San Marino. Marino Pelliccioni: fermare il degrado di terreni agricoli ‘maltrattati’

San Marino. Marino Pelliccioni: fermare il degrado di terreni agricoli ‘maltrattati’

Riceviamo e pubblichiamo una testimonianza-riflessione inviataci da Marino Pelliccioni sul degrado dei terreni agricoli

Annualmente nel periodo della mietitura e successiva aratura dei campi, emerge in chiara evidenza un problema molto serio e dannoso per il nostro territorio causato dai privati, ma molto costoso per le casse dello Stato.

Essendo figlio di contadini, avendo vissuto la mia infanzia a fianco e ricordando le fatiche di mio padre, voglio evidenziarne una particolarmente gravosa, esercitata durante l’aratura con le vacche. Gli ultimi solchi effettuati nel campo erano i capitelli, in dialetto i “cavdel”, prima di entrare nel problema di contadini  dei nostri giorni provo a spiegare ai non figli di contadini che cos’erano i “cavdel”. Si tratta di solchi tracciati trasversalmente a monte e a valle del campo, per evitare al terreno posto a monte, di non perdere la sua funzione di controspinta e a valle evitare l’accumulo eccessivo. Questa operazione, ripeto, veniva effettuata con vacche molte lente nell’esecuzione. Quindi chi si trovava ai manici dell’aratro, in continuazione con il piede a monte doveva ribaltare la zolla che l’aratro tagliava. Ora con trattori provvisti anche di aria condizionata, e centinaia di cavalli nel motore, questo lavoro importantissimo non viene più effettuato. Ma non capisco il perché se non per il fatto che in pochi anni si riduce notevolmente l’inclinazione del terreno, senza pensare al danno che si reca.
Il risultato (a mio personalissimo parere) è che abbiamo tanti terreni che franano, ma il fatto grave è che molto spesso si trascinano dietro o premono contro strade che lo stato deve sistemare con grosse risorse pubbliche. L’esempio più visibile attualmente sta avvenendo in via Greppa del Cerreto, strada che collega Valdragone con Ca’ Rigo. Anni addietro è successo nella curva di Buscarin-Canini, ora sta avvenendo dopo il ponte piccolo. Fra qualche anno penso si dovrà intervenire a lato monte dello stesso terreno perché la strada Quinta Gualdaria non ha più la controspinta, in quanto negli anni con l’aratro si è sempre mandato il terreno a valle.
Lo stesso fenomeno sta avvenendo nella cosiddetta piana di Montepulito in quanto con l’aratura ogni anno si allontana terreno dalla strada sia a destra che a sinistra. Altro particolare  da evidenziare, che nei campi arati spesso non vengono effettuati i solchi di scolo, se vengono incisi, troppo spesso a mio parere non hanno una logica e quindi nessuna funzione.
Mi piacerebbe ricevere il parere di persone più esperte di me, magari geologi o anche tecnici agrari in merito se ritengono che si debba intervenire in maniera decisa per far sì che maltrattare il territorio come sta avvenendo non sia più possibile e tollerabile.
Concludo questo mio scritto con un’altra osservazione: le centinaia di camion di terra prelevate nella strada Greppa del Cerreto sarebbero state utilissime a non più di un chilometro di distanza, ossia nella Piana di Montepulito in quanto per lo stesso problema si sta dissestando tutta la sede stradale. Come si può vedere dall’ultima asfaltatura.
Vorrei in questo caso sapere dove è stata scaricata tutta quella terra e con quali ulteriori costi per l’Azienda…
M.P.

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