Manuel Ciavatta (Pdcs) sulla Commissione consiliare d’Inchiesta Cassa di Risparmio-Sopaf

Manuel Ciavatta (Pdcs) sulla Commissione consiliare d’Inchiesta Cassa di Risparmio-Sopaf

Grazie Eccellenza. Provo anch’io a fare una riflessione su quello che è emerso dalla relazione e da questo dibattito e vorrei partire anch’io, come hanno fatto gli altri colleghi, ringraziando la Commissione per il lavoro svolto, che ha richiesto tanto tempo, che ritengo meritevole, e che non considero senzaltro tempo perso. Ritengo questa Relazione uno “spaccato” sulla storia di alcuni anni della nostra Repubblica e di Cassa di Risparmio.

Essendo nuovo in Consiglio, ero veramente poco a conoscenza sui fatti di Cassa se non per quello che era emerso dai giornali nel 2009, come forse buona parte della nostra cittadinanza, e provo fa fare alcune valutazioni, considerando anche quello che è stato il contributo dei Segretari di Stato ed ex che sono intervenuti, arricchendo di ulteriori contenuti il dibattito, avendo vissuto la situazione in prima persona.

L’idea che mi sono fatto è duplice. Da una parte, credo che abbiamo rischiato molto grosso. Credo che questo momento sia stato un altro di quei momenti storici il cui il nostro Paese ha veramente corso un grave rischio. Dall’altra parte, però, guardando alle condizioni odierne, penso anche che questo rischio l’abbiamo attraversato e superato. Lo abbiamo attraversato più o meno come è accaduto negli altri momenti di grave crisi del passato.

Alcuni sammarinesi che sono stati in qualche modo la causa delle problematiche – problematiche spesso dovute al coinvolgimento “non casuale” di alcuni italiani in interessi particolari, forse anche senza chiara consapevolezza di quelli che sarebbero potuti essere i rischi – hanno trovato altri sammarinesi che sono stati i fautori delle soluzioni. Provo a spiegarmi di seguito.

Con questa Commissione d’inchiesta si è scoperta una pentola che evidenzia sicuramente la responsabilità degli organi di Cassa di Risparmio, di coloro che li hanno nominati, degli organi di Vigilanza, dei Governi che si sono succeduti dal 2005 al 2010, e delle istituzioni italiane che hanno approfittato della debolezza di un sistema che io credo si potesse considerare “immaturo ed impreparato”, proprio perché ripiegato su sé stesso.

Ciò che ritengo estremamente grave, oltre al danno economico che abbiamo ereditato, è che abbiamo rischiato di dilapidare gli sforzi ed i risparmi di molta parte della nostra cittadinanza – essendo Cassa di Risparmio una delle banche storiche del nostro Paese -e che abbiamo rischiato un’altra volta per la nostra sovranità. Se le cose, infatti, fossero andate diversamente si sarebbe messa a rischio anche la nostra sovranità.

A differenza del passato, però, che quando c’era una guerra o un tentativo di d’invasione si vedeva chiaramente, in questo caso la grande parte della nostra cittadinanza credo non se ne sia neanche accorta. Io, almeno, sono tra questi. Questo ci deve fare riflettere molto profondamente su quelli che sono i rischi dei poteri forti di oggi, che tu non li vedi ma ci sono. Ci sono guerre che non si combattono più con le armi ma non è finito il desiderio di conquista, anche di un Paese piccolo come il nostro.

Dalla relazione emerge sicuramente la responsabilità del Dott. Fantini nell’avere fatto scelte strategiche sbagliate, imprudenti e sicuramente oltrepassando i limiti che gli erano conferiti dagli organi di vigilanza. Emerge la responsabilità delle Istituzioni, ed in particolare della politica prima del 2008 e dopo il 2008, che esprime tutti i colori delle varie Maggioranze e dei vari Governi presenti anche oggi qui in Aula. Emerge la responsabilità di coloro che hanno seguito le trattative, che voglio credere siano stati mossi da ragioni di stato, ma di cui non c’è totale assenza di responsabilità. Io sono abituato a considerare le mie di azioni e, anche questa volta, guarderò dentro casa mia.

I rilievi che interessano l’Ex-Segretario di Stato Gabriele gatti, non sono irrilevanti. La Relazione, quantomeno evidenzia un modus operandi eccessivo rispetto alla veste istituzionale che rivestiva. Inoltre, sicuramente, la scelta di portare questa lettera secretata ad un p.m. italiano che, tra l’altro, stava attaccando il nostro Paese, credo abbia dato ulteriore forza a questo attacco. Io non conosco le ragioni che lo abbiamo mosso a questa scelta, ma credo che non possano in nessun modo attenuarne il giudizio e la responsabilità. Se poi, come alcuni sostengono e come in qualche caso nella relazione emerge, ci possano essere anche altri addebiti, visto che si parla anche di possibili tangenti, penso che la Magistratura debba chiarire e spero venga fatto al più presto.

