La Repubblica di San Marino è il Paese che più al mondo, in rapporto al Pil, ha investito per salvare le proprie banche e finora non ha recuperato un euro, nonostante il sospetto che i soldi siano finiti in tasca ai furfanti.
Gli erari di Stati come Usa e Inghilterra addirittura ci hanno guadagnato nell’operazione.
Il comportamento di Banca Centrale che è arrivata a definire ‘operazione di alta ingegneria finanziaria‘ la sarcofagazione di Banca Commerciale Sammarinese, è stato tutt’altro che trasparente a giudicare dalle informazioni finora rilasciate.
Quanto al Governo basta ricordare la scelta – politicamente – sciagurata di affidare il ruolo di osservatore al dr. Antonio Gumina, già responsabile della Vigilanza di Bcsm, proprio nella fase di erogazione del criticatissimo – per le modalità – credito di imposta.
L’ordine del giorno su Banca Centrale approvato dal Consiglio il 26 giugno scorso “affronta il tema del recupero crediti bancari, indicando di “superare il ruolo del commissario osservatore entro il mese di ottobre del corrente anno”, ruolo ricoperto ad oggi in qualità di consulente della segreteria di Stato per le Finanze da Antonio Gumina, ex capo della Vigilanza di Bcsm” (resoconto dell’Agenzia Dire)
Dunque anche il dr. Gumina se ne va dopo il Presidente, Renato Clarizia, ed il Direttore, Mario Giannini.
Basterà per riavere almeno 155 milioni di euro o succederà come per il recupero della monofase, per il quale si è deciso di aspettare trent’anni per iniziare le pratiche in modo da non dare fastidio a nessuno della casta?