Il danno ai conti pubblici della Repubblica di San Marino provocato da Banca
del Titano è stato il doppio di quanto finora si era supposto. Cioè, per i sammarinesi, 500 euro a testa.
Lo si apprende da un comunicato di Alleanza Popolare: La vicenda Banca del Titano, scandalo scoppiato a seguito di indagini di
autorità italiane, è costato 1000 euro ad ogni sammarinese, bambini compresi. Il
Governo e la Banca Centrale di allora hanno letteralmente regalato 30 milioni
d’euro agli azionisti della Banca del Titano, senza chiedere in cambio nulla di
nulla, né azioni né garanzie.
Il Governo di allora (il primo post giugno 2006) aveva all’Industria Tito Masi, alle Finanze, Stefano Macina e alla Giustizia Ivan Foschi.
Banca Centrale aveva Antonio Valentini alla Presidenza, Luca Papi alla Direzione e Stefano Caringi alla Vigilanza.
Si aggiunga che gli azionisti di Banca del Titano beneficiari di cotanto regalo, il 25
ottobre 2007, sono rimasti anonimi e che i nuovi soci scelti nell’occasione – pure anonimi – sono gli stessi che hanno provocato nella stessa banca (che ora si chiama SM
International Bank) una situazione da commissariamento e, forse, attraverso la – in qualche mondo collegata – finanziaria Smi (indagine Amphora), un danno all’immagine del Paese più grave del danno economico dei 30 milioni di euro.
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