San Marino. Consiglio Grande e Generale, conclusione lavori giornata odierna

San Marino. Consiglio Grande e Generale, conclusione lavori giornata odierna

 COMUNICATO STAMPA

CONSIGLIO

GRANDE E GENERALE 22-25 LUGLIO 

Mercoledì 24 LUGLIO n.2

           

 Con la
presentazione del “Documento di lavoro della maggioranza sulla revisione della
spesa pubblica” si sono chiusi i lavori della terza giornata consiliare. In una
ventina di pagine sono elencati gli ‘interventi strutturali da attuarsi nel
breve periodo’, ovvero entro il 2013, e ‘interventi strutturali e organizzativi
da attuarsi nel breve-medio termine’, ‘interventi immediati’, ‘interventi
ulteriori’ e ‘altri interventi’. Il documento, letto in Aula dai consiglieri
Fabio Berardi,
Pdcs, e Andrea Belluzzi, Psd, è stato presentato come aperto ai contributi di
tutti e volto a individuare la base per redigere un ordine del giorno
conclusivo del dibattito al comma 5 su programma economico 2014, spending
review e  riforma dell’Igr. .

Al termine della seduta odierna è intervenuta oltre la
metà degli iscritti. 

 

Di seguito un sunto della seconda parte dei lavori
odierni, incluso il testo del documento sulla spending review presentato dalla
maggioranza.

 

Comma 5. Riferimento
del governo sul programma economico 2014 e sulle politiche di bilancio.

 

Guerrino Zanotti, Psd: “La politica degli
anni passati ha fatto espandere il sistema bancario e finanziario senza regole,
tanto che spesso è finito nelle mani di associazioni malavitose. Dalla lettura
del documento di programmazione economica emerge un quadro preoccupante:
difficilmente il Paese sarà in grado di recuperare quanto perduto in termini di
Pil e purtroppo si sono persi anche tantissimi posti di lavoro. Abbiamo provato
a creare nuove opportunità per investimenti dando più dignità al lavoro e
all’economia reale. Dal Dpef emerge un’altra grave emergenza ovvero quello dei
conti pubblici: servono 40 milioni di euro già dal prossimo anno. Non avrebbe
senso inasprire la pressione fiscale se prima non proviamo a reperire risorse
riducendo il costo della spesa pubblica. La minoranza è unita nella chiamata
alla mobilitazione, ma divisa nelle proposte di soluzioni alla crisi. Devo fare
una critica al governo: solo da parte di alcuni segretari sono giunte
informazioni sulle tempistiche di intervento nei loro settori specifici.
L’obiettivo di ridurre 20 milioni di euro la spesa corrente, se si mettono in
piedi provvedimenti di razionalizzazione e taglio della spesa, credo sia un
obiettivo raggiungibile. A patto che i provvedimenti non rimangano lettera
morta”. 

Giovanni Francesco
Ugolini, Pdcs:
“A inizio legislatura tante erano le aspettative per dare al Paese
cambiamento e sostanza economica, concretezza di nuova occupazione, nuove
progetti. Sarebbe più facile stare nell’ombra, acconsentire, piuttosto che
assumere posizioni critiche e preoccupazioni. Nessuno può accettare che il
Paese crolli di fronte ai problemi. Bisogna essere coraggiosi e rinunciare a
mostrarsi forti a tutti i costi. Già l’Fmi aveva mostrato un quadro impietoso.
Prima della pausa estiva il governo rischia di passare per il governo della
patrimoniale.

Oggi si parla di riforma
tributaria, la proposta di oggi è diversa da quella della precedente
legislatura. Servirebbe un confronto più articolato con le forze politiche e
sociali e il governo sta percorrendo questa strada. E’ il momento delle
decisioni ma è troppo importante per non discutere. La patrimoniale deve essere
un provvedimento una tantum, il settore immobiliare è in crisi da tempo.
L’uscita vicina dalla black list è la vera unica buona notizia che ci è giunta.
Il cappio al collo per le imprese è stato impressionate. Lancio un appello
affinché si sia sammarinesi all’altezza della nostra storia. Le difficoltà
economiche e le battaglie politiche portano infatti a un vuoto di
rappresentanza nella copertura di poteri e ruoli da parte di sammarinesi. E’ un
rischio che non possiamo correre”.

