Roberto Galullo, IlSole24Ore: Operazione Tibet e la banca della ‘ndrangheta brianzola

Roberto Galullo, IlSole24Ore: Operazione Tibet e la banca della ‘ndrangheta brianzola

IlSole24Ore

Operazione Tibet/1 San Marino motore del riciclaggio internazionale della “banca clandestina e personale” della ‘ndrangheta brianzola
Riecco la Repubblica di San Marino che entra nelle indagini giudiziarie italiane
.

Roberto Galullo

Torna agli
(dis)onori della cronaca, con il nostro Bel Paese, nell’indagine condotta il 4
marzo dalla Dda di Milano (procuratore aggiunto Ilda Boccassini,
sostituto Giuseppe D’Amico) e dalla Polizia di Milano che,
oltre a portare in carcere o ai domiciliari 40 persone, «ha dimostrato al
di là di ogni dubbio l’esistenza sul territorio lombardo, ed in particolare a
Seveso e Desio (Monza-Brianza), di una vera e propria “banca clandestina”
gestita dall’associazione mafiosa capeggiata da
Pensabene
Giuseppe
, affiliato alla ‘ndrangheta ed attuale reggente della
locale della ‘ndrangheta di Desio (MB). L’esistenza, in altri termini, di una
complessa organizzazione criminale,  avente base in Brianza, e composta da
numerosi associati, ciascuno dei quali inserito in un preciso organigramma, e
svolgente compiti predeterminati ed affidatigli dal capo indiscusso,
organizzazione armata, e strutturata in modo molto esteso e ramificato, con
forti addentellati anche all’estero (in Svizzera e nella Repubblica di San
Marino), attraverso l’impiego di svariate e diversificate ditte e società di
copertura (intestate fittiziamente a prestanome), che, avvalendosi
sistematicamente della forza di intimidazione e del metodo di condizionamento
tipicamente mafiosi, ha posto in essere numerosissimi delitti, che vanno dal
riciclaggio all’esercizio abusivo del credito, dall’usura alle estorsioni, dal
contrabbando alla interposizione fittizia di società e di beni immobili, e che
aveva nel suo generalizzato programma criminoso anche quello di porre in essere
una serie di truffe in danno di società finanziarie e di istituti bancari
».

 

Questo è quanto si
legge. Testualmente, nell’ordinanza firmata il 12 febbraio dal Gip Simone
Luerti
. Un’operazione quella della Dda di Milano, lo diciamo chiaro e
tondo, straordinariamente importante. A modesto avviso di chi scrive su questo
umile e umido blog, potenzialmente foriera di interessantissimi sviluppi,
almeno pari a quelli dell’indagine Infinito (luglio 2010) della
quale pure è gemmazione.

Sin da subito,
dunque, appare semplicemente strategico il ruolo della Svizzera (sul quale
ritorneremo con apposito articolo) e di San Marino quali base per società
prestanome e di copertura ma anche, scopriremo, come luogo nel quale detenere
conti correnti.

E del resto, è
sempre il Gip, accogliendo pressoché integralmente la lettura in filigrana dei
magistrati, che delinea in un passaggio successivo lo snodo sammarinese. In
un’intercettazione ambientale del 6 aprile 2012 alle ore 9.11.41
nell’”ufficio-tugurio-banca” di Seveso dal quale dirigeva secondo l’accusa traffici
e azioni violente, il presunto capo dell’associazione mafiosa, Pensabene,
dirà che lui e il suo gruppo dovranno infiltrarsi «come i polipi, si devono
agganciare dappertutto, i tentacoli devono arrivare dappertutto, ci sono le
condizioni per poterlo fare
» e di fronte a questo passaggio, il Gip
scriverà che il proposito non è rimasto un «mero flatus vocis».

Quest’ultima è
un’espressione tradizionalmente attribuita al filosofo Roscellino di
Compiègne
(morto intorno al 1120), massimo rappresentante del nominalismo
medievale, secondo il quale i concetti universali non hanno alcuna realtà
oggettiva e sono soltanto semplici nomi (cioè, appunto, dei flatus vocis).
È ripetuta nel linguaggio comune – ci informa l’enciclopedia Treccani
– quando viene riferita in senso polemico a discorsi privi di consistenza o a
promesse che non hanno seguito. Per la
Dda di Milano, invece, è proprio il contrario: l’indagine
finora ha dimostrato come l’associazione mafiosa si è avvalsa di numerose
società non soltanto in Italia ma anche all’estero, ha esportato parte dei
capitali illeciti accumulati in Svizzera ed a San Marino e ha investito
cospicue somme di denaro.

