Romagna Noi: Aeroporto Fellini. Gruppo Antimafia: in gara società sospetta

Romagna Noi: Aeroporto Fellini. Gruppo Antimafia: in gara società sospetta

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Aeroporto Fellini. Gruppo Antimafia: in gara società sospetta

A insinuare il dubbio e” il Gruppo Antimafia Pio La Torre che concentra i suoi sospetti su uno dei quattro partecipanti al bando

RIMINI – L”ombra delle
infiltrazioni mafiose si allungano sull”aeroporto Fellini di Rimini. A
insinuare il dubbio e” il Gruppo Antimafia Pio La Torre che concentra i suoi
sospetti su uno dei quattro partecipanti al bando: e” il Consorzio per lo
sviluppo dell”aeroporto di Rimini-San Marino Societa” consortile, “il cui
presidente del consiglio di amministrazione e” un ex-avvocato (il titolo e”
stato revocato, a leggere le cronache giornalistiche di anni or sono) con piu”
di qualche problema con la giustizia italiana e svizzera, Pier Francesco Campana
(nato a Berna, classe ”29)”. Un Consorzio, prosegue il Gruppo, “con un capitale
di 3,1 milioni di cui solo 10.000 sono stati versati. Di questi 10.000 euro il
90% delle azioni e” in mano alla Italian Utilities srl, mentre i restanti mille
euro sono suddivisi tra altre cinque societa” (che hanno versato la bellezza di
200 euro l”una), due delle quali hanno la sede al medesimo indirizzo della
Italian Utilities”. La figura di Pierfrancesco Campana “e”, poi, alquanto
particolare. Premettiamo che poche sono le informazioni disponibili sul web,
riguardanti le sue attivita”; guardando pero” i risultati di Google ci si
accorge che in fondo alle ricerche compare la seguente scritta: Che il nostro
abbia deciso di usufruire dell” ”oblio” informatico, che Google concede? E
per quale motivo?”.
Tuttavia, “non tutto e” stato eliminato.
Troviamo una richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm della
Procura di Arezzo sul caso Eutelia perche” ”provvedendo alla costituzione di
molte societa” estere […] avviandone altresi” i rapporti bancari sui quali
veniva fatto confluire il denaro ricavato dagli amministratori di Eutelia Spa e
provento delle illecite condotte di appropriazione indebita e frode fiscale …”.
In una parola: riciclaggio. Un procedimento che poi ha portato a numerose
condanne e che, peraltro, ha lasciato a piedi 2.500 lavoratori, impiegati in
Eutelia, una societa” di comunicazione spolpata da dentro e fatta fallire”.
Negli anni ”80, continua il Gruppo Antimafia, “Campana viene condannato a tre
anni nel processo riguardante l”utilizzo illecito di fondi statali per la
ricostruzione della diga del Vajont. L”accusa e” quella di aver aiutato alcune
imprese a trasferire denaro pubblico in banche della Svizzera, suo paese natale.
Poco prima risultava incriminato per associazione a delinquere, contrabbando di
merce, esportazione di valuta e riciclaggio, nell”ambito di un”inchiesta
legata al riciclaggio di denaro frutto di riscatti. Risulta dalle cronache, per
inciso, che nel suo studio dell”epoca risultassero risiedere 400 societa”. Nel
1987, invece, risulta latitante assieme ad un siriano in un processo istruito
per traffico internazionale di armi, in cui venne coinvolto l”attore Rossano
Brazzi”. E ancora, “nel 1996 e” coinvolto in un altro scandalo legato al
fallimento di una banca svizzera, la Inter Change Bank di Lugano, in cui
ricopriva il ruolo di commissario.
La procedura fallimentare
della banca
ebbe una durata di 22 anni, dal 1967 al 1989″. Insomma,
“dubitiamo che una persona con un passato giudiziario del genere (posto
l”ineludibile principio di non colpevolezza fino a condanna passata in
giudicato) possa essere la persona adatta alla gestione dell”aeroporto di
Rimini e San Marino, che dovrebbe ripartire proprio dalle ceneri di un
fallimento”. Il Gruppo Antimafia si concentra poi sul ruolo di San Marino in
questa operazione. “Il 16 settembre 2013 San Marino, nell”ambito dei rapporti
bilaterali con l”Italia, ha ricevuto due aree demaniali dell”aeroporto. È un
lasciapassare, nemmeno troppo velato, per la costituzione di una dogana
sammarinese all”interno dell”aeroporto. Questo fatto potrebbe avere
conseguenze molto preoccupanti”. Memori del passato “sulle inchieste, nate per
lo piu” in Italia e che hanno coinvolto San Marino, ci domandiamo se questa
scelta non possa comportare la creazione di un porto franco per il riciclaggio,
un”attivita” che pare sempre in voga sul Titano”. Dunque, come Gruppo
Antimafia Pio La Torre “esprimiamo la nostre perplessita” davanti alla
costituzione di una dogana sammarinese. Saremo felici di essere smentiti, nel
caso. Per ora, il passato di San Marino non induce a poter azzardare previsioni
rosee per una simile soluzione”.

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