Operazione Criminal Minds, arresti eccellenti tra Rimini e San Marino

Operazione Criminal Minds, arresti eccellenti tra Rimini e San Marino

Ieri sera è stato arrestato e portato nel carcere di San Marino il presidente della Karnak ossia Marco Bianchini.

Si tratta di un arresto provvisorio, ai fini dell’estradizione, richiesto dalla Procura di Rimini, nell’ambito della maxi operazione della guardia di finanza che ha visto scattare le manette ai polsi di personaggi eccellenti e a un manipolo di albanesi.

Un’inchiesta partita da Salvatore Vargiu, all’epoca titolare sul Titano della Cio, un’agenzia investigativa che raccoglieva dossier su commissione, e da un finanziere corrotto, Enrico Nanna, barese 46enne in servizio a Rimini, che per un po’ di quattrini passava informazioni riservate a Vargiu.

Tra queste, anche quelle che riguardavano la verifica fiscale in corso sulla Karnak, commissionate a Vargiu dallo stesso Bianchini.

Un’indagine che, con il passare del tempo, ha portato a 5 filoni, ciascuno indipendente dall’altro ma con in comune personaggi noti e gente insospettabile.

A due anni dall’inizio delle indagini, ieri mattina gli agenti della Sezione mobile del Nucleo di polizia tributaria hanno chiuso la rete.

In manette, oltre a Bianchini, Nanna e Vargiu, sono finiti tra gli altri Giovanni Perani, direttore commerciale della Karnak (arresti domiciliari); Daniele Tosi, un ex bancario riminese che ha ricoperto la carica di direttore generale della Fingestus che è controllata da Bianchini (domiciliari); Claudio Vitalucci, imprenditore anconetano (domiciliari); Roberto Fonti, riminese, Matteo Amici, cesenate, Nicola Zaccheroni (tutti ai domiciliari) indicati come guardaspalle dell’anconetano; Bruno Platone, cattolichino, e Riccardo Ricciardi, napoletano.

Platone era già coinvolto nell’operazione “Vulcano” (Casalesi) e sia lui che Ricciardi sarebbero legati alla criminalità organizzata nonché vere e proprie ombre di Bianchini.

Nel calderone sono finiti anche l’avvocato Guglielmo Guerra, misanese, socio occulto insieme al sorvegliato speciale albanese Ardian Kazazi e al celebre imprenditore Livio Cavalli (già finito in carcere per un giro di prostituzione al “Fuxia”) del night “Balcanica).

A questi si aggiungono un gruppo di albanesi spacciatori di droga e sostanze dopanti nonché fornitori di cocaina nei 2 locali misanesi.

Attorno a Bianchini non ruotano soltanto Vargiu e il finanziere, ma anche una storiaccia che lo vede protagonista assieme all’imprenditore marchigiano.

Vitalucci si era messo d’accordo col sammarinese per aiutarlo a sottrarre i beni al fallimento della sua ditta.

Gli aveva prestato dei soldi e comprato il capannone per suo conto ma poi l’anconetano aveva trovato le condizioni troppe esose ed era andato sul Titano accompagnato da alcuni guardaspalle per minacciare Bianchini e convincerlo a ridurre gli interessi che Platone e Ricciardi esigevano da lui.

Platone e Ricciardi su quegli interessi ci avevano fatto la cresta (oltre 300.000 euro) all’oscuro del presidente.

Quando lo scontro tra i 2 gruppi si era fatto pesante, per appianare i dissidi era stato chiamato in causa Giovanni Pascarella, un altro personaggio legato alla criminalità organizzata che però era morto prima di chiudere la partita.

Prima che la guerra tra i 2 gruppi finisse a fucilate, una telefonata arrivata da Napoli di un certo Carletto, amico di Platone, al portavoce di Vitalucci.

Carletto, rappresentante di Pasquale Gallo (quest’ultimo reggente del clan Gallo-Cavalieri di Torre Annunziata), disse che i 300.000 euro ce li avevano loro e, se li volevano, dovevano andarseli a prendere.

Vitalucci, dopo questa telefonata, ha decisamente fatto un passo indietro.

Fonte: “Il Resto del Carlino”

 

 

Leggi San
Marino Rimini. Arresti su arresti. Aggiornamenti, ‘Criminal minds’

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy