Liquidità dello Stato. Intervento di Marco Podeschi

Liquidità dello Stato. Intervento di Marco Podeschi

“I dati evidenziano che la liquidità di cassa dello Stato non sarà più sufficiente per far fronte agli impegni finanziari e al pagamento delle spese fisse ed obbligatorie (stipendi e pensioni, contratti, rate di mutui ecc.)”

E’ questa la frase riportata da tutti gli organi di informazione,  desunta dal programma economico 2015 in cui nel capitolo “La gestione della liquidità” si snocciolano una serie di dati da fare tremare i polsi.

Il capitolo sulla liquidità inizia infatti con una considerazione ammonitoria: “Negli ultimi anni a seguito della crisi economico-finanziaria interna ed internazionale, che ha portato una forte riduzione delle entrate del bilancio dello Stato non compensata dalla diminuzione delle spese pubbliche, le riserve di liquidità del Settore Pubblico Allargato si sono drasticamente ridimensionate.”

A fronte di affermazioni del genere in un paese “normale” si sarebbe scatenata una crisi politica, fatto sobbalzare sindacati organizzazioni economiche, allarmato maggioranza e opposizione – San Marino reagisce con una calma olimpica.

Ne parliamo a settembre in Consiglio Grande e Generale.  Adesso ci sono le ferie gli, gli  stipendi e pensioni il 27 sono arrivati come sempre.

Cosa può cambiare da fine luglio a settembre non è dato saperlo. 

Così come risulta difficile comprendere su quali basi l’esecutivo intende mettere in sicurezza il bilancio pubblico e rilanciare l’economia.

E’ dire che di chance chi ci governa ne ha avute tante. I 2/3 dell’attuale maggioranza è dall’estate 2009 che sforna programmi economici. Risultati? Pochi leggendo i dati di bilancio.

La mia impressione è che la dottrina politica del TAC – ovvero Tirare A Campare – stia permeando governo e maggioranza.

“Si vede la luce in fondo al tunnel”, “Presto arriveranno investitori esteri” – annunci affascinanti quanto inutili. La finanza pubblica è al collasso, altro che annunci interviste in tv!

Le prospettive a breve medio lasciano intravvedere poche soluzioni: indebitare lo stato o tagliare drasticamente le spese fisse – vedi stipendi e servizi.

Questa mia esternazione non cambierà le cose, ma per onestà  intellettuale mi pare il minimo non soggiacere a questo stato di “normalità nell’emergenza”.

Non c’è nulla di tranquillizzante in una situazione potenzialmente esplosiva in cui si preferisce rimandare i problemi – in mancanza di idee e determinazione e magari si continua con i soliti convegni a illustrare il cosa si “potrebbe fare” in attesa che chi governa decida “cosa vuole fare”.

Ma forse va bene così. Lo sciopero generale del settembre 2013 è un brutto ricordo, ne riparliamo a settembre – magari con un bel dibattito in Consiglio così per fare sfogare l’opposizione e poi vediamo cosa succede.

Il  TAC – Tirare A Campare – è il metronomo utilizzato per scandire i tempi del governo, tempi sempre meno allineati a quelli del paese reale, tempi che il bilancio pubblico non può più attendere.

 

UPR

Marco Podeschi

 

San Marino, 29 luglio 2014

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