Corriere Romagna San Marino
San Marino: Inchiesta “Criminal Minds”
Memoriale dell’agente
segreto di Bianchini
L’investigatore Vargiu verrà
convocato dalla finanza di Rimini per autenticare il documento. In Fingestus i
milioni nascosti nei sacchi di juta. La squadra nera gli adepti del sammarinese
Patrizia Cupo
Spie in Karnak: eccola l’ossessione di Bianchini che aveva
assoldato investigatori privati e un “black team”, una squadra nera, alla
ricerca delle presunte spie della concorrente italiana Errebian.
E ancora: conti cifrati in Fingestus
(la finanziaria di Bianchini) e la mazzetta al finanziere
che informasse su tempi e luoghi dei controlli delle Fiamme gialle al confine
con San Marino. Giusto il tempo di avvisare i clienti di Bianchini e fermarli
prima che si presentassero in finanziaria per depositare i soldi. A due mesi
dallo “scoppio ” dello scandalo “Criminal
Minds” esce allo scoperto l’“atto K”, il presunto memoriale di Salvatore
Vargiu, l’agente privato della Cio
(il Central investigation office) di San Marino, al centro dell’inchiesta
della Finanza di Rimini. Il documento, lungo 36 pagine, è già arrivato sul
tavolo dei militari riminesi che ora convocheranno Vargiu per chiedergli
conferma dell’autenticità dello scritto: se così fosse, viste le rivelazioni
contenute, l’indagine potrebbe allargarsi in maniera importante fino ad
arrivare al controllo dei conti in Fingestus.
Chiede la parola. Intanto, ha chiesto di poter essere interrogato un’a lt ra volta Marco Bianchini azionista di maggioranza del gruppo Bi Holding, proprietario di Karnak (l ’azienda leader nella produzione di materiali per ufficio), arrestato per corruzione e ricettazione. Bianchini è stato estradato da San Marino e consegnato ai finanzieri riminesi due settimane fa: al primo interrogatorio s’è arenato quando gli inquirenti gli hanno chiesto del suo rapporto con Malta e presunti ordini associazionistici segreti. Verrà sentito mercoledì prossimo.
La paura delle spie. Vargiu, nel presunto memoriale, racconta di aver conosciuto il
“mondo
Karnak” attraverso Giovanni
Pierani all’epoca “braccio destro ” di Bianchini (anche lui, tra gli
indagati dalla Finanza). Nell’aprile del 2008, all’investigatore privato
chiesero di bonificare lo stabile dell’azienda alla ricerca di microspie. Le
indagini diedero esito negativo, ma ciò non bastò. E Pierani avrebbe a quel
punto incaricato la Cio di ritracciare, con pedinamenti e accertamenti, la
«talpa che – si legge – all’interno di Karnak poteva mantenere rapporti sia
con la Guardia di Finanza che con la società Errebian Spa di Roma». E poi giù
un elenco di persone pedinate e controllate a vista, tra cui anche Roberto
Rastelli, il cui nome è già emerso dalle carte dell’inchiesta riminese,
come vittima di un’aggressione
da parte dello stesso Bianchini.
Il finanziere corrotto. Nel memoriale, Vargiu non fa mai il suo nome: ma i fatti raccontati collimano in
gran parte con quanto già ricostruito dalla Finanza di Rimini sui rapporti tra
il clan di Bianchini e il maresciallo delle Fiamme gialle Enrico
Nanna. L’“atto K” racconta dell’accordo economico da 25mila euro per
acquistare da Nanna il rapporto della Finanza su Karnak, o meglio il testo del
ricorso presentato dall’Agenzia delle entrate di Rimini all’assoluzione, in
primo grado, di Karnak in commissione tributaria. Ma ancora: secondo quanto
descritto nell’“atto K”, Nanna avrebbe fornito informazioni direttamente a
Pierani sugli spostamenti della Finanza ai confini con San Marino: «A Pierani
–si legge– veniva comunicato orario e fine del
servizio: serviva per avvisare clienti che quel giorno dovevano recarsi in
Fingestus per il deposito del denaro contante». E poi
le indagini sugli agenti Karnak: secondo il memoriale, Nanna sarebbe stato in
grado, con uno stratagemma, di bloccare e rinviare gli accertamenti.
Conti cifrati e i soldi nei sacchi di tela. Un turco, un etiope e un siriano, il cui nome rimanda a indagini internazionali sul terrorismo islamico. Secondo l’atto K, Fingestus era un “buco nero” attorno alla quale giravano sospette movimentazioni di denaro a sei zeri: il memoriale fa un lista, con tanto di nomi, cognomi e residenze, dei principali intestatari dei conti cifrati. Tra questi, oltre i tre orientali, figura anche un rapporto finanziario con una società sarda: «Un soggetto – si legge nella scheda relativa al correntista sardo – si presentava con un autocarro Citroen Berlingo e parcheggiato nel garage sotterraneo di Fingestus, scaricava un sacco di juta con svariati milioni».
Il black team. La squadra nera, come la chiamavano gli “adepti”, era quella formata da Pierani, Riccardo Ricciardi e Bruno Platone (questi ultimi due, secondo la Finanza, erano i body guard di Bianchini): si nascondevano dietro la facciata dell’Mb class di Dogana. «Il team black – si legge – interfe – riva ogni volta vi fosse la necessità di utilizzare le maniere forti o intimorire qualcuno, tra le vittime anche ex agenti che lasciavano volontariamente Karnak». Alla presentazione del clan, a cui partecipavano “amici napoletani”, è allegata la lista degli episodi di violenza e minacce a cui avrebbe assistito lo stesso Vargiu.