Riciclava soldi della mafia pugliese, dividendosi fra le attività della sponsorizzazione del calcio nella Repubblica di San Marino e del commercio del mosto pugliese, Vincenzo Melandri, l’imprenditore ravennate accusato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa all’Unione Europea.
Operazione Baccus
Ne tratta Lorenzo Priviato di Il Resto del Carlino.
Le menti operative del business erano Ernesto Lops e il figlio Mario, componenti di un’organizzazione criminale foggiana smantellata dopo la denuncia di un imprenditore vitivinicolo. I due, secondo la Dda di Bari che conduce l’indagine, ripulivano il denaro sporco (soprattutto usura, estorsioni e droga) con la complicità dell’imprenditore ravennate, proprietario a Russi di un importante stabilimento che produce mosto concentrato rettificato.
I Lops hanno costituito finte società vitivinicole che emettevano alla società ‘Alla Grotta’ di Melandri fatture per la vendita di mosto (senza Iva). In realta’ alla societa’ di Melandri non arrivava nessuna merce, ma soldi (quelli dell’importo delle fatture) con corrieri che partivano da Foggia in auto. A questo punto l’imprenditore romagnolo procedeva a pagare con bonifico le fatture maggiorate dell’Iva. Quindi, la mafia foggiana riciclava il denaro sporco e ne ricavava l’importo dell’Iva. Melandri a sua volta abbatteva fortemente i suoi ricavi dovendo registrare acquisti di mosto sui quali avrebbe lucrato 18 milioni di euro di contributi comunitari non dovuti.
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