Il sistema ‘marcio’ era diffuso, sì, ma non del tutto: c’è sempre stata una parte di cittadinanza che non ha avuto nulla a che fare con compravendita di voti e con i ‘contributi’ ai partiti o ai singoli politici per il rilascio di licenze. Così Noi Sammarinesi in una nota odierna dove commenta il rinvio a giudizio di 27 indagati al termine dell’indagine sulla ‘Tangentopoli sammarinese‘. Il movimento conclude con un appello: ‘alla luce del lavoro portato avanti dal Tribunale, chi ha elementi da aggiungere al quadro che si va delineando non abbia più timore e denunci’.
A seguito dei rinvii a giudizio al termine dell’indagine ormai ribattezzata la ‘Tangentopoli sammarinese’, gli organi di stampa hanno pubblicato alcuni stralci degli interrogatori di Claudio Podeschi e Fiorenzo Stolfi, che iniziano a tracciare i contorni di quel sistema. Se da una parte attraverso queste pubblicazioni, e ancor di più attraverso il processo quando partirà, il paese getterà finalmente luce su quegli anni bui, dall’altra il rischio è che passi il concetto che “così facevano tutti”. Non è la verità. E’ forse vero che così facevano molti, ma non tutti. E quella fascia di cittadinanza – noi crediamo sia più ampia di quanto si pensi – che non ha mai avuto nulla a che fare con tutto ciò non ci sta a fare di tutta l’erba un fascio. (…)
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