Massimo Cenci, Ns: “Oggi parliamo
di riduzione della spesa e di fiscalità. La prima riflessione che mi viene è
che, vista la relazione sulla spending review e l’approccio sulla riforma, è
che in entrambe serve un diverso approccio di tutti, politici e non, verso il
nostro Paese. E’ un cambiamento pesante e di cultura e di mentalità. In tema di
spending review, ricordo che  abbiamo
discusso recentemente e approvato nuovi passi in avanti contro il riciclaggio e
l’antiterrorismo. Dobbiamo in questo campo fare molto di più e mai abbassare la
guardia. Combattere il fenomeno significa intervenire direttamente sullo spreco
di denaro pubblico. Se poi riuscissimo a recuperare i soldi che qualcuno ha
sottratto, l’effetto sarebbe troppo. Ho ascoltato l’obiettivo dei 20 mln di
euro di tagli, l’importante è che non incida sulla qualità dei servizi
essenziali. E’ necessario fare una riflessione più ampia sulla funzione sociale
della Pa che va recuperata. Noi viviamo una situazione in cui famiglie di
dipendenti privati licenziati o imprenditori, artigiani e commercianti in
difficoltà hanno il problema di arrivare a fine mese. Si trovano poi famiglie
composte da tutti dipendenti della Pa. Dovremo iniziare a ragionare e a trovare
dei fattori di equilibrio sociale. Il miglior favore che si può fare ai dipendenti
pubblici è fare lavorare in efficienza la Pa, perché si capisca che le leggi
che si fanno qui dentro non servono solo a coprire i buchi di bilancio.
Contemporaneamente alla spending review c’è il discorso fiscale che deve andare
di pari passo, finché ci sono sprechi non possiamo pensare a una riforma Non
entro nel merito tecnico di questa provvedimento, prendo con favore l’approccio
del segretario di Stato che dice che ne riparleremo con tutti. La relazione
della spending review ha fatto aprire gli occhi su quanto costa uno Stato come
il nostro. La sanità costa 1.800 euro a testa, siamo tutti convinti debba
esserci garantita scuola, sicurezza, salute è questo uno dei nostri limiti.
Tutti pretendiamo, ma nessuno si chiede quanto sta pagando per quello che
riceve”. 
Manuel Ciavatta, Pdcs: “Per certi aspetti l’esperienza vissuta negli
ultimi 3-4 anni è parallela a quella vissuta dal popolo ebraico quando uscì
dall’Egitto e si lamentava della mancanza delle cipolle. Noi siamo passati da
una sovrabbondanza economica a una condizione più autentica. Mi sembra che il
rischio sia quello di agitarsi per tenere in piedi un sistema che non è più
sostenibile. Ci siamo dimenticati che prima viene l’uomo.

Dal programma economico
emerge che i segni meno sono nella finanza, nel Pil e nell’import-export.
Trasferimenti e uscite sono già diminuite, mentre sono rimaste stabili la
retribuzione del personale, è mancata la forza, e la spesa per beni e servizi.
Non siamo così non virtuosi. Sul lavoro i dati non sono belli, ma sono migliori
degli altri Paesi europei.

Siamo uno Stato in
recessione, tuttavia ciò che prima entrava per vizio va sostituito con la
virtù, un cambio che va proposto cercando alleanze. Aizzare al conflitto
sociale non va bene da parte dei consiglieri. Sulle imprese non occorre creare
conflitti, mentre dalle banche mi aspetto che facciano sistema per aiutare il
Paese. Specie da quelle aiutate dallo Stato. Inoltre 77 mila euro di stipendio
medio in Bcsm non sono più sostenibili. La spending review va fatta perché i
primi a lamentarsi della Pa sono i dipendenti. Serve un cambio di mentalità da
parte di tutti.

Sulla riforma tributaria
certi elementi vanno rivisti, a partire dalle aliquote più basse, mentre deve
emergere tutto il sommerso. E’ possibile che i diritti acquisti dalla
generazione prima della nostra siano per noi solo debiti e svantaggi? Dobbiamo
operare perché non sia così”.

