20/12/1999 I.S.S., ticket ed eventuale patrimoniale

20/12/1999 I.S.S., ticket ed eventuale  patrimoniale

I.S.S., ticket ed
eventuale  patrimoniale

 

San Marino Oggi 20/12/1999 (ISS, un balletto da perder la
testa
)

Tutte le volte che mi è capitato di parlare con
persone che sono state vicine agli esperti che, negli anni Cinquanta, hanno dato
vita al nostro sistema di sicurezza sociale, ho sentito magnificare il rigore
tecnico con cui essi hanno proceduto. Anche le successive estensioni in campo
previdenziale, in sostanza, furono impostate  sulla stessa falsariga.

Allora, da cosa derivano le difficoltà
finanziarie attuali?

L’ISS, probabilmente, oggi è in difficoltà
perché non si sono modificate negli anni, in parallelo con l’evoluzione della
società, aliquote ed erogazioni. Al rigore originario e alla chiarezza anche
contabile, si è andato sostituendo il pressapochismo di decisioni ‘politiche’
non supportate da adeguati studi prospettici, fino alla furbizia dei
trasferimenti di risorse da un fondo all’altro. Un balletto da perderci la
testa.  Altrimenti come si spiega che, con fondi del sistema di sicurezza
sociale, si sia arrivati a finanziare – e per una parte rilevantissima – il
rinnovo di contratti di lavoro?

Una volta perso l’orientamento può succedere di
tutto. Anche che si ipotizzi, per ridurre i costi,  la introduzione di ticket
nell’erogazione delle prestazioni sanitarie. Il nostro sistema di sicurezza
diverrebbe una costruzione priva della base, cioè della ragione prima e
fondamentale per cui è sorto: garantire a tutti il diritto alla salute,
chiamando tutti a contribuire ai costi secondo le possibilità di ciascuno.

Forse, invece,  è arrivato il momento di
prendere atto che, continuando per la strada del pressapochismo e delle
furbizie, si finisce in un labirinto. Conviene, perciò, fermarsi, fare il punto,
ripensare a dove si è cominciato a deviare dalla impostazione originaria. E, se
necessario, procedere a una rifondazione del sistema. Un sistema che trae
ispirazione dai principi statutari della Repubblica e dalle nuove esigenze della
vita civile
. Così è scritto più volte nei testi di legge degli anni
Cinquanta.

Negli anni Cinquanta la volontà politica di
realizzare un sistema di sicurezza sociale – che nessuna forza politica
successivamente ha messo in discussione – dovette fare i conti con una economia
arretrata, poveramente agricola. I costi dovettero necessariamente essere
coperti con una imposizione che in pratica gravò, quasi interamente all’inizio,
su proprietà e  rendite agrarie.

Ora la ricchezza più diffusa è quella
immobiliare. La imposizione dovrà necessariamente gravare su questo settore. Con
criteri di progressività. Tassazione lieve (o, meglio, esenzione) per la prima
casa e per gli immobili necessari per lo svolgimento di una attività, poi via
via più accentuatamente e rapidamente crescente. Chi si ‘ostina’ a nascondere la
proprietà dietro l’anonimato societario, dovrà ‘rassegnarsi’ a pagare in base ad
una aliquota assai più alta di quella  massima prevista per le persone fisiche.

Così facendo, forse, non si risolverebbero solo
i problemi dell’ISS!

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