L’INFORMAZIONE DI SAN
MARINO 19/11/2009 (Bankitalia e il Cavallo di
Troia)
Dal dibattito in Consiglio sugli accordi
con l’Italia, è emerso che il governo si sarebbe già espresso favorevolmente
per autorizzare Bankitalia a svolgere attività di sorveglianza sui soggetti
finanziari di diritto sammarinese partecipati da soggetti italiani, nonché
ad intervenire sull’accesso dei soggetti finanziari di diritto sammarinese al
mercato finanziario internazionale.
Tale decisione,
se effettivamente trovasse riscontro nei testi parafati, equivarrebbe, come
gravità, per la sovranità di San Marino, alla ‘amicizia protettrice’ del 1862,
per sanare la quale ci sono voluti più di 100 anni ed il concorso di uomini
eccezionali come Moro e Bigi. Equivarrebbe, come gravità, all’art.1
dell’accordo di cooperazione, che la classe politica sammarinese fu lì lì per
firmare nel 2005.
Sarebbe un autentico Cavallo di Troia, tale facoltà
concessa in un trattato bilaterale con lo Stato di cui San Marino è enclave. Un
Cavallo di Troia che i sammarinesi si porterebbero dentro il loro piccolo
Stato (assediato, in quanto enclave), pur sapendo, a differenza dei troiani,
che cosa contiene.
La decisione, fra l’altro, sarebbe in netto
contrasto con l’impegno pubblico – ribadito recentemente in una conferenza
stampa – dei rappresentanti del Patto di San Marino, per rendere l’economia
sammarinese sempre meno italocentrica. La decisione, fra l’altro, sarebbe in
evidente contrasto con la internazionalizzazione dell’economia sammarinese che
costituisce il fulcro del progetto Bossone, fatto proprio – o che si pensava che
fosse stato fatto proprio – dall’intero governo e dalla intera maggioranza di
governo.
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