L’informazione di San Marino: Tesoretto della Magliana. Iniziato il processo

L’informazione di San Marino: Tesoretto della Magliana. Iniziato il processo

L’informazione di San Marino

Tesoretto della Magliana

Iniziato il processo 

SAN MARINO. Due processi, per una operazione collegata e mirata, secondo l’accusa, a trasferire e occultare il tesoretto sul Titano di soggetti legati alla Banda della Magliana. Ha preso il via ieri la discussione dei due casi che vedono accusate di riciclaggio, per quasi 500mila euro complessivi, una 26 enne e una trentenne che, all’epoca dei
versamenti, erano studentesse di
diciotto e vent’anni..

In sostanza si trattò del trasferimento di 271mila euro in un caso a Jessica Savioli, difesa dall’avvocato Luca Della Balda, e nell’altro di 220mila euro a Giorgia Piu, difesa dall’avvocato Andrea Belluzzi. Entrambe le
somme trasferite “per contanti”
dal conto di Paolo Marcoccia,
53enne legato, appunto alla
banda della Magliana. L’accusa
ritiene che fossero il provento
illecito di traffico di droga e del
gioco d’azzardo. In particolare
quest’ultimo è il su cui si concentra
principalmente l’attività
del Marcoccia.

Sentito ieri il direttore dell’agenzia
di informazione finanziaria,
Nicola Veronesi, che ha ripercorso
i motivi della segnalazione ed
ha spiegato che, il trasferimento
per contanti, considerato che
le operazioni sono registrate in
tempi molto ravvicinati, è da
considerarsi di contanti “virtuali”,
una sorta di giroconti.
“Una modalità che consentiva di
mantenere riservatezza, diversamente
dal bonifico interno”, ha poi spiegato rispondendo alle
domande del giudice Roberto
Battaglino e del Pro-fiscale
Giovanni Belluzzi, il dipendente
dell’allora Ibs, Mosè Perugini,
che aveva trattato i rapporti con
questi clienti.

Perugini ha anche riferito che
Marcoccia era un cliente del settore
del “gambling”, del gioco.
In particolare delle macchinette
e dei video-poker, che era stato
presentato da altri clienti “di
quel settore che in quel periodo
movimentava somme ingenti”,
ha detto il bancario. Questi soldi,
una volta sui conti delle due
ragazze vennero investiti su un
prodotto assicurativo “conto oro
vita”, prima di essere disinvestiti
e in parte prelevati, fino al
blocco di inizio 2014 che fece
scattare l’inchiesta penale
“Marcoccia disse che doveva
ricevere dei soldi e, poi,
aveva due pagamenti da fare”.
Di questi pagamenti e della
provenienza del denaro, però,
non ci sono giustificativi. Su
questo, tuttavia, le difese hanno
affermato che produrranno della
documentazione ed hanno chiesto
la testimonianza dello stesso
Marcoccia, perché possa riferire
sulla provenienza del denaro.
E’ emerso dall’interrogatorio anche
che quella del trasferimento
per contanti di denaro virtuale
era una procedura che sul Titano
era prassi, ma già vietata in quel
periodo in Italia.

Al termine delle due udienze
parallele il giudice ha aggiornato
il caso al prossimo 12 settembre
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