Si fa un gran parlare del maxi prestito che lo Stato di San Marino si accinge a deliberare, attraverso una apposita legge, a favore della Cassa di Risparmio, in difficoltà per l’esproprio da parte dello Stato italiano, della controllata Delta. Esproprio avviato forse su indicazione di poteri forti milanesi con propaggini romane e realizzato senza che lo Stato di San Marino promuovesse alcuna azione a difesa né a Roma né oltralpe.
Silenzio assoluto invece sulla erogazione a favore dei responsabili del dissesto di Banca Commerciale Sammarinese. Erogazione paragonabile, secondo alcuni, come ammontare al prestito Carisp. Erogazione statale coperta da una operazione di ‘ingegneria finanziaria’, come fu da Premio Nobel quella della Banca del Titano, che costrinse ogni sammarinese a tirare fuori di tasca oltre 500 euro.
Nel caso di Bcs gli euro da spillare dalle tasche di ciascuno sammarinese potrebbero essere addirittura 2.000, stando alle valutazioni apparse su La Tribuna Sammarinese.
Per Banca del Titano la responsabilità del mancato recupero si continua ad attribuirle – salvo specifiche autorizzazioni statali rimaste ignote – al Presidente della Banca Centrale di allora, dr. Antonio Valentini, in quanto egli avallò, senza nulla opporre, l’atto di cessione della Bdt, che escluse, di fatto, lo Stato dalla possibilità di essere indennizzato.
L’atto di cessione della Bcs, comportante la spesa per lo Stato di cui si è detto sopra, è stato firmato dal dr. Renato Clarizia?
Anche questa erogazione è, a quanto pare, senza alcuna possibilità di recupero dato che in presenza dello stesso dr. Clarizia, non è stato risposto alla domanda circa eventuali concessioni di immunità giudiziarie a favore dei responsabili del crac Bcs.