L’INFORMAZIONE DI SAN MARINO 18/05/2009 (San Marino come
Montecarlo… No)
Da
decenni a San Marino esprimiamo politici di assoluta mediocrità che certamente,
come è stato scritto in un rapporto internazionale, non hanno tenuto la lotta
alla corruzione in cima alle proprie preoccupazioni. Ma ciò non deve far
presumere che saranno tollerate firme di atti che pregiudichino la sovranità.
Anche alla devastazione del territorio, ridotto a investimento per
capitali di dubbia provenienza, c’è speranza di poter di rimediare. Come al
sovraccarico della popolazione avvenuto senza l’accantonamento di risorse per
l’adeguamento dei servizi. Perfino alla perdita della reputazione c’è rimedio,
nonostante che si debba risalire dal livello dell’Azerbaigian. Ma se si intacca
la sovranità, per uno Stato lilipuzziano ed enclave, recuperare è impossibile.
Già
a San Marino è andata bene con l’espressione ‘amicizia protettrice’, subita nel
1862 per salvarsi dal Risorgimento. Per risolverla c’è voluto però oltre un
secolo e, soprattutto, il miracolo della concomitanza, sul Titano e a Roma, di
uomini quali Bigi e Moro.
Giovedì 17 novembre 2005 la classe politica sammarinese – della quale si
è detto sopra – è stata lì lì per firmare l’equivalente della ‘amicizia
protettrice’ (art.1 dell’accordo di cooperazione, stesura di allora).
Nessun testo che comporti qualcosa di equivalente ai citati 1862 o al
2005 (‘recepimento’ automatico di norme esterne, imposizione di nomine,
eccetera) va firmato. Proprio perché San Marino non è e non vuole diventare,
costi quel che costi, quel Montecarlo 1963 di cui ha parlato Visco
(IlSole24Ore).
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