Pericoli voluntary disclosure. Luca Lazzari, Augusto Gasperoni

Pericoli voluntary disclosure. Luca Lazzari, Augusto Gasperoni

 

Nei prossimi mesi per il governo non sarà più possibile trovare denaro: tutte le casse di riserva sono state saccheggiate, il fondo della previdenza sociale è stato impegnato, le entrate fiscali si sono drasticamente ridotte a causa del credito d’imposta concesso alle banche e delle incessanti chiusure aziendali. Quello che non può durare, prima o poi finisce. E presto finirà.

Lo stato di necessità
La straordinaria gravità della situazione imporrebbe la dichiarazione dello «stato di emergenza», così da rendere possibili i conseguenti atti politici, primo tra tutti la pubblicazione del libro bianco sulle finanze pubbliche. Il governo però bada più alla propria sopravvivenza che non alla sopravvivenza della Repubblica. Finge che tutto vada bene. Si bea di riconoscimenti internazionali conseguiti unicamente come atto di resa. Esibisce la trasparenza come trofeo a una economia che fin qui ha conosciuto solo l’opacità, senza curarsi minimamente di quelle che saranno le conseguenze. La sceneggiata ha degli esiti disastrosi, lo «stato di emergenza» lascia il posto allo «stato di necessità», che tradotto significa: spot elettoralistici, scommesse dettate dalla disperazione, tentativi di sfruttamento della sovranità da parte di irrefrenabili e spudorati profittatori.
Se la politica non mangia, il paese va a ramengo
Le uniche iniziative di tipo economico condotte dal governo sono la banca democristiana coi soldi dei cinesi e il polo del lusso nella scarpata sotto il Colorificio. Quando tutto sembrava finito ecco che si ricomincia dall’inizio. È il déjà vu del sempreverde rapporto politica-affari. Tra la gente ci si chiede: ma perché non investire in ciò che già abbiamo, nel turismo, nei distretti produttivi d’avanguardia, nelle piccole medie imprese, nell’unicità della Repubblica? La risposta è semplice: come ebbe a dire un veterano del Palazzo “se la politica non mangia, il paese va a ramengo”. E perché la politica possa mangiare, ci vogliono le grandi operazioni speculative.
L’opportunità del silenzio di Claudio Felici
E a proposito di politica che mangia, stupisce vedere Claudio Felici sbracciarsi per il polo del lusso. Eppure siamo certi non abbia mancato di leggere l’ordinanza di arresto Podeschi-Baruca. La stessa in cui i commissari della legge sostengono che i pomposi argomenti di Claudio Felici per la liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni, per il superamento del monopolio, per lo sviluppo del settore, erano nient’altro che balle interessate che servivano a preparare la grande abbuffata di provvigioni illecite da sei milioni di euro (a fronte di una rete telefonica generale da terzo mondo). Se davvero Felici ci tenesse alla realizzazione del polo del lusso, allora dovrebbe valutare l’opportunità del silenzio.
Il contraccolpo della voluntary disclosure
Lo «stato di necessità» sta determinando un ulteriore grave pericolo: gli effetti della voluntary disclosure: ma non quelli che tutti conoscono, ovvero la caduta della raccolta delle banche, quanto quelli per evitare che la caduta della raccolta si verifichi. La voluntary è l’ultimo treno per chi ha fondi neri a San Marino. A partire dal 2017, infatti, le banche avranno l’obbligo di comunicare oltre confine i dati sui clienti italiani. Chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro. Ecco allora la soluzione: riciclare il denaro in territorio, in immobili oppure come capitale sociale di aziende. Si dirà: beh, in fin dei conti in questo modo oltre a limitare i danni dello scudo fiscale si può ridare un po’ di spinta al mercato immobiliare. Ci sono dei «però» importanti. L’ultimo denaro a rimanere, in genere, è il più sporco, non frutto di elusione o evasione fiscale, ma di reati ben più gravi. E chi è a disporne? Gli affiliati e i prestanome di svariati gruppi criminali. Una volta che questi avranno rilevato le aziende, andranno ad acquistare nell’economia e nella società sammarinese un peso importante: potranno entrare nelle associazioni di categoria e parlare in via ufficiale con le istituzioni. Il processo di meridionalizzazione subirà una nuova e forte accelerazione. Non solo. L’unico modo per sfuggire allo scambio di dati è essere residenti. Ecco allora ripresentarsi l’agognata questione della concessione di residenza a chi si propone di comprare immobili ad uso residenziale. Quale miglior occasione per le banche di prendere due piccioni con una fava? Quelle stesse banche che dopo essersi rese responsabili di aver finanziato la sovra-produzione edilizia e aver caricato sulle spalle dei contribuenti errori di gestione e ruberie – non paghe – ora pretendono di determinare anche le politiche demografiche. Con buona pace dei sammarinesi che dovranno fare i conti con livelli di sanità e assistenza sociale sempre più bassi. Ci si prepari dunque, se ne vedranno delle belle.
Luca Lazzari
Augusto Gasperoni

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