San Marino. Per evadere il fisco, utilizzata una società con sede a San Marino. Il Resto del Carlino

San Marino. Per evadere il fisco, utilizzata una società con sede a San Marino. Il Resto del Carlino

Il Resto del Carlino: SONO ACCUSATI DI AVER TENTATO DI SOTTRARRE I BENI AL SEQUESTRO / Evasione e fatture false, notaio alla sbarra / Imputato insieme a due imprenditori e a un funzionario della Camera di Commercio

UN
GIRO di fatture false e una maxi evasione fiscale messa in piedi da due
imprenditori riminesi, hanno fatto finire nei guai anche un notaio e
quello che all’epoca era un funzionario della Camera di Commercio. I due
devono rispondere di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del
giudice. In sostanza, sono accusati di essersi messi d’accordo con i due
imprenditori per cercare di sottrarre i beni (in questo caso quote
societarie) al sequestro fatto scattare dalla Guardia di finanza. Il
processo si è aperto ieri mattina e li vede alla sbarra tutti e quattro.
Il notaio, Luigi Ortolani, difeso dagli avvocato Mauro Crociati e
Gilberto Gianni, respinge però ogni accusa, sostenendo di avere
sottoscritto l’atto incriminato prima che scattassero i sigilli, e sono
pronti a dimostrarlo.
LA BOMBA era scoppiata nel nel 2012, al termine di
un’inchiesta di Guardia di finanza e Agenzia delle Entrate. Al centro
di tutto, due imprenditori riminesi, Marco Ceccoli e Maurizio Nicosia,
titolari di un società informatica, con sede legale a Riccione.
(…)
Per evadere il fisco, avevano
ricostruito gli inquirenti, i due imprenditori avevano utilizzato una
società con sede a San Marino, dove non c’era però nemmeno il personale.
Da lì arrivavano’ le consulenze con relative fatture fasulle.
(…)
Secondo la ricostruzione
degli investigatori, proprio per vanificare i sigilli delle Fiamme
Gialle, con un atto costitutivo firmato davanti al notaio, avevano
cercato di cambiare la ragione sociale della loro impresa, da Snc
(società in nome collettivo) a Srl (società a responsabilità limitata),
con un capitale minimo. L’atto, firmato appunto davanti al notaio, era
stato poi iscritto alla Camera di Commercio dal funzionario imputato.
(…)

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