MICRO…

La Repubblica del Titano appare in cose spicciole, come quando alle
10.43 del 9 dicembre 2011 viene intercettato nel solito “ufficio-tugurio” un
soggetto che chiede agli altri presenti di aiutare alcuni suoi conoscenti di
San Marino a portare in Svizzera somme di denaro contante dell’ordine di 500
mila euro al mese.

…MACRO

Appare però anche
in ben altre operazioni, strutturate e sostanziose, come quella raccontata
sempre nella sede della “banca clandestina” di Seveso alle 11.09 del 21
dicembre 2012 da alcuni indagati alla presenza del presunto capo Pensabene.
Ad un certo punto un soggetto (i nomi mi interessano il minimo indispensabile
perché amo molto di più descrivere fenomeni e comportamenti che restano,
indipendentemente dai cognomi delle pedine messe in campo) afferma di avere
intestato tutti i suoi beni immobili e le sue attività economiche a due società
immobiliari, di cui non citava i nomi, una con sede a San Marino, e l’altra in
Italia, società cui erano intestati la sua attuale villa, alcuni terreni ed un
appartamento sul lago Maggiore.

 

INCROCI
INTERNAZIONALI

Sempre lo stesso
soggetto specificava di avere schermato le due società immobiliari con soggetti
mandatari della Svizzera e del Liechtestein; faceva presente, però, che, così
facendo, non essendo identificabile il beneficiario reale, non era riuscito ad
ottenere da nessuna banca italiana un mutuo, e quindi a disporre di denaro
liquido. Dall’alto della sua esperienza nel settore delle “schermature”
societarie, un altro soggetto gli rispondeva che una struttura societaria
congegnata come quella descritta serviva a “schermare” e difendere i suoi beni
immobiliari ma non gli dava la possibilità di farli fruttare e gli suggeriva
quindi di lasciarla così come era in quanto vi erano meno rischi di individuare
la provenienza del patrimonio.

 

INTERESSI
NON OCCASIONALI

Proprio per uno
degli indagati, che per la Dda
di Milano era un vero e proprio finanziatore e promotore di affari illeciti, ha
messo in evidenza i rapporti di interesse con la Repubblica di San
Marino, avendo acquisito una società sanmarinese e avendo aperto presso un
istituto di credito di San Marino un conto corrente, probabilmente intestato a
sua madre, di cui nel corso di una conversazione telefoniche lo stesso indagato
chiede il documento di identità.

Questi rapporti
emergono dai contatti telefonici ripetuti ed assidui che intrattiene con un uomo
non identificato, che utilizzava un utenza cellulare intestata a …omissis…con
sede a San Marino via degli Angariari …omissis….(anche in questo caso conosco
nome della società e numero civico ma poco o nulla mi interessa). Dai dialoghi
intercettati intercorsi si ricava, sinteticamente, che il presunto finanziatore
e promotore sollecita al suo interlocutore di inviargli documenti di vario
tipo, si reca a San Marino ad incontrarlo per “fare gli atti”, chiede al
medesimo di reperirgli “una sede in affitto”; gli trasmette copia della carta
di identità di sua madre, necessaria probabilmente per l’apertura di un conto
bancario.

 IL
MATTONE NON MANCA MAI

Al personaggio in
questione sono riconducibili – sempre secondo la ricostruzione della Polizia
coordinata dalla Dda di Milano – e utilizzate per lo svolgimento degli affari
illeciti dell’associazione mafiosa, anche diverse società di copertura, tra le
quali la …”omissis…Immobiliare srl” (come sopra), di San Marino. Anche essa più
volte citata come propria dal soggetto indagato, che ne è formalmente
procuratore speciale.

La Dda di Milano evidenziare inoltre (e il Gip sottoscrive), che una parte
dei profitti conseguiti dall’associazione criminale facente capo a Giuseppe
Pensabene
, veniva reinvestita nel ciclo “produttivo” delle operazioni
di riciclaggio e di usura da questo ultimo gestite. Una parte veniva impiegata
per consentire a tutti gli associati un elevato tenore di vita (da alcuni,
peraltro, palesemente ostentato). Una parte veniva occultato all’estero, sia in
Svizzera che nella Repubblica di San Marino. Una parte, infine, veniva
investita nell’acquisizione di beni immobili che venivano conferiti alle
società di copertura.

Ora mi fermo ma,
domani, torno con la Svizzera

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