Reati informatici

Reati informatici

CORPO DELLA GENDARMERIA
DELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO
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27 febbraio 2015 – ore: 18.35
– Comunicato Stampa –
 Reati informatici
In considerazione dei tentativi di estorsione, sempre più frequenti, che soggetti criminali cercano di concretizzare ai danni di utenti on-line, la Polizia Postale della Gendarmeria, ritiene opportuno di illustrare come detti reati informatici avvengono.
Per comprendere nel migliore dei modi quali siano le “procedure” adottate dai delinquenti…si espone quanto segue:
Piatto: frittata on-line. Ricetta: una bella ragazza in webcam…un contatto Skype  o Facebook…una successiva richiesta di denaro…e il piatto è preparato, l’estorsione è servita.
Tutto nasce dalla criminale idea di ricattare potenzialmente l’incauta vittima che naviga su internet. Può accadere in qualsiasi momento della giornata, perché chi agisce può trovarsi ovunque, in ogni angolo del mondo, ma quello vero, non virtuale. Elemento certo e necessario per “adescare” il malaugurato, è quello d’impiegare una ragazza poco vestita, una venere armata di sguardi e pose ammiccanti, provocanti. E’ sufficiente poco tempo perché la stessa “donna” (a volte addirittura minorenne) avanzi la richiesta alla vittima di spogliarsi e, non solo, di mostrare il viso. Da questo momento la frittata è fatta! La truffa mediante webcam su Skype e Facebook a sfondo hard, in cui tanti utilizzatori maschili della rete internet sono caduti, è divenuta sempre più frequente.
Generalmente si viene abbordati da belle ragazze in video chat o chatroulette, che permettono di collegarsi alle stesse; dopo pochi attimi di “chiacchierata in chat”, in cui la ragazza “virtuale” si mostra molto disponibile e tende a porsi confidenzialmente, viene effettuata la richiesta di continuare lo scambio dei “contatti” in corso su Skype e Facebook. Solo questa condizione permetterà di mantenere la “conversazione”. Una volta ottenuta quest’ultima contiguità, va da se che per il malvivente virtuale metà del suo lavoro è stato già fatto. Molti dimenticano, o “nell’ardore” della circostanza, che ogni flusso video inviato dal proprio computer, e quello della “nostra” webcam lo è, può essere facilmente registrato da chi è in contatto diretto con noi. Se il contatto che avete fornito alla parte sconosciuta è quello relativo a Facebook (ad esempio), e quindi avete accettato la richiesta di amicizia della provocante “estranea”, il vostro archivio personale di contatti, amici, familiari è verosimilmente finito nelle mani di un truffatore/ricattatore.
Il ricattatore di fatto è ovviamente un soggetto, o addirittura un gruppo organizzato, che utilizza l’impiego di “piacevoli presenze femminili“. Raggiunto il vostro archivio, come si diceva, senza porsi tanti scrupoli, è in grado di contattare uno a caso dei vostri amici, o addirittura tutti quanti, per inviargli qualsiasi link video, qualsiasi estrapolazione di scritti, di immagini fotografiche, che dimostrino l’avvenuta “circostanza piccante”. Spesso, addirittura, in pochi secondi si riceve il link del video caricato su Youtube, relativo alla propria “esibizione”, accompagnata dalla richiesta estorsiva.
La richiesta è sempre la stessa: o si paga – spesso con bonifico su un conto corrente online, la cui facilità di fruizione talvolta consente a molti truffatori di aprirne uno con dati anagrafici falsi – oppure il video finisce on-line come enunciato.
Come ci si può difendere da queste vere e proprie estorsioni, ricatti ben congegnati? Come si può evitare di sentirsi dire: “…ho registrato il tuo video! Ecco il link dove puoi vederlo. O mi paghi oppure lo renderò pubblico a tutti i tuoi contatti…!” ?