Federico Pedini Amati, Ps:  “La documentazione ci è stata consegnata solo
negli ultimi giorni. Si tratta inoltre di tre interventi molto rilevanti, da
non accorpare in un unico comma. Ma anche in questa situazione la maggioranza
ha tirato dritto per la sua strada. Vergognoso il comportamento della
maggioranza che non vuole relazionarsi con chi ha ottenuto il 49.20% dei
consensi alle scorse elezioni. Questa maggioranza si propone un unico scopo:
tirare a campare. Propongono una politica vecchia, stantia, senza idee e
blindata sulle idee di poche persone. Che rappresentano la Casta nel suo
complesso. La spending review rappresenta ciò che tutti già sapevamo da tempo
ma che molti facevano finta di non vedere. Paghe pubbliche più alte del 20%
rispetto al settore privato. Sprechi, pensioni d’oro, gestioni anche
clientelari degli appalti e nessun bando pubblico per la selezione del personale.
Non si può assumere ad personam, come ci ha detto anche il Fondo Monetario. La
spesa pubblica è pari a 171 milioni di euro. Nel 2012: 75 dirigenti ci sono
costati oltre 6 milioni di euro, 611 dipendenti tra ottavo e nono livello ci
sono costati 28 milioni di euro e abbiamo un ufficio Tributario che ha stipendi
medi da 40 mila euro. Le indennità della Pa ci costano quasi 10 milioni di
euro: si poteva evitare di far pagare la patrimoniale a tutta la cittadinanza.
I cittadini seri sono pronti a fare sacrifici ma quando leggono notizie di
gente che ha preso delle tangenti e di sprechi è chiaro che protestano. La
commissione d’inchiesta anti-mafia ha finito il suo lavoro un anno fa e ancora
non c’è un risultato. I giudici fanno il loro lavoro, ma ci sono ingerenze
politiche. Stiamo andando a chiedere soldi alla gente per coprire buchi di
nefandezze politiche e mala gestione. La riforma fiscale inoltre tocca i più
deboli perché chi percepisce un reddito lordo di 10 mila euro prima di tasse
pagava zero, ora 900 euro mentre chi guadagna 100 mila euro di reddito lordo
ora paga appena 6 mila euro in più. Sono schifato di questo modo di fare
politica. Non si è più parlato neppure di monofase: 188 milioni di euro che
dobbiamo percepire ma che abbiamo già dimenticato. Qui c’è un Paese marcio e mi
auguro che gente si svegli e mandi a casa tutti: la politica degli ultimi 20
anni ha fallito. Gli affitti passivi ci costano 953 mila euro mentre quelli
attivi poco più di 200 mila euro, molti dei quali non vengono percepiti. Se la
classe politica ha fallito bisogna ammetterlo. C’è chi sostiene che non
riusciamo a fare la lotta all’evasione fiscale perché non c’è la Guardia di
Finanza ma la colpa, se esiste, è della politica. Che non la vuole perché deve
difendere i suoi interessi e quelli della casta”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Elencherò un po’ di numeri per descrivere la
situazione. Dal 2009 al 2012 abbiamo un calo del Pil del 24%, di 400 milioni di
euro, e di queste risorse perse il 75%, secondo il Fmi, non torneranno più. Forse
è anche meglio perché era un’economia non sana mentre ora abbiamo intrapreso un
percorso di trasparenza. Altro dato importante riguarda il bilancio dello
Stato: ora è di 544 milioni di euro, mentre per il 2014 si parla di quasi 480
milioni di euro. A questo paese serve un Piano per favorire l’occupazione
giovanile. La Pa deve essere volano per la nostra società e i giovani deve
essere lo strumento per il rilancio del settore pubblico. I giovani possono
rilanciare l’intero apparato pubblico ed a tal proposito serve l’innesto di
giovani sammarinesi laureati. Se non partiamo da questo, la pubblica
amministrazione resterà ferma agli anni ’80. Spending review? Dopo anni in cui
non si è voluto intervenire su questo la situazione economica del nostro paese
ci richiede un intervento forte e immediato per ridurre gli sprechi. In un
momento particolare come questo in cui vengono richiesti sacrifici, questi
devono essere fatti da una parte e dall’altra. Non dobbiamo avere paura di
prendere scelte forti perché questo è quello che ci chiedono i cittadini per il
futuro del paese. Per quanto riguarda la riforma tributaria posso solo dire che
credo sia necessario intervenire con un simile provvedimento. Riforma
ampiamente criticata che riprende quella della scorsa legislatura ma sarà la
risposta per non avere la patrimoniale il prossimo anno”.

