22/01/2006 Ancora sull’art.1 dell’Accordo di Cooperazione Italia – San Marino

22/01/2006 Ancora sull’art.1 dell’Accordo di Cooperazione Italia – San Marino

Ancora sull’art.1 dell’Accordo di Cooperazione Italia – San
Marino

 

LIBERTAS  22/01/2006

L’INFORMAZIONE DI SAN MARINO 22/01/2006 (Negoziato con
l’Italia. Art.1 inaccettabile. Accordo di Cooperazione: come può uno Stato
recepire le norme stabilite da un altro Stato?)

Aveva suscitato delle perplessità ascoltare il Segretario ed il
Presidente del Partito dei Democratici e dei Socialisti, Mauro Chiaruzzi e
Giuseppe Morganti, affermare che il testo dell’Accordo di Cooperazione era stato
esaminato per tempo in sede di governo. Insomma non erano parsi credibili. In
tutta franchezza come si poteva pensare che l’art.1, così come è stato
formulato, avesse superato il vaglio dei vertici dello Stato sammarinese? Eppure
è così. A metà novembre il Segretario agli Esteri, Fabio Berardi, il Segretario
alla Finanze, Pier Marino Mularoni, ed il Segretario all’Industria, Claudio
Felici, riferirono in Congresso di Stato. Dissero ai colleghi di governo che
il negoziato italo-sammarinese poteva ritenersi concluso e non
mancarono, nell’occasione, di esprimere la loro piena soddisfazione. Dopo
di che il Congresso prese atto con compiacimento della positiva conclusione
dell’accordo
ed approvò l’accordo stesso nel testo presentato. In
precedenza aveva concorso alla stesura del testo un apposito Gruppo di
Lavoro
di ben 11 (undici) tecnici provenienti da diversi settori
dell’Amministrazione Pubblica.

 Dunque il testo dell’Accordo è stato effettivamente vagliato
dagli organi di governo compreso – l’incredibile! – passo dell’art.1 in cui si
legge: la Parte sammarinese si impegna a recepire
nell’ordinamento della Repubblica i principi e gli istituti rilevanti della
normativa comunitaria e italiana in materia finanziaria
.

Come può uno Stato recepire le norme
stabilite da un altro Stato?

Eppure c’è ancora chi, negli ambienti
di governo e della politica, continua a non cogliere la gravità dell’articolo.
Tutto preso dall’oggetto (la materia finanziaria) non si avvede del
vulnus alla sovranità che deriva dall’impegno in sé da parte sammarinese
a recepire norme italiane e comunitarie, senza aver potuto concorrere alla loro
formulazione. Ancora non si rende conto (tutti i congressisti? tutti gli undici
tecnici?) che il vulnus alla sovranità rimarrebbe tale e quale – e,
perciò, inaccettabile – anche se al posto di “in materia finanziaria
ci fosse scritto “in materia di inquinamento o qualsiasi
altra cosa.

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