A ricatto avanzato, la prima cosa da fare è non perdere la calma, ma ragionare su quanto accaduto mantenendo la lucidità così da poter rilevare i riferimenti che occorre inserire nell’eventuale denuncia. Quindi bisogna essere consci di non pagate assolutamente la somma che viene richiesta. Cosa fare poi?
 Prendete nota rapidamente di tutti i contatti del ricattatore (magari con uno screenshot (una foto – immagine) del suo profilo);
 Bloccatelo e cancellatelo sia da Skype che da Facebook;
 Provvedete alla segnalazione del profilo utente per truffa, ovviamente sulle piattaforme informatiche menzionate.
Generalmente gli autori della truffa non hanno interesse a perdere tempo a diffondere video di uomini nudi tra i contatti del truffato; essi però, mirano alla paura dell’utente inesperto, per continuare a tenere il contatto con la controparte affinché lo stesso paghi la somma richiesta.
Se bloccate, cancellate l’utente ed aumentate i livelli di privacy, quasi sicuramente il ricattatore demorderà.
Nel caso vi sia stato inviato il link Youtube con la vostra “prestazione”, procedete immediatamente alla segnalazione del video per contenuti di nudità; Youtube provvederà a rimuoverlo dal suo database. Inoltre controllate la privacy del video, se non è pubblico, perché in alto apparirà la scritta che indica come l’accesso allo stesso sia consentito solo a chi ne conosce il link, cioè fino a quel momento solo a voi e al truffatore. Il video quasi sempre reca nella descrizione o nel titolo il vostro nome e cognome, o quello che è stato desunto da Skype e Facebook nel caso abbiate uno pseudonimo.
Recarsi con urgenza e senza remore presso un’autorità di Polizia per formalizzare la denuncia, diventa la condizione più saggia.
Inoltre non accettate mai di ricevere file, anche se vi vengono presentati come foto o – molto più spesso – video hard, potrebbe trattare di programmi autoinstallanti che possono carpire i vostri dati personali dalle applicazioni aperte e rigirarli al truffatore.
Seguono consigli che devono allertare l’utente:
 Sospettare di ragazze molto avvenenti e disponibili, con una webcam dalla visuale perfetta, che sin dai primi secondi si mostrano con inquadrature provocanti;
 Fate molta attenzione alla lingua in cui si esprimono o scrivono in chat; alcune delle organizzazioni malavitose sgominate, sono risultate sovente nordafricane, comunicavano con un inglese incerto ed elementare;
 Se vi viene richiesto in tempi brevi, con modi piuttosto sbrigativi, di spogliarvi o mostrare il viso, lasciate immediatamente perdere.
Per riconoscere se dall’altra parte della webcam ci sia una persona vera o un video registrato, prestate molta attenzione ad alcuni fattori:
 Ad esempio, se i gesti della “ragazza” in webcam sono ripetuti più di due volte (si tocca i capelli o il corpo sempre allo stesso modo), può significare che state vedendo un video in loop, cioè ripetuto;
 Se vi arrivano più volte messaggi scritti mentre le mani della ragazza sono ben visibili, si sott’intende che sulla tastiera del computer stia scrivendo altra persona;
 Se durante il dialogo intrattenuto, ponete specifiche domande alla ragazza e le risposte non corrispondono mai a quanto richiesto, o comunque sono risposte evasive, a volte addirittura senza senso, bloccate e cancellate l’utente.
L’ambito della Polizia Postale della Sezione Informativa – Investigativa – Polizia Giudiziaria del Corpo della Gendarmeria, esistente dall’anno 2009, attraverso le linee telefoniche di emergenza 112/113/0549888888, resta a disposizione per ogni chiarimento che l’utente necessiti, anche in maniera confidenziale.
L’assistenza nei confronti del cittadino su tutto il territorio sammarinese, viene avanzata anche da parte dei Comandi di Brigata che potranno fornire informazioni di come avviare eventuali formali procedure di denuncia.
Si ringrazia per l’attenzione

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