San Marino Oggi. Le figlie di Podeschi scrivono alla Reggenza: ‘Condizioni di detenzione indegne di un Paese civile’

San Marino Oggi. Le figlie di Podeschi scrivono alla Reggenza: ‘Condizioni di detenzione indegne di un Paese civile’

San Marino Oggi: “Le ingiustizie non si devono tollerare, a maggior ragione quando paiono assolutamente gratuite” / “Nostro padre detenuto in condizioni indegne di un Paese civile” / Le figlie di Claudio Podeschi scrivono una lettera a Reggenza, Commissione Giustizia e Congresso

Stefania e Daniela Podeschi scrivono una lettera alla Reggenza, al Congresso di Stato e alla Commissione Giustizia del Consiglio per chiedere di poter incontrare il loro padre Claudio, detenuto dal 23 giugno scorso nel carcere dei Cappuccini. (…)

Nostro padre è in carcere da un mese e non è stato mai consentito né a noi, né a nessun altro familiare, di visitarlo. Gli è stato concesso di mandarci un rapido saluto per telefono solo per due volte e solo dopo ben ventidue giorni di detenzione. Sappiamo che egli è mantenuto in isolamento e che gli è addirittura impedita la lettura dei giornali.

Queste sono condizioni di detenzione indegne di un Paese civile – proseguono -, che non si riservano neppure ai peggiori criminali (ci siamo messe a studiare: non abbiamo trovato un solo ordinamento giuridico che consenta, per nessuna ragione, di impedire l’incontro con i familiari!).

Su questo ci permettiamo di sollecitarvi, perché qui è difficile affermare che qualcuno debba fare il proprio mestiere, perché nel ventunesimo secolo a nessuno può essere concesso di fare il mestiere di torturatore e a noi, figlie e cittadine, queste vessazioni(qualcuno, un giorno, ci spiegherà quale ne sia stata l’utilità) nient’altro che torture paiono. (…)

 

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