Pietro Masiello. ‘Il solo Polo della Moda non potra’ frenare il declino economico del Paese’

Pietro Masiello. ‘Il solo Polo della Moda non potra’ frenare il declino economico del Paese’

“Il solo Polo della Moda non potrà frenare il declino economico del Paese”                              
E’ notorio che le vittorie (referendarie) hanno sempre molti padri e le sconfitte sono sempre orfane, ma osservando con uno sguardo più disincantato e freddo è evidente come questi referendum pur nella loro eterogeneità siano stati caricati di valenze improprie e aspettative iperboliche.
Inizio rispondendo agli apocalittici vaticini di chi prevede: “San Marino piomberà nell’ingovernabilità populista sommerso da referendum utilizzati dalle minoranze” ,  “….non esisteranno più certezze e ciò sarà la definitiva tomba della politica”, amen!
Intanto faccio presente che un ampio uso delle consultazioni referendarie è previsto sia in Svizzera che negli Stati Uniti d’America che pur nel loro diverso assetto istituzionale non mi sembrano  dittature populiste, ma democrazie compiute che ognuno a proprio modo,  funzionano discretamente.
Sottolineo in aggiunta a quanto già detto, come già la politica sia fatta da maggioranze che causa astensionismo al voto più o meno marcato, rappresentano di fatto, calcoli alla mano  delle mere minoranze, poi con i referendum semmai si prende atto del suicidio della politica specie quella sammarinese, intesa sia come maggioranza che come governo.
Certo governare non è facile, ma qui vi è una consolidata tradizione nel fare roboanti annunci e poi a non fare nulla, e quando si prendono decisioni, tranne poche eccezioni si combinano disastri, prova ne sia la fuga generalizzata e/o la chiusura di attività commerciali e manifatturiere, in tasso di disoccupazione sempre molto elevato, un generale impoverimento del paese.
E pensare che nel caso del referendum sul tetto degli stipendi nel settore statale e parastatale, sarebbe bastata una leggina ben fatta per disinnescare tutto, anche se il quorum è stato ampiamente superato di slancio anche grazie ad un clima un po’ surriscaldato e  demagogico, dato che il vero problema è la produttività dei dipendenti statali e in seconda battuta, il trattamento economico.
Per quanto riguarda il mancato raggiungimento del quorum nel cd. Polo della Moda, e quindi la realizzazione  di questo gigantesco centro commerciale del lusso in località Rovereta, va detto che nonostante il grande e ultraottimistico bombardamento mediatico, credo sia una pia illusione pensare che una unica iniziativa anche se grande, possa modificare dall’alba al tramonto la condizione economica e sociale di un piccolo paese oramai in declino, che da svariati anni vive una totale assenza di  lungimiranti e realistiche strategie economiche.
Per cui prima di festeggiare (e io personalmente mi auspico il più ampio successo di questa nuova iniziativa economica!), suggerirei di aspettare un pò e vedere come va a finire anche per i 400 posti di lavoro promessi.
                                                                            Pietro Masiello

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