Fabio Berardi, Pdcs: “Intervengo per dare lettura del documento di lavoro della maggioranza sulla revisione della spesa. E’ un documento aperto ai contributi di tutti.

“PREMESSA: La Relazione del 31 maggio 2013, elaborata dal Gruppo Tecnico incaricato a mente dell’articolo 15 della Legge 21 dicembre 2012 n.150, costituisce un valido documento di analisi delle aree di inefficienza ed incoerenza della spesa pubblica sulla quale impostare un piano di interventi pluriennali che consenta di ottenere una forte riduzione della spesa senza intaccare la qualità dei servizi erogati ed, anzi, miri ad una ottimizzazione degli stessi attraverso la revisione e razionalizzazione dei processi e l’introduzione di sistemi di controllo, di gestione e di verifica della qualità dei servizi pubblici.

L’attività di rilevazione e di studio dei dati effettuata dal Gruppo Tecnico, come compendiata nella Sintesi Descrittiva – Sezione VIII° della Relazione, è scaturita in una serie di n. 109 orientamenti e possibili indicazioni di revisione contenuti nella Sezione IX° della Relazione medesima che ilGoverno ha vagliato e sta, tuttora, approfondendo con il contributo degli uffici, organi ed Enti del Settore Pubblico Allargato.

Il processo di revisione della spesa pubblica è, tuttavia, complesso ed articolato specie in relazione all’esigenza – al di là di quella, pur non rinviabile, di ottenere immediate economie di spesa – di introdurre modifiche strutturali che consentano una duratura riduzione della spesa corrente allo scopo di generare una più equilibrata composizione di entrate e spese e di percorrere con convinzione il sentiero di risanamento che conduce al pareggio di bilancio.

In sostanza, affinché, il processo di revisione della spesa sia effettivo e produca risultati durevoli, occorre impostare ed avviare un profondo cambiamento culturale nella gestione dell’economia pubblica che veda nella definizione chiara di obiettivi e risultati da parte dell’Esecutivo, nella responsabilizzazione di dirigenti e funzionari, nel contrasto severo a fenomeni di scarsa efficienza e mancato rispetto dei doveri di assolvere in modo diligente e sollecito le mansioni in conformità all’interesse pubblico, nella convinzione e motivazione del lavoratore pubblico i presupposti per un reale mutamento organizzativo.

Il presente documento deve, pertanto, intendersi come relativo alla prima fase di interventi di riduzione della spesa pubblica fra quelli proposti dal Gruppo Tecnico cui potranno seguire altre iniziative, con particolare riferimento al rapporto con gli Enti partecipati dallo Stato ed alla revisione del modello organizzativo dello Stato secondo criteri di selettività e sostenibilità dell’azione pubblica.

Le azioni prioritarie individuate dalla maggioranza, come sotto elencate, sono sia di natura strutturale, da attuarsi nel periodo breve e medio-breve, sia di natura prettamente economica con interventi relativi alle componenti accessorie della retribuzione dei pubblici dipendenti ed alla razionalizzazione delle spese conseguenti ad una gestione connotata da evidenti profili di diseconomicità ed inefficienza .

            La volontà del maggioranza, in linea con quanto evidenziato dal Gruppo Tecnico, è quella di intervenire sugli aspetti di maggiore e palese distorsione evitando di procedere, nell’ambito di questa prima fase del processo, ad un taglio lineare delle retribuzioni dei pubblici dipendenti. In considerazione del fatto che all’interno del Settore Pubblico Allargato lo stesso Gruppo Tecnico ha apprezzato una marcata differenziazione delle situazioni e delle problematiche sia nell’ambito del Settore Pubblico Allargato fra Pubblica Amministrazione ed Enti Pubblici/Aziende Autonome di Stato sia all’interno della Pubblica Amministrazione fra i diversi settori della stessa, un’azione equilibrata e corretta impone una differenziazione degli interventi.

