Referendum libere Professioni e Fondiss, Cittadinanza Attiva e Rete

Referendum libere Professioni e Fondiss, Cittadinanza Attiva e Rete

Cosa sta facendo la politica successivamente al voto di oltre 11.000 cittadini ai Referendum abrogativi sulle Libere Professioni e su Fondiss? Lo strumento principe di democrazia ha espresso una chiara indicazione all’attuale governo, ma cosa si è fatto nel concreto?

Rigettata dalla maggioranza la mozione di sfiducia al Segretario alla Sanità, questa ha proposto nuovi tavoli di confronto che, assieme ai rappresentanti dei Comitati referendari aveva l’unico obiettivo di tradurre in azioni concrete i risultati referendari.

L’obiettivo del tavolo non è mai stato comune sin dagli albori. Gli incontri si sono subito rivelati un subdolo tentativo di eludere il volere dei cittadini nella speranza che la presenza dei Comitati e delle forze di opposizione che avevano sostenuto l’abrogazione delle leggi fungesse da elemento legittimante per le scelte del Governo.

Comprese queste intenzioni, le nostre forze hanno abbandonato questo confronto pilotato ed informato la cittadinanza su quello che stava accadendo.

Anche per la gestione Fondiss si sono palesate le reali intenzioni. La nostra partecipazione al tavolo di confronto era subordinata all’indicazione formale, da parte della Segreteria di Stato alla Sanità, della direzione da intraprendere. Un tavolo in cui si ragiona su quale stratagemma trovare per raggirare l’esito del referendum non è un tavolo cui riteniamo corretto e onesto partecipare! Troppi gli evidenti fattori e i dubbi ai quali, nonostante le numerose sollecitazioni, non abbiamo ricevuto tuttora alcun riscontro.

Si parte dalla gestione amministrativa attraverso un appalto indetto e aggiudicato contro legge ad una società italiana per € 150.000 all’anno per 3 anni, che ha poi costituito una succursale a San Marino (SIAC s.r.l.) ma che risulta senza dipendenti. Inoltre l’ISS ha convenzionato al suo interno due persone dedicate a spese dello Stato e avrebbe potuto gestire inizialmente la parte amministrativa tramite un software dedicato i cui costi sarebbero stati ammortizzati in pochi anni, oltre al fatto di potersi affidare ad aziende sammarinesi e valorizzazione così competenze interne già esistenti.

Non vorremmo trovarci a discutere di una “statalizzazione” della società SIAC, così come sta avvenendo per il Casale la Fiorina, ovvero trovare un espediente, e di sicuro non a favore dei contribuenti, per mantenere attiva una convenzione avviata e mantenuta in contrasto con la normativa in vigore.

Un altro aspetto in palese violazione della volontà popolare è quello della gestione dei fondi per la quale è evidente l’intenzione di trovare escamotage e permettere una gestione estera (nuovamente aperta alle assicurazioni), ad attori non graditi ed inserendo, alla luce del sole, consulenti esteri.

Non fossero abbastanza espliciti gli intendimenti della Segreteria di Stato alla Sanità, l’aggiunta mancanza di trasparenza della stessa non può che aumentare i dubbi in merito alle proprie intenzioni, e riteniamo perciò, nel rispetto dei cittadini che hanno espresso la propria scelta mediante uno strumento costituzionale, che sia il momento per Governo e maggioranza di ufficializzare le proprie intenzioni rispetto alla gestione dei fondi così da comprendere se il risultato referendario possa essere eluso.

Come se tutto questo non bastasse, ricordiamoci che anche per le libere professioni, non solo Mussoni ha riproposto la medesima legge abrogata dal Referendum ma sotto forma di Regolamento interno ISS, ma ha  anche trovato un accordo con una parte dell’opposizione, per il tramite dei medici presenti in aula consiliare (in violazione dell’art.42 del regolamento consigliare), inserendo nell’ultima finanziaria un articolo sulla libera professione medica, che quindi viene di fatto legittimata in una legge di bilancio. E la beffa è che, essendo inserita in una finanziaria, che non è più sottoponibile a referendum!

Questa sarebbe l’ennesima dimostrazione di come sia possibile raggirare uno strumento di democrazia diretta quale il referendum e disinteressarsi delle indicazioni dei votanti, ricercando escamotage, difettando di trasparenza e promuovendo il distacco tra politica e cittadinanza!!

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