Patrizia Cupo, Corriere Romagna San Marino: arriva The Maxdo Group Limited (Cina)

Patrizia Cupo, Corriere Romagna San Marino: arriva The Maxdo Group Limited (Cina)

Corriere Romagna San Marino

The Maxdo Group Limited (Cina) 

Colosso cinese pronto a prendere una banca sul Titano

Patrizia Cupo 

La collaborazione sancita
da una delibera del Governo
dello scorso luglio

I vertici hanno già incontrato il congresso di Stato e Banca centrale

SAN MARINO. Un colosso cinese interessato al Titano: pronti ad aprirsi
una banca o a finanziare, attraverso il project financing, infrastrutture
“sensibili”. Alle spalle, ci sono tre anni di corteggiamento tra San Marino e
Cina, mediati dall’agenzia degli investimenti esteri nata appena un paio di
anni fa e con base privilegiata a Shangai. Si tratta del The Maxdo Group
Limited, con sede a Hong Kong e quotato in borsa: proprio nei giorni scorsi,
una delegazione del grande fondo di investimento cinese ha fatto visita al
Titano.I vertici del gruppo hanno già incontrato il congresso di Stato e
hanno avuto un approfondito colloquio anche coi tecnici di Banca centrale.

Sul piatto, una collaborazione
avviata appunto nel 2011 ed
entrata nel vivo l’estate scorsa,
tanto che il congresso di Stato
ha suggellato l’“amicizia” con
Hong Kong con tanto di delibera,
la numero 50 del 17 luglio
scorso, nella quale si esprime
parere favorevole sulla «intenzione
della società di aprire una
sede in repubblica; di effettuare
a San Marino degli investimenti
nel settore bancario e
finanziario; di effettuare investimenti
in progetti sulle infrastrutture
». Tradotto: soldi.
D’altronde, nel programma di
questa maggioranza era detto a
chiare lettere: attrarre appetibili
investitori esteri. Specie ora
che il Titano è ancora stretto
nella morsa della black list italiana
quando invece era certo
di uscirne già nei primi mesi
dello scorso anno, e il tempo
per recuperare quota stringe e
la liquidità dello Stato, come reso
noto nel corso dell’ultimo dibattito
consiliare del 2012, va
perdendosi come acqua nella
sabbia. Servono investitori.
Meglio sarebbe attrarne di seri
e con curricula internazionali
di rispetto tanto da non attirare
i dubbi (e le ire) della vicina Italia.
Dunque ancora soldi. Ma
quanti e per quali tipo di progetti?
Nei palazzi dove gli incontri
sono terminati proprio
poche ore fa, il riserbo è massimo.
Nessuna conferma ufficiale
sul nome degli investitori,
nessuna conferma sul progetto
finanziario, ma gli indizi sono
tanti. «Siamo ancora in una fase
interlocutoria – spiega Davide
Righi, l’uomo di San Marino
all’Havana, il giovanissimo
mediatore che, di stanza a
Shangai per conto dell’Agenzia
degli investimenti esteri, ha accompagnato
sul Titano la delegazione
degli investitori -: si
tratta di incontri a livello tecnico
nel corso dei quali agli
stranieri interessati viene spiegato
che cosa è possibile fare a
San Marino e in che modo».
Bozze di progetti industriali
già ne sarebbero state presentate:
non si entra nel merito delle
cifre, ma del numero dei dipendenti
e del tipo di attività,
questo sì. «Vorrebbero cominciare
con realtà che impegnino
sul posto una quindicina di dipendenti
più i loro manager,
per poi salire», fa intendere il
34enne. Già, tutto bello. Ma perché
il Titano? «Per la fiscalità
privilegiata da una parte, e per
la strategica posizione geografica,
al centro dell’Italia, al centro
d’Europa», sottolinea Righi.
Ancora difficile ipotizzare come
si stabiliranno i nuovi investitori.
Di certo, come amministratori
della nuova realtà finanziaria
o industriale, avranno
residenza e un accesso al
credito pare a tutti gli altri
gruppi finanziari. Non a caso,
tra i vari incontri dell’ult ima
settimana, c’è stato anche quello
in via del Voltone, a Banca
centrale. «Sono stati resi edotti
sulla tracciabilità dei finanziamenti:
mere questioni tecniche
», ribadisce il giovane mediatore.
Ora, i tempi. Già entro
la prossima settimana, il Maxdo
group invierà i propri dettagli
sul piano industriale, poi
la questione verrà dibattuta anche
sul Titano e per aprile è previsto
un nuovo incontro: ad oggi,
infatti, la maggioranza non è
stata ancora informata delle relazioni
con gli investitori cinesi.
La questione verrà quindi
probabilmente dibattuta già
nella riunione prevista per la
prossima settimana.

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