Resta il fatto che, siccome Cassa era una questione di Stato, tutto il Congresso di Stato si stava adoperando per risolvere questo problema. E’ stato interessante sentire alcuni Ex-Segretari di Stato dire che il Congresso si riuniva settimanalmente, perché se certe questioni sono state affrontate personalmente, al problema ci si stava accostando insieme per trovare una soluzione.

Ora, però, vorrei sottolineare è che oggi stiamo guardando a questo momento come “al passato”.

Penso, infatti, che una commissione d’inchiesta non serva solo a scoprire le pentole, con i minestroni che ci sono dentro, ma anche a noi per poter crescere. L’analisi serve per il giudizio, il giudizio serve per agire. Quello che dirò adesso, spero sia anche una risposta alle legittime domande del Consigliere Tonnini, sulla capacità di rinnovarsi della politica.

Se, come ho detto all’inizio del mio intervento, San Marino ci è passato in mezzo è perché molte persone  hanno tenuto e tengono ancora a San Marino. E voglio dire alla cittadinanza che la San Marino di oggi è molto diversa da quella di allora.

Che San Marino, oggi, sia diverso da 5 anni fa ne è la conferma, ad esempio, il contrasto nato pochi anni fa sul Commissariamento di Banca Commerciale. C’è stato, ed è in quest’aula, chi ha voluto che proprio in quella circostanza fosse data autonomia agli Organi di Vigilanza, ed oggi vediamo il risultato di quella scelta.

C’è stato, ed è in quest’Aula, chi ha operato per ridare autonomia al  Tribunale e metterlo in condizione di lavorare. E i risultati di oggi credo siano sotto gli occhi di tutti.

C’è stato, ed è in quest’Aula, chi ha scelto di lasciare che anche la politica venisse giudicata in maniera obiettiva perché possa tornare ad essere credibile ai cittadini.

C’è stato, ed è in quest’Aula, chi ha voluto ridare a San Marino credibilità a livello internazionale con un dialogo istituzionale autentico e non basato su personalismi.

C’è stato, ed è in quest’Aula, chi ha scelto di sostenere Cassa di Risparmio, impegnando anche risorse dello Stato, non per buttarle via –  indebitandosi – come qualcuno ha detto, ma perché quella Cassa di Risparmio è capace, con le condizioni attuali, di rigenerarsi e tornare ad avere un ruolo importante per il nostro Paese.

E questo penso che lo si debba dire ai nostri cittadini.

E quando dico che sono in quest’Aula coloro che hanno operato queste scelte, non penso prima di tutto all’Opposizione – che ringrazio per il ruolo di stimolo e di pungolo – ma penso, alla Democrazia Cristiana, a Noi Sammarinesi, al PSD ed ad AP che hanno lavorato in questi anni mettendo in campo scelte concrete per cambiare le cose.

Questa cosa la dobbiamo dire, non per alzare delle bandiere, ma per far capire alla gente che la politica ha cercato di rigenerarsi, ci sta riuscendo, si sta continuando ad impegnare per farlo e c’è bisogno che lo facciamo tutti assieme, Maggioranza ed Opposizione.

Ci sono ancora un sacco di cose da fare e dobbiamo farle con uno spirito nuovo, che dia alla cittadinanza il senso di rinnovamento. Questo è importante, perché altrimenti, avremo dato un giudizio ma sarebbe finita lì, senza alcun guadagno per il Paese.

Quindi, voglio richiamare tutto il Consiglio a lavorare e lavorare meglio. E spero che, chi verrà dopo di noi lavori meglio di noi. Che sia meglio di noi perché deve lavorare per il bene della gente.

Concludo il mio intervento ringraziando ancora la Commissione per l’operato, al quale spero che davvero consegua un impegno unanime  – o il più possibile unanime e condiviso da parte del Consiglio – su quello che è il giudizio da dare, perché è giusto dare un giudizio. Dobbiamo saper giudicare la nostra storia e le nostre azioni, ma non fermandoci lì, ma guardando avanti.

Chiedo anche al Consiglio che assieme a tutte le altre Istituzioni che stanno crescendo nella nostra Repubblica, impariamo a  lavorare come Paese, perché siamo un Paese unico nella storia. Grazie.   

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