San Marino. I giornali? Alle fondazioni bancarie, Iro Belluzzi

San Marino. I giornali? Alle fondazioni bancarie, Iro Belluzzi

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino (ieri): Nel dibattito
l’auspicio del segretario che le fondazioni bancarie si espandano nel mercato
editoriale / La liberta’ di informazione e la trasparenza
ringraziano 

Passa la legge sull’editoria e
il giornalismo. Iro è contento
perché si può appuntare una
spillina sul petto. Chissà
se brillerà. Il segretario
addirittura fa un auspicio che
lascia basiti e in Consiglio
dice pressappoco così: spero
ci siano più fondazioni
bancarie, che tanto bene
hanno fatto a questo paese, ad
operare nell’editoria
.
Perché
le fondazioni, che da statuto
hanno la loro trasparenza
grazie alla nuova legge, non
sono le banche. Un pensiero
che ha bisogno di spiegazioni
sulle reali finalità della
normativa?

Dei giornali, per la nuova
legge, si vuole conoscere
tutto: pubblicità, chi fa gli
abbonamenti, chi fa parte
della società e chi ha le quote.
Giusto, ma non è che negli
anni non si sia saputo. Le
partecipazioni sono sempre
state pubbliche e per legge
depositate nel registro delle
imprese editrici e delle società. Ma questo Iro non lo sapeva
e neanche altri, perché non
lo hanno chiesto. Non era
importante. Come non era
importante sapere quanti
operatori riguarderà la nuova
legge. Quante testate. Quanti
lavoratori. Due, dieci, cento?
Boh… il Segretario non lo sa.
Tra i punti più dibattuti,
essenziale per la vita
democratica, è la pubblicità di
chi fa pubblicità. Cioè, hanno
avuto il coraggio di perderci
quasi un’ora per dire che
deve essere pubblico chi fa la
pubblicità. Ma la pubblicità
si chiama così perché si vede
chi la fa. Vabbé, sarà male di
metterlo anche nel bilancio.
Anzi, peraltro già c’è, perché
le fatture vengono emesse agli stessi inserzionisti. Il
problema reale, ma questo chi
ha la finalità di soggiogare e
non di normare lo trascura,
è chi la pubblicità non la
fa.

E allora si noterà che
anche gli enti pubblici, che
per legge – almeno fino a
quando era in vigore quella di
ieri – dovrebbero distribuire
uniformemente le campagne
pubblicitarie, da qualche
testata la acquistano, da
qualche altra no, o fanno
pubblicità anche su chi testata
giornalistica non è. Ma questo
non importa. Perché tanto il
segretario non sa nemmeno
quali e quante testate ci
sono a San Marino. Però
non sapendolo ci ha fatto
una legge. E i boccaloni ad
applaudire.

Per la cronaca la legge è
passata con 27 voti a favore,
di cui solo quattro o cinque
sapevano cosa votavano
e gli altri hanno fatto da
spingibottone, e 21 contrari.


 

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