L’intervento del Segretario Valentini a Istanbul

L’intervento del Segretario Valentini a Istanbul

Signor Presidente,

Eccellenze,

Signore e Signori,

desidero innanzitutto ringraziare sentitamente il Segretario Generale per averci riunito in questa sede attirando la nostra attenzione sulle principali sfide poste in campo umanitario a livello mondiale e per richiamarci ad affrontare le problematiche in un clima di grande confronto ed apertura, con l’intenzione di dare concrete risposte e linee guida per la nostra futura azione, come Stati membri, e per il coordinamento delle attività dell’Organizzazione e ringraziamo inoltre le Autorità turche per la grande ospitalità che ci hanno offerto.

Le conseguenze umanitarie di conflitti e disastri naturali che toccano molte aree del pianeta sono oggi catastrofiche. Nessun individuo, nessun popolo, nessuno Stato può ritenersi estraneo a queste tragedie dell’umanità: tutti siamo responsabili e tutti abbiamo l’obbligo di impegnarci a tradurre in atti concreti il dovere di solidarietà che deriva dalla comune appartenenza al genere umano. Ciò vale per tutti i cittadini del mondo e ancor di più per i governanti degli Stati e per i responsabili delle Organizzazioni Internazionali, che hanno il compito di guidare i loro popoli.

Nella Repubblica di San Marino è forte la consapevolezza dell’estrema gravità dell’attuale situazione mondiale e del dovere che incombe anche su un piccolissimo Stato di fare la propria parte. Il Governo ha scelto di condividere con tutto il Parlamento le preoccupazioni e le proposte del Segretario Generale attraverso un dibattito ad hoc che, partendo proprio dal rapporto “Una sola umanità: una responsabilità condivisa”, ha portato all’adozione unanime di un Ordine del Giorno che fissa gli impegni che il Governo deve assumere e concretizzare nella sua azione. 

Mi faccio, quindi, portavoce anche del Parlamento del mio Paese nel comunicare oggi che la Repubblica di San Marino si impegna:

ad appoggiare le iniziative delle Organizzazioni Internazionali e quelle della società civile, tese a dare risposta alle gravissime crisi umanitarie che colpiscono le popolazioni di tanti Paesi, soprattutto le fasce più deboli e indifese;

sostenere la leadership delle Nazioni Unite nel campo degli aiuti umanitari per migliorare l’architettura e l’efficienza dell’azione umanitaria e superare la frammentazione degli innumerevoli progetti ed attività in campo umanitario;

riaffermare i valori della dignità e dell’integrità della persona umana e il principio di solidarietà tra i popoli nel rispetto degli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale;

ribadire il rifiuto della guerra, che provoca sofferenza e instabilità, e il valore del dialogo quale strada per la prevenzione e risoluzione dei conflitti;

promuovere ambiti di riflessione e confronto sulle cause dei conflitti che determinano le emergenze umanitarie, anche al fine di approfondire il peso, su queste dinamiche, degli squilibri nella distribuzione della ricchezza, nonché il ruolo svolto in queste distorsioni dalle peculiarità delle economie dei Paesi più sviluppati;

focalizzare il contributo per la solidarietà internazionale a favore di progetti, nell’ambito delle Organizzazioni Internazionali, destinati primariamente alla più grande crisi umanitaria del nostro tempo, rappresentata dalle migrazioni di massa provocate dalle guerre e dalla violenza terroristica, nonché in progetti della società civile, volti a stimolare l’iniziativa locale, nel rispetto delle caratteristiche nazionali;

rivalutare la quota annuale destinata ai contributi per la solidarietà internazionale verso un progressivo avvicinamento all’impegno fissato negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, quale contributo per la crescita delle Nazioni più povere;

Grazie per l’attenzione.

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