“Il solo Polo della Moda non potrà frenare il declino economico del Paese”
E’ notorio che le vittorie (referendarie) hanno sempre molti padri e le sconfitte sono sempre orfane, ma osservando con uno sguardo più disincantato e freddo è evidente come questi referendum pur nella loro eterogeneità siano stati caricati di valenze improprie e aspettative iperboliche.
Inizio rispondendo agli apocalittici vaticini di chi prevede: “San Marino piomberà nell’ingovernabilità populista sommerso da referendum utilizzati dalle minoranze” , “….non esisteranno più certezze e ciò sarà la definitiva tomba della politica”, amen!
Intanto faccio presente che un ampio uso delle consultazioni referendarie è previsto sia in Svizzera che negli Stati Uniti d’America che pur nel loro diverso assetto istituzionale non mi sembrano dittature populiste, ma democrazie compiute che ognuno a proprio modo, funzionano discretamente.
Sottolineo in aggiunta a quanto già detto, come già la politica sia fatta da maggioranze che causa astensionismo al voto più o meno marcato, rappresentano di fatto, calcoli alla mano delle mere minoranze, poi con i referendum semmai si prende atto del suicidio della politica specie quella sammarinese, intesa sia come maggioranza che come governo.
Certo governare non è facile, ma qui vi è una consolidata tradizione nel fare roboanti annunci e poi a non fare nulla, e quando si prendono decisioni, tranne poche eccezioni si combinano disastri, prova ne sia la fuga generalizzata e/o la chiusura di attività commerciali e manifatturiere, in tasso di disoccupazione sempre molto elevato, un generale impoverimento del paese.
E pensare che nel caso del referendum sul tetto degli stipendi nel settore statale e parastatale, sarebbe bastata una leggina ben fatta per disinnescare tutto, anche se il quorum è stato ampiamente superato di slancio anche grazie ad un clima un po’ surriscaldato e demagogico, dato che il vero problema è la produttività dei dipendenti statali e in seconda battuta, il trattamento economico.
Per quanto riguarda il mancato raggiungimento del quorum nel cd. Polo della Moda, e quindi la realizzazione di questo gigantesco centro commerciale del lusso in località Rovereta, va detto che nonostante il grande e ultraottimistico bombardamento mediatico, credo sia una pia illusione pensare che una unica iniziativa anche se grande, possa modificare dall’alba al tramonto la condizione economica e sociale di un piccolo paese oramai in declino, che da svariati anni vive una totale assenza di lungimiranti e realistiche strategie economiche.
Per cui prima di festeggiare (e io personalmente mi auspico il più ampio successo di questa nuova iniziativa economica!), suggerirei di aspettare un pò e vedere come va a finire anche per i 400 posti di lavoro promessi.
Pietro Masiello
- Accadde martedì 24 maggio 1549
- San Marino. Riflessioni post referendum. Pietro Masiello