San Marino, camorra. A Bacciocchi ‘gli spezzo un braccio’

San Marino, camorra. A Bacciocchi ‘gli spezzo un  braccio’

Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino: Le intercettazioni. Nel marzo 2009 il rapporto con Bacciocchi si incrina. E Zavoli pianifica il “sequestro”Il boss prepara l’agguato: «Gli spezzo un braccio»Secondo Vallefuoco, il notaio, che vorrebbe tirarsi fuori dal giro per problemi di soldi, gioca sporco 

 RIMINI. «Mando una squadra  a spezzargli un braccio»: è  il marzo del 2009 e qualcosa,  nel rapporto tra Bacciocchi e  Vallefuoco, s’è rotto. Secondo  il boss, il notaio – che vorrebbe  tirarsi fuori dal giro per  problemi di soldi – «gioca sporco ».

Alla moglie, dice Roberto  Zavoli, le è pure scappato detto  che si sarebbero comprati  un attico a Riccione. Bacciocchi,  dice il socio del capo clan,  Zavoli, «mangia fin quando  c’è da mangiare e non gli importa  niente degli altri».  E’ qui che Vallefuoco matura  l’idea dell’agguato al notaio.

  Ed è proprio Zavoli a dare  le indicazioni, consigliando  a Vallefuoco di non operare  a San Marino se «deve spezzare  un braccio a Livio
Bacciocchi
», ma – recita l’intercettazione  – «deve caricarlo in  macchina, a Riccione, e lo deve  tenere per quattro ore e  poi, lo deve scaricare e la gente  non deve vedere niente.  Non lo deve fare a San Marino:  altrimenti vanno da lui».

Vallefuoco risponde che lo  farà prendere. Zavoli conferma  che uscirà ed andrà da  qualche parte e che bastano  venti minuti e nessuno se ne  accorgerà.

Eppure Vallefuoco  pare temere Bacciocchi. «Ma  che devo fare un’estorsione al  governo nel vero senso della  parola? Quello è un avvocato è  un notaio: ci deve mandare  carcerati a tutti quanti?».  


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