San Marino, Giustizia. Intervista a Edda Ceccoli, La Tribuna Sammarinese

San Marino, Giustizia. Intervista a Edda Ceccoli, La Tribuna Sammarinese
  • Giuseppe Maria Morganti di La Tribuna Sammarinese:  Intervista ad Edda Ceccoli, Presidente della Commissione Affari di Giustizia / Riforma della giustizia: esempio di buona politica
  • Ora il Tribunale è veramente a posto avendo a disposizione le energie necessarie per svolgere il proprio compito che diventa ogni giorno più importante. Prossimi obiettivi: ufficio inquirente, forze di polizia, sezione minorile. Maggioranza e opposizione si sono trovate d’accordo sulle leggi che riformano parzialmente l’ordinamento giudiziario che nel 2003 apportò sostanziali modifiche nel rapporto fra magistratura e altri poteri dello Stato, puntando sulla autonomia. Gli otto anni di sperimentazione delle nuove norme hanno consigliato un aggiornamento della materia che, in taluni casi, ha subito interventi sostanziali. Uno dei protagonisti della riforma attuale è Edda Ceccoli, presidente della Commissione Affari di Giustizia, alla quale abbiamo chiesto quanto tempo è stato necessario per trovare l’accordo su questioni così rilevanti: “I tempi sono stati più lunghi di quelli programmati anche per l’avvicendarsi di tre Presidenze all’interno della Commissione Consiliare per gli Affari di Giustizia: Tito Masi, Pasquale Valentini sino alla mia Presidenza che ha potuto concretizzare quelle linee direttive iniziali nei progetti di legge che abbiamo presentato e che sono frutto della sintesi di questo percorso”.
  • Politicamente è di certo un successo quello ottenuto di mettere tutti d’accordo su un tema così delicato, ma concretamente cosa cambia nella sostanza? “Si è definito un intervento legislativo di parziale modifica e integrazione delle due leggi cardine che costituiscono l’Ordinamento Giudiziario: la n. 144 e la n. 145 del 30 ottobre 2003. Gli strumenti individuati nella riforma del 2003 di grandissima valenza, come sostengono gli esperti, perché per la prima volta si riconosceva l’indipendenza della Magistratura, non avrebbero dovuto esonerare il Consiglio Grande e Generale dal ruolo di supervisore del comparto giustizia per incidere maggiormente sul suo andamento e sulla sua organizzazione”
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