche sammarinesi. Anni nei quali la Repubblica era ancora confinata dall’Italia nella lista nera. Secondo le indagini queste persone avrebbero effettuato migliaia di transazioni finanziarie, movimentando l’astronomica cifra di 33 miliardi di euro. Soldi entrati e usciti da San Marino che secondo la Guardia di Finanza potrebbero essere di provenienza illecita o frutto di evasione fiscale. A 24mila contribuenti (su un totale di oltre 58mila) la Finanza ha inviato un questionario per chiarire la provenienza di questi soldi. I destinatari avranno 15 giorni di tempo per rispondere alle domande o fornire una relazione in cui devono documentare i dati richiesti. E proprio nella lettera salta fuori la black list. Ovvero l’articolo 12 del decreto legge 78/2009 per cui gli investimenti e le attività finanziarie detenute si presumono costituite, fino a prova contraria, con redditi sottratti a tassazione. Una condizione peggiorativa per i contribuenti finiti sotto la lente della Finanza: la norma prevede infatti sanzioni e tempi di accertamento raddoppiati. E questo nonostante dal 12 febbraio del 2014 San Marino sia stato eliminato dalla lista nera e inserita a pieno titolo nella white list. Ma i reati ipotizzati sarebbero stati commessi tra il 2009 e il 2014, quindi in piena black list con tutto quello che ne consegue.

LE INDAGINI delle Fiamme gialle di Forlì avevano toccato 58.841 soggetti (26.953 italiani e 31.888 sammarinesi residenti all’estero). Tra gli italiani più della metà sono emiliano romagnoli: circa 10mila i riminesi, 1.500 i forlivesi e il resto divisi tra cesenati e ravennati. Le altre persone coinvolte nell’inchiesta arrivano da Lombardia, Toscana, Umbria e Campania. Tutti liberi professionisti, imprenditori e artigiani. La Finanza ha acquisito tutti i flussi finanziari da e per la Repubblica di San Marino, costituiti per la maggior parte da disposizioni di bonifico e da «numerosi assegni bancari e circolari versati e/o tratti presso istituti di credito sammarinesi».

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