Marino Cecchetti su L’informazione di San Marino: Il sistema continua

Marino Cecchetti su L’informazione di San Marino: Il sistema continua

L’informazione di San Marino

Il sistema continua 

Marino Cecchetti

Si legge nell’ordinanza per l’arresto di un importante uomo politico: “Tra le molte carte sequestrate spicca, in negativo, l’assenza di una qualunque riflessione politica, di un appunto, a contenuto non prettamente affaristico, di una missiva, o comunicazione, a chiunque indirizzata, in cui non si parlasse solo di affari illeciti”.

Alle gente non sembra che le cose siano cambiate quando apprende che l’Iss trasferisce servizi presso locali privati con un’ala dell’ospedale ancora allo Stato grezzo; che si vara l’ennesima sanatoria nel settore pubblico; che si ignora ogni appello perché, invece di allargare il debito pubblico, si metta mano al recupero della monofase non versata e dei soldi dati a certe banche per coprire i buchi fatti dai furfanti annidati nelle banche stesse.

La connivenza in ambito
politico per tali provvedimenti
va ben oltre la maggioranza
come del resto è avvenuto
ogni volta che si doveva far
finta di eliminare l’anonimato
o il fiduciario. Solo un partito,
la Democrazia Cristiana, si
è costituito parte civile nel
processo Conto Mazzini.
Solo il Movimento Rete ha
stigmatizzato da subito il
risultato del questionario
GRECO sulla corruzione
percepita (per 9 sammarinesi
su 10 la politica è corrotta).
È vergognoso il silenzio dei
consiglieri che accettano di
fare parte di un parlamento
che non stende verbali e non
pubblica atti, peggio che
prima del 1906.
A Strasburgo il commissario
per i Diritti dell’Uomo ha
richiamato la delegazione
sammarinese in merito alla
recente legge sulla libertà di
stampa. Una umiliazione che,
mutatis mutandis, ricorda,
sempre a Strasburgo, quella
dell’avvio della procedura
di infrazione Moneyval nel
2008. Sì, perché un Paese che
Romano Prodi additava negli
organismi internazionali come
culla della democrazia in
Europa, si fa richiamare – per
la terza volta? – a motivo di
una delle libertà fondamentali,
quasi fosse meglio tutelata
dalla precedente legge, varata
nel 1881.

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