La situazione economica e le difficoltà che affliggono il Bilancio Pubblico impongono un’azione forte, precisa e condivisa non solo dal Governo e dalla Maggioranza ma dall’intero Consiglio Grande e Generale; l’obiettivo di raggiungere il pareggio del Bilancio Pubblico impone anzitutto una assunzione di consapevolezza e responsabilità da cui consegua una azione coerente da parte delle Forze Politiche volta a correggere le distorsioni, ad eliminare le spese superflue e le inefficienze che la finanza pubblica non è più in grado di sostenere, a rivedere alcuni trattamenti retributivi, a intervenire con decisione sulle aree di spreco e privilegio, a richiedere un maggiore rigore nella gestione dei pubblici dipendenti.

Nella gestione del personale pubblico, in particolare, va impostato un sistema maggiormente meritocratico e con meno progressioni automatiche, organizzato in termini di fabbisogno, budget e costi standard in ogni singolo settore, dando la responsabilità alla dirigenza di ottenere il risultato in base al programma stabilito con la messa a regime di un sistema premiante/penalizzante e valutando le performance della dirigenza medesima con una comparazione del costo dei servizi con i migliori esempi internazionali o almeno col valore medio cui tendere.

Il piano di azione deve avere, quindi, una visione generale, complessiva, strutturale e strutturata, con l’obiettivo di una razionalizzazione complessiva e permanente della spesa pubblica e l’ottimizzazione dei servizi, qualificandone l’offerta e la risposta che gli stessi devono dare ai cittadini e alle imprese.

 

INTERVENTI STRUTTURALI NEL BREVE PERIODO (entro 2013)

Tali interventi si traducono nella necessità di accelerare i tempi per la piena attuazione della Legge 5 dicembre 2011 n.188 e degli ulteriori atti normativi e di contrattazione collettiva della riforma della P.A.

1. nominare la “cabina di regia” come previsto dalla Legge n.188/2011, che è riconosciuta come strategica ed essenziale per l’avvio di una riorganizzazione strutturale della P.A. e del Settore Pubblico Allargato. Essa è individuata nella Direzione Generale della Finanza Pubblica (DGFP) che attualmente la suddetta legge prevede sia costituita da 3 figure dirigenziali. Il Governo, tuttavia, ritiene di procedere – in via transitoria ed allo scopo di conseguire un immediato risparmio sulle spese preventivate per il funzionamento di tale organo nel Bilancio di Previsione 2013 – con la nomina del solo Direttore della Funzione Pubblica;

2. attuare immediatamente gli accorpamenti previsti dalla Legge n.188/2011 ovverosia l’accorpamento fra l’Ufficio del Turismo e l’Ufficio Attività Sociali e Culturali e fra la Biblioteca di Stato e l’Archivio di Stato: il processo è in corso ed i Direttori di Dipartimento hanno già elaborato una proposta ai sensi della delibera congressuale n.25 del 12 marzo 2013. In particolare, entro l’anno ed in tempo utile per la predisposizione del Bilancio di previsione per l’anno 2014, sarà attuata la trasformazione dell’A.A.S.F.N. in ufficio ed il passaggio della gestione del Multieventi Sport Domus al C.O.N.S.; in relazione a tale passaggio, che permetterà di ottimizzare tutta una serie di aspetti (personale, gestione impianti, orari dei custodi ecc…), è, ad oggi, in corso il lavoro di un gruppo incaricato ad hoc con delibera congressuale n. 23 del 29 maggio 2013;

3. attivare le funzioni trasversali di presidio e le UO con potere di indirizzo e controllo professionale della spesa e delle attività, che sono funzioni strategiche in base alla legge 188/2011 e in base alla relazione di revisione della spesa;

4. attivare le nuove UO previste nella Legge n.188/2011. Una analisi particolare merita l’ “Ufficio Acquisti, Servizi Generali e Logistica” in relazione al quale occorre rivedere missione e funzioni in esito alla realizzazione di una centrale unica acquisti per tutto il Settore pubblico allargato;

5. nelle more della definizione del fabbisogno, rivedere i tassi di sostituzione di cui al “Capitolo

II – Misure per il contenimento e la riduzione degli oneri retributivi” dell’Allegato Z alla Legge 22 dicembre 2011 n.200. Il controllo sul rispetto di tali tassi di sostituzione con personale proveniente dalle pubbliche graduatorie e con personale assunto mediante contratto di lavoro subordinato sarà garantito da un sistema autorizzativo centralizzato sia in relazione alla copertura di posti temporaneamente vacanti che in relazione alla copertura di posti definitivamente vacanti o non previsti, anche in relazione alle assunzioni effettuate dagli Enti Pubblici/Aziende Autonome di Stato (in particolare l’I.S.S.) in analogia a quanto avviene per la Pubblica Amministrazione con positivi risultati in termini di progressiva riduzione delle sostituzioni dalle pubbliche graduatorie.

