L’informazione di San Marino: Criminalità romana attiva sul Titano. Depositata la sentenza sul caso Staiano

L’informazione di San Marino: Criminalità romana attiva sul Titano. Depositata la sentenza sul caso Staiano

L’informazione di San Marino

“Frenetica e sistematica attivita’ di reinvestimento dei soldi del narcotraffico”

Criminalità romana attiva sul Titano. Depositata la sentenza sul caso Staiano

Antonio Fabbri

La criminalità romana ha visto sistematicamente il Titano come territorio per mettere al sicuro le sue ricchezze. Tra i casi anche quello dei denari di Damaso Grassi, frutto del narcotraffico tra il Sudamerica e l’Italia e l’importazione di quintali di cocaina. Il caso è noto e a gennaio ha visto comminata in primo grado la pena a quattro anni e mezzo alla moglie di Grassi, Daniela Staiano, per riciclaggio e la condanna alla confisca di 1.393.991,72 euro, di cui 1.377.832 già sequestrati dalla autorità giudiziaria sammarinese. E’ del 7 agosto, invece, il deposito delle motivazioni di quella sentenza da parte del giudice Gilberto Felici. 

Sentenza che, oltre alle questioni
di diritto che hanno caratterizzato
il processo in particolare per le
eccezioni dei difensori, dà conto
di come, in pratica, gli esponenti
delle criminalità romana fossero
di casa sul Titano e assidui frequentatori
degli sportelli bancari
sammarinesi e come, ancora,
operassero in maniera disinvolta
ponendo firme false sulle distinte
di versamento in plurimi conti
correnti, con lo scopo di occultare
la provenienza dei soldi, così
provvedendo al “lavaggio del
denaro proveniente dai trafficidi droga”.


Le trasferte sul Titano, quindi,
servivano ad occultare i denari
del narcotraffico, come emerso
nel processo del gennaio scorso
e come ulteriormente esplicitato
nella sentenza depositata i primi
di agosto.
“Sono rivelatori dell’illiceità
degli affari curati dalla Staiano
i numerosi viaggi dalla stessa
compiuti verso San Marino in
compagnia del marito o delle figlie
Mascia e Priscilla o del compagno
di quest’ultima, Giuseppe
Molisso. Le plurime conversazioni
tra i coniugi, registrate in
concomitanza dei viaggi di ritorno
dal Titano e i dati offerti dal
sistema di localizzazione satellitare
installato sull’autovettura
in uso alla famiglia, documentano
i loro numerosi e spesso ravvicinati accessi alla filiale della
Cassa di Risparmio”, scrive il
giudice. Poi riporta anche alcuni
stralici di conversazioni. “Di
particolare efficacia dimostrativa
sono inoltre le frasi pronunciate
nella immediatezza delle
operazioni compiute all’interno
dell’istituto bancario “(Damaso
Grassi) …capito contali… mettili
sul conto tuo.. quello privato…
io li volevo mettere pure qui da
Mascia… tanto c’avemo tempo
va be’ metteli da te… mettene un
po’ sul conto corrente… un po’
sul conto corrente tuo e un po’
sul conto corrente della società
per fa vede’… capito…” ovvero
“(Damaso Grassi invitando la
moglie a strappare i fogli) fai attenzione
ai nomi e ai cognomi…
(Daniela Staiano) eh, ma li faccio
piccoli piccoli”.
Dice il giudice che il “chiaro tenore
delle conversazioni capate
dalle autorità italiane attesta
la frenetica, sistematica e ponderata
attività della Staiano di
reinvestimento dei proventi del
narcotrffico (…) con il precipuo
obiettivo di occultare la provenienza
delle somme di denaro
per impedirne la riconducibilità
alle attività del sodalizio malavitoso”.-

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