Antonio Fabbri – L’Informazione di San Marino: Caso Smi
due Condanne
in primo grado /
Quattro anni al conte Pasquini e 3 a Buonfrate. Fissata una provvisionale per oltre 2,8milioni Già annunciato dai legali ricorso in appello
Arriva a conclusione il primo grado del processo sammarinese su quella che potrebbe essere definita la “prima parte” del caso Smi. I sette capi di imputazione contestati al conte Enrico Maria Pasquini e a Eugenio Buonfrate, presidente e direttore di Smi, riguardano l’attività non autorizzata che, secondo l’accusa, veniva esercitata attraverso la finanziaria da due società portoghesi legate ai due imputati. C’è invece un’altra inchiesta aperta, e lo si è appreso nelle maglie di questo processo, nella quale il Commissario della legge, Simon Luca Morsiani, sta indagando per riciclaggio. Le imputazioni. Nel processo di ieri, presieduto dal giudice Alberto Buriani, in ballo c’erano sette capi di imputazione. I primi tre riguardavano l’attività di Ilha das Pontas e Intersmi, soggetti giuridici con sede legale a Madeira, che esercitavano attività finanziaria sul Titano senza essere atuorizzate. Vi erano poi contestazioni relative al cosiddetto “caso Bozzo”, ovvero la causa civile da parte di un cliente della finanziaria sul quale, secondo l’accusa, i vertici di Smi non avevano dato comunicazioni adeguate né agli organi sociali, né all’autorità di vigilanza, Banca Centrale. A Pasquini era poi contestata una attività fittizia con delle società di Panama e del Delaware, con false fatturazioni. Attività di fatto finalizzata a fare ritornare nella sua disponibilità 2,6 milioni di euro, cifra della quale era contestata al conte l’appropriazione indebita. Appropriazione indebita, ma per una cifra di 184mila euro, contestata anche a Eugenio Buonfrate. (…)
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