6. Nell’ambito delle sostituzioni, il cui costo complessivo ammonta a circa € 8.000.000,00=, il Settore Scuola ed il Settore Poste rappresentano il 77% del costo della P.A. (€ 7.500.000,00); una riduzione del 30% produrrebbe circa due milioni di euro risparmio. In particolare, in relazione al personale ausiliario in servizio nelle scuole nel 2012, il tasso di sostituzione era di 1 ogni 4 bidelli in servizio ed il costo delle sostituzioni di tale personale è stato di € 1.200.000,00= con concentrazione soprattutto nelle Scuole Elementari con un rapporto di 1 addetto ogni 13 scolari a fronte di 1 operatore educativo ogni 18 scolari;

7. identificare le attività che rivestono carattere strategico nell’ambito delle funzioni pubbliche, attualmente definite “essenziali”, da garantire con un nucleo di personale specificatamente identificato;

8. ridurre le esistenti deroghe di cui all’articolo 6, commi 2 e 3 del Regolamento n.2/2007, confermando solo quelle necessarie ad evitare l’interruzione di servizi;

9. la copertura di posti temporaneamente vacanti, nel Settore Pubblico Allargato, mediante sostituzione interna o interpello nello stesso, sarà autorizzata esclusivamente al fine di assicurare la continuità del servizio e limitatamente alle sostituzioni di personale che siano essenziali a mente dell’articolo 35 della Legge n.112/2002, dovendosi, per il resto, far riferimento al dovere dei dipendenti di coadiuvarsi e di supplirsi vicendevolmente per il regolare funzionamento dell’attività e del dirigente di dare al servizio diretto la migliore organizzazione possibile ai sensi della Legge n.108/2009, secondo quanto previsto dagli articoli 10 e 55, comma 4 della Legge n.188/2011 e dall’articolo 73, comma primo della Legge n.194/2010;

10. la copertura di posti temporaneamente vacanti mediante incarichi dalle pubbliche graduatorie e contratti di lavoro subordinato potrà avvenire esclusivamente in relazione a posizioni essenziali la cui mancata copertura possa determinare l’interruzione di servizi;

 

INTERVENTI STRUTTURALI E RIORGANIZZATIVI NEL PERIODO MEDIO-BREVE

Tali interventi si muovono nelle opportunità offerte dalla Legge n.188/2011 per rendere maggiormente economica la struttura della P.A.

SETTORE PUBBLICO ALLARGATO

1. Attuare nuovi accorpamenti di UO in parte già preannunciati, quali:

a. creare, all’interno dell’Ufficio Registro Automezzi, una sezione apposita, con una o più figure qualificate reperibili all’interno della PA (questo consentirebbe anche di risparmiare sugli eventuali costi di reperimento di altri locali). Emerge infatti l’esigenza di avere una gestione dei Trasporti centralizzata che accorpi le funzioni del servizio trasporti dell’A.A.S.S., della gestione del trasporto scolastico, e della gestione delle manutenzioni e del parco dei mezzi pubblici, con l’obiettivo di una loro riduzione;

b. unire l’Ispettorato Ufficio del Lavoro, dell’Ufficio Ispettorato I.S.S. e il Servizio Ispettivo del Dipartimento Prevenzione in un unico Ispettorato al quale demandare anche le funzioni di gestione degli atti ispettivi sul personale per tutto il Settore Pubblico Allargato, allo scopo di garantire l’applicazione uniforme delle regole assicurando imparzialità, coerenza e risparmi;

c. accorpare l’Ufficio del Lavoro ed il Centro di Formazione Professionale;

d. una nuova unità operativa che accorpi tutte le funzioni degli uffici contabili della P.A. e Settore Pubblico Allargato compreso I.S.S. e Aziende;

e. riunire in un’unica UO a valenza trasversale, tutti gli uffici del Settore Pubblico Allargato che emettono atti amministrativi sul personale e predispongono gli stipendi;

