Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino: parla Roberti, conto Mazzini, Banca Commerciale

Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino: parla Roberti, conto Mazzini, Banca Commerciale

Corriere Romagna San Marino

L’inchiesta che fa tremare il Titano. Si difende l’ex responsabile
dell’Antiriciclaggio della Banca commerciale sammarinese

 Roberti:
«Pronto a farmi interrogare» 

Parla uno dei due indagati: «E’ chiaro,
si vuole arrivare all’antimafia»

Patrizia Cupo

Non parla sul Titano
All’invito a comparire
in tribunale
a San Marino Roberti
avrebbe preferito
attendere la rogatoria 

L’altro indagato
L’avvocato: «Ha
operato in banca fino
al 2006. Non è provata
al momento la natura
illecita dei denari»

SAN MARINO. «Pronto a farmi
interrogare, ma tanto è chiaro
dove si vuole arrivare: alla commissione
antimafia». Tutta una
questione “politica”, insomma,
per Giuseppe Roberti, ex responsabile
dell’A n ti r ic i c la g gi o
della Banca commerciale sammarinese,
raggiunto la settimana
scorsa dall’avviso di garanzia
nell’ambito della maxi inchiesta
sul conto Mazzini assieme
a un altro ex noto dirigente
dell’istituto di credito dove il libretto
era stato aperto.

Roberti tira dritto sulle domande
circa le ipotesi di reato
costruite su un suo presunto
coinvolgimento nel libretto da 4
milioni e 700mila euro usato come
“bancomat” da cinque politici
sammarinesi, e allarga le
braccia alla notizia dell’ennesima
comunicazione giudiziaria:
«Ma se sono appena stato interrogato
a Rimini per rogatoria su
un’altra vicenda che riguarda
Bcs…», sospira con sorriso amaro.

L’ex bancario risulta infatti
indagato a San Marino, assieme
ad altri ex consiglieri della banca,
anche per amministrazione
infedele, nell’ambito di un’i nchiesta
parallela a quella sul libretto
Mazzini: “colpa” di un’operazione
finanziaria da quasi
un milione. Una cifra che avrebbe
dovuto essere destinata a un
preciso finanziamento, così come
proposto al Cda da due ex
consiglieri, e poi uscita dai conti
dell’istituto con una veste totalmente
diversa.
Ma il conto da quasi 5 milioni
è un’altra storia. Secondo la magistratura,
nell’intricata vicenda
del libretto intestato fittiziamente
a Giuseppe Mazzini, e
servito a pagare politici, professionisti
e imprenditori della zona,
Roberti avrebbe avuto un
ruolo centrale.

Contattato attraverso
i suoi legali («ho affidato
da pochi giorni il mandato a
Rossano Fabbri», dice), non ci
pensa nemmeno a farsi interrogare
a San Marino: meglio per
rogatoria. «Lo decideranno i
miei avvocati come rispondere
all’avviso dei magistrati», taglia
corto, ma in realtà all’invito a
comparire inviato dal commissario
della legge Simon Luca
Morsiani, ha preferito attendere
la convocazione per rogatoria,
non ancora notificata alle
parti.

L’altro indagato, nel frattempo,
si è già fatto interrogare
direttamente a San Marino, al
fianco dell’avvocato Maurizio
Valloni che, da subito, ha rigettato
l’ipotesi di riciclaggio. «Il
mio assistito ha operato in banca
fino al 2006, mentre i fatti contestati
arrivano fino al 2010 e la
legge antiriciclaggio è arrivata
sul Titano nel 2008. E comunque,
non è provata al momento
la natura illecita dei denari». Il
caso finirà sul tavolo della politica:
è invece facile che il conto
Mazzini torni a tuonare in Consiglio,
all’apertura dei lavori di
metà luglio.

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