Paolo Forcellini – Lo Stradone: ‘La leggenda del Santo Marino‘
La leggenda narra che Marino, scalpellino originario dell’isola di Arbe, venne in Italia, insieme a Leo, per la ricostruzione delle mura di Rimini e per sfuggire alla persecuzione contro i cristiani. Gli scalpellini, giunti a Rimini, furono inviati per tre anni sul Monte Titano per estrarre e lavorare la roccia. In seguito Marino e Leo, o Leone, si divisero. Marino rimase a Rimini per dodici anni rifugiandosi poi a San Marino nella grotta della Baldasserona e da lì sul monte Titano dove si costruì una celletta oggi Chiesa di San Pietro. Il vescovo di Rimini, Gaudenzio, convocò Leo e Marino per esprimere riconoscenza, consacrando anche il primo, sacerdote, e il secondo, diacono. Mentre a Rimini si accendeva una nuova persecuzione, Marino, novantenne, morì sul Monte Titano, il 3 settembre dell’anno 366 d.C. Secondo la tradizione, Marino, prima di morire, chiamò a sé gli abitanti del Titano e pronunciò le parole: RELINQUO VOS LIBEROS AB UTROQUE HOMINE.