2. Intervenire sui seguenti aspetti:

a. l’Autorità per l’Aviazione Civile e la Navigazione Marittima, considerato che a luglio 2013 ha già superato il risultato economico del 2012, per il 2014 si procederà ad un consistente riduzione dei trasferimenti pubblici;

b. introduzione di un tetto massimo annuale per le retribuzioni individuali, comunque denominate, per le funzioni dirigenziali (Presidenti, membri del CdA, Direttori, etc) di enti pubblici e enti partecipati dallo Stato; ovvero introdurre di una riduzione annua forfetaria per le medesime cariche oltre una certa retribuzione;

c. applicare con rigore la regola di legge e contratto secondo cui non sono dovute indennità di funzione nel caso di distacco ed eliminare tutte le indennità di funzione nel caso in cui la stessa non sia esercitata;

d. aggiornare l’analisi già effettuata ai sensi dell’articolo 46, comma secondo della Legge n. 200/2011, sulle indennità nel Settore Pubblico Allargato, fermo restando il principio dell’erogazione dell’indennità di funzione esclusivamente nei periodi di effettivo servizio;

e. promuovere le cooperative di inserimento e integrazione lavorativa e affidamento di appalti pubblici a mente della Legge 21 settembre 2010 n.160 e del Decreto Delegato 27 luglio 2012 n.99 – che potranno essere oggetto di integrazione per rendere il rapporto Stato/Cooperativa estensibile ad ulteriori ambiti – per garantire una occupazione produttiva alle persone con disabilità fisico psicologico anche in forza a contratti di fornitura privilegiata con la pubblica amministrazione. In tal senso sono in corso contatti con l’unica cooperativa sociale e di servizio costituita per verificare i termini di una concessione di servizi ai sensi della delibera n.25 del 12 marzo 2013.

ENTE POSTE

1. Accorpamento di alcuni uffici postali periferici;

2. revisione degli orari lavorativi degli addetti postali al fine di recuperare unità lavorative da riassegnare alla PA;

3. predisporre diverse modalità di espletamento del servizio consegna postale allo scopo di ridurre l’utilizzo dei mezzi;

4. creazione del centro di smistamento interno e revisione delle zone postali;

A.A.S.L.P.

1. avviare la trasformazione dell’A.A.S.L.P. in ufficio, suggerita anche dal Gruppo Tecnico e tenendo conto delle valutazioni effettuate dal Consiglio di Direzione ai sensi della delibera n.25 del 12 marzo 2013;

2. rivedere ed adeguare i corrispettivi versati all’A.A.S.L.P. per gli interventi della squadra manifestazioni (Settore Servizi Speciali) con riferimento agli eventi patrocinati;

3. revisione del contratto collettivo dei salariati che preveda: mobilità di impiego decise in base alle esigenze gestionali e organizzative; definizione degli orari di lavoro sulla base della mansione ricoperta e delle esigenze di servizio; riduzione della spesa riconducibile a pagamento di straordinari mediante l’introduzione di flessibilità di orario; razionalizzazione degli elementi che compongono la retribuzione, con particolare riferimento alle indennità finora applicate; razionalizzazione dei permessi sindacali e adeguamento delle condizioni a quelle del contratto del pubblico impiego;

4. revisione dell’accordo normativo economico per il servizio sgombero neve, che dovrebbe portare ad una riduzione della spesa per il personale, con modifica del periodo di disponibilità (da 6 a 5 mesi), delle indennità previste per la disponibilità del servizio, l’introduzione della flessibilità per abbattere i costi del lavoro straordinario e contrastare alcuni comportamenti lesivi dell’immagine dell’A.A.S.L.P. e dell’interesse pubblico.

A.A.S.S.

1. Attuare il piano di trasformazione dell’A.A.S.S.;

2. Riorganizzare i servizi anche esternalizzando alcuni settori operativi (nel periodo 2005-2012, si è operata una riduzione di personale di oltre 50 unità consentendo un risparmio di circa € 1.000.000,00) in particolare, in termini di reperibilità operativa nei settori acqua-gas ed energia elettrica al fine di ridurre gli straordinari;

3. procedere alla riorganizzazione dei servizi in termini di orario.

Il risparmio stimato coi suddetti interventi è di € 1.500.